L'aspro paesaggio sardo, un mondo primitivo, una casa decrepita: la storia delle sorelle Pintor, nubili e sole, e del fedele contadino Efix, custode di un tremendo segreto. Romanzo tra i più noti della scrittrice sarda (1871-1936).
"Sì siamo proprio come le canne al vento, donna Ester mia. Ecco perché!Siamo canne, e la sorte è il vento."
Penso che questa spiegazione della metafora del titolo sia l'unica cosa che mi sia piaciuta di questo libro.
Confesso che mi sento un po'in colpa a dare un voto così basso ad un premio Nobel, ma il libro non mi è proprio piaciuto. A parte che non ho ben capito la natura del rapporto tra Giacinto e donna Noemi, ma sicuramente mi sarò distratta nel punto in cui veniva spiegata, non mi sono sentita coinvolta dalla storia, non mi ha incuriosita.