L’estate è appena iniziata e Anna e Francesca si divertono beate sul bagno asciuga del mare di Piombino. Anna e Francesca sono migliori amiche ed entrambe abitano in uno dei casermoni popolari di via Stalingrado. Entrambi i loro padri lavorano all’acciaieria Lucchini ed entrambe le loro situazioni famigliari non sono delle migliori: il padre di Francesca, Enrico, picchia in continuazione lei e sua madre e vuole tenerle sotto controllo in maniera perenne e ossessiva. La famiglia di Anna invece, ha un padre, Arturo, che cerca di fare soldi facili ed è per questo che viene licenziato dalla Lucchini. Le due amiche a settembre inizieranno la scuola superiore e Francesca ha paura che la loro amicizia finisca perché non riusciranno più a frequentarsi come sempre. Il vero problema in realtà è che Francesca crede di amare Anna e verso metà estate riesce a dirglielo. Tutto finisce con un bacio ma il giorno dopo ritornano a passare il loro tempo insieme come sempre. Nel frattempo Francesca continua ad essere picchiata dal padre e Arturo girovaga per la provincia di Livorno per fare soldi facili e di tanto in tanto torna a casa. Il fratello di Anna, Alessio, una sera incontra un amico di vecchia data, Mattia, che a sua volta conosce Anna. Durante la festa del 15 di Agosto Mattia e Anna si imboscano nella pineta vicino al luogo delle festa. A Francesca questo fatto non va per giù e dal quel giorno le due ragazze smettono di parlarsi. Francesca, da quando ha rotto ogni tipo di rapporto con Anna, fa coppia fissa con Lisa, una ragazza che considerava sfigata. Tramite lei cerca di avere delle informazione su Anna perché frequentano la stessa classe. Anna si fidanza definitivamente con Mattia, ma dentro di se sente che forse non è giusto se a Francesca questa cose non andava giù. Per tutto l’inverno le loro vite vanno avanti, ma entrambe spesso si pensano e pensano che sarebbe bellissimo se la loro amicizia tornasse. In un giorno piovoso Enrico fa un incidente in moto e all’ospedale sono costretti ad amputargli un dito. Da quel giorno Enrico non picchierà più Francesca e sua madre, e Francesca lo accudirà come un bambino perché lui vorrà solo lei per essere accudito. Ora sta iniziando l’estate e Francesca lavora in un locale di spogliarelliste. Una mattina, mentre torna dal lavoro, vede Anna alla finestra e a entrambe viene d’istinto salutarsi e sorridersi. Così Francesca sale velocemente le scale fino ad arrivare alla porta di Anna, suona e le vengono ad aprire. Tutto è normale come sempre. Le due amiche fanno colazione insieme e poi, sotto consiglio della madre di Anna, vanno all’Elba, realizzando il loro sogno: nuotare insieme in quel posto. Un romanzo forte, che mi lascia pensare un po’ al carattere omologante che tanti giovani hanno seguendo una moda piuttosto che un’altra non mostrando un’effettiva e reale personalità. Attraverso un’amicizia profonda, con lo sfondo di una Piombino che detta lo scorrere l’invecchiare delle persone dai turni salariali dell’Acciaieria che sì da speranza e riesce a far “campare” la famiglia ma è anche il principio della reclusione. Un piccolo appunto sta nel finale che sembra affrettato e nel linguaggio che secondo me cala d’intensità man mano che scorrono le pagine e inoltre l’indefinibilità di alcuni passaggi che ho trovato insensati come: “L'estate del 2001, nessuno la può dimenticare. Anche il crollo delle Torri fu, in fondo, per Anna e Francesca, parte dell'orgasmo che provarono nello scoprire che il loro corpo stava cambiando.” o anche “I treni sono la cosa più pericolosa che esista. Perché non c'è mai sintonia tra chi li comanda dalla centrale e chi li guida. È tutto disorganizzato. È un attimo finirci sotto spiaccicati. Sulla carta d'identità gli avevano scritto: "Conduttore mezzi industriali".”
Booktrailer: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=…
“Millecinquecentotrentotto gradi, è questa la temperatura di fusione della lega. L'acciaio non esiste in natura, non è una sostanza elementare. La secrezione di migliaia di braccia umane, contatori elettrici, bracci meccanici, e a volte la pelliccia di un gatto che ci finisce dentro.
[...] Il metallo era ovunque, allo stato nascente. Ininterrotte cascate di acciaio e ghisa lucente e luce vischiosa. Torrenti, rapide, estuari di metallo fuso lungo gli argini delle colate e nelle ampolle dei barili, travasato nei tundish, riversato nelle forme dei forni e dei treni. Se sollevavi lo sguardo, vedevi vapori grassi e suoni robotici impastarsi. A ogni ora del giorno e della notte la materia veniva trasformata. [...] Ti sentivi il sangue circolare a ritmo pazzesco, là in mezzo, dalle arterie ai capillari, e i muscoli aumentare in piccole fratture: retrocedevi allo stato animale.
[...] Ha un nome e una formula: Fe26C6. La fecondazione assistita avveniva in un'ampolla alta come un grattacielo, l'urna rugginosa di Afo4 che ha centinaia di braccia e pance, e un tricorno al posto della testa. Ma non basta. Ci volevano altre pance: i convertitori, i laminatoi, dozzine di sacche calde e vertiginose, le tube, i follicoli gassosi del dovere.”
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