Sin dalle prime pagine del testo di Pastorale Americana di Philip Roth appare evidente il rapporto intricato fra i vari personaggi della storia.Lo scrittore Nathan Zuckerman alter ego di Roth è la voce narrante di tutto il libro il cui protagonista principale è Seymour Levov biondo ebreo chiamato per questo "lo svedese", il miglior atleta del liceo idolo dello scrittore Zuckerman chiamato in gioventù Skip. Le pagine del libro sono intrise di digressioni, notizie sulla politica e la società americana che contribuiscono a creare la scenografia sulla quale si muovono protagonisti e comprimari e che rendono la lettura abbastanza complessa.Zuckerman dopo un incontro fortuito con il suo idolo adolescenziale riceve da lui una lettera che gli fa intravvedere la possibilità di scrivere una biografia su questo personaggio ma nell'incontro con Seymour cade un mito:"Tutto quello che diceva era soffuso di melensaggine, ineccepibili banalità, balordaggine… era una damigiana di autocompiacimento, quest’uomo non può essere incrinato dal pensiero… non sapevo se avesse dei pensieri".Rimane perplesso ma incuriosito quando alla 45^ riunione degli ex allievi del liceo incontra il fratello di Seymour Jerry che gli comunica la sua morte.E qui inizia la fase più interessante del romanzo la storia di Seymour raccontata da Zickerman. sarà vera? O sarà frutto della fantasia dello scrittore?La storia vera o inventata che sia è il fulcro del romanzo diventa un scavare nella coscienza dello "Svedese" nei suoi rapporti con la figlia balbuziente Merry, della sua rabbia crescente fino a spingerla a diventare una terrorista.Sarà questo il dolore che dilania Seymour che spezza la sua famiglia che fa de La Pastorale l'antitesi del tema bucolico insito nel nome, una famiglia che ha fatto del successo della bellezza il suo credo che viene spezzata dall'anticonformismo della figlia.Un libro che ti lascia molte domande alle quali non sai dare che una risposta che arriva dalla reazione di Seymour all'ultima telefonata del misterioso personaggio di Rita Cohen:“Una grande idea si impossessa di lui: la sua capacità di soffrire non esiste più” Da leggere!