Leggere "L'edera" è stata per me una piacevole sorpresa,in quanto ho trovato questo romanzo più profondo ed interessante anche di "canne al vento" che contribuì non poco a far aggiudicare alla scrittrice il nobel per la letteratura,nel 1926.
Il romanzo è incentrato sulle vicende di una famiglia sarda del 1900 ,la famiglia decherchi,ormai in decadenza e piena di debiti. In particolare il personaggio principale è quello di Annessa,giovane serva della famiglia,considerata da loro quasi come un parente e che per amore del suo padrone,Paulu,compie un delitto efferato e violento. é davvero sorprendente la profondità con la quale la scrittrice tratta il personaggio di Annessa,rappresentata metaforicamente dall'edera..ovvero una persona debole,che ricerca il senso della sua vita in funzione degli altri,come l'edera non sopravvive se non aggrappata al tronco di un altro albero. Il romanzo però ha un finale amaro,che lancia un monito,un avvertimento:se vivi in funzione degli altri,se compi cose che non vorresti solo per compiacere altra gente,non aspettarti però che gli altri ricambino i tuoi stessi sentimenti.. perché di solito,la gente comune vive solo in funzione del proprio personale io e del suo continuo appagamento!