Cecità
  • 9788806172992
  • Einaudi
  • 2005

Cecità

di Josè Saramago

In un tempo e un luogo non precisati, all'improvviso l'intera popolazione diventa cieca per un'inspiegabile epidemia. Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più. Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un'esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l'insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l'orrore di cui l'uomo sa essere capace. Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un'umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione. Ne deriva un romanzo di valenza universale sull'indifferenza e l'egoismo, sul potere e la sopraffazione, sulla guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico spiraglio di luce e salvezza.


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Commenti (4)

01/03/2012 - sofia
utente
Romanzo per alcuni versi angosciante per altri illuminante Cecità di Josè Saramago ci porta in un paese che non ha nome con personaggi indicati solo per le loro caratteristiche per es Il dottore, Il primo cieco, L'umo con la benda , la ragazza con gli occhiali scuri ecc. Dal romanzo di Saramago è stato tratto il film omonimo per la regia del brasiliano Fernando Meirelles e interpretato, tra gli altri, da Julianne Moore, Mark Ruffalo, Alice Braga e Gael García Bernal. Presentato al Festival Internazionale di Cannes nel 2008.In Saggio sulla lucidità ritroviamo gli stessi personaggi per cui è stato definito il seguito di Cecità. Cosa succede se ad un tratto diventassimo ciechi? Un uomo alla guida della sua auto, fermo al semaforo all'improvviso si trova immerso in un mare di latte, una cecità strana improvvisa che lo getta nel panico più assoluto: Attorniato dall'ira degli automobilisti che vedono questa brusca interruzione semplicemente un intoppo alla loro quotidiana fretta, il primo cieco, come verrà chiamato in tutto il romanzo,verrà soccorso da un'apparente samaritano che lo accompagnerà a casa, ma che poi gli ruberà la macchina.Questo è l'avvio del romanzo.Quando la moglie rientrerà a casa e scoprirà cosa è successo al marito, lo accompagnerà da un oculista e questo darà l'avvio al contagio: tutti quelli che sono entrati in contatto con il primo cieco lo diventeranno a loro volta.Solo la moglie del medico sembra immune all'epidemia.Verranno rinchiusi in quarantena in un ex manicomio fatiscente.Qui i ciechi aumenteranno in modo esponenziale e ci saranno episodi di violenza e prevaricazione finchè un incendio li farà uscire per scoprire che tutto il loro mondo è invaso da ciechi.Inutile proseguire con la trama è giusto che il lettore possa scoprire cosa veramente accade Saramago di questo libro diceva:"Volevo raccontare le difficoltà che abbiamo a comportarci come esseri razionali, collocando un gruppo umano in una situazione di crisi assoluta. La privazione della vista è, in un certo senso, la privazione della ragione. Quello che racconto in questo libro, STA SUCCEDENDO IN QUALUNQUE PARTE DEL MONDO IN QUESTO MOMENTO". Un libro che fa riflettere che coinvolge con un'atmosfera che a ne ha ricordato Il signore delle mosche di Golding. Consiglio vivamente la lettura!

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21/04/2012 - Gino
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“C'era un vecchio con una benda nera su un occhio, un ragazzino che sembrava strabico [...] una giovane dagli occhiali scuri, altre due persone senza alcun segno visibile, ma nessun cieco, i ciechi non vanno dall'oculista”. Innanzitutto devo dire grazie alla splendida Laura se adesso posso parlare di questo libro! Grazie, grazie grazie!! Cecità (titolo originale, in lingua portoghese: Ensaio sobre a Cegueira, Saggio sulla cecità) è un romanzo dello scrittore e premio Nobel per la letteratura portoghese José Saramago, pubblicato nel 1995. In una città mai nominata, un automobilista fermo al semaforo si accorge di essere diventato improvvisamente cieco. La sua malattia, però, è peculiare: infatti egli vede tutto bianco. Tornato a casa con l'aiuto di un altro uomo (che ben presto si rivelerà un ladro) racconta l'accaduto a sua moglie. I due si recano da un medico specialista, dove trovano un vecchio con una benda nera su un occhio, un ragazzino che sembrava strabico, accompagnato da una donna e una ragazza dagli occhiali scuri. Il medico, dopo aver esaminato l'uomo (che, nel seguito della storia, sarà chiamato il primo cieco), si accorge di non avere spiegazioni per quella improvvisa cecità. Ben presto, però, la cecità comincia a diffondersi. Il ladro di automobili, il medico, la moglie del primo cieco, sono tutti colpiti dalla strana malattia. La moglie del medico sembra l'unica a non essere contagiata. L'epidemia si diffonde in tutta la città e il governo del paese decide, provvisoriamente, di rinchiudere i gruppi di ciechi in vari edifici, allo scopo di evitare il contagio. Ogni giorno le guardie avrebbero fornito il cibo agli internati. “Fra i ciechi c'era una donna che dava l'impressione di trovarsi contemporaneamente dappertutto, aiutando a caricare, comportandosi come se guidasse gli uomini, cosa evidentemente impossibile per una cieca, e più di una volta, o per caso o di proposito, si girò verso l'ala dei contagiati”. Il medico, la moglie del medico (l'unica dotata della vista), il primo cieco e sua moglie, la ragazza dagli occhiali scuri, il ladro di automobili e il ragazzino strabico si ritrovano tutti nello stesso edificio, un ex manicomio. Inizialmente, la distribuzione degli alimenti avviene regolarmente, ma ben presto i ciechi si ritrovano abbandonati, perché la cecità si diffonde anche tra i soldati e i politici, fino a colpire tutto il paese (tranne la moglie del medico). All'interno del manicomio, inoltre, un gruppo di ciechi (i "ciechi malvagi") si impossessa di tutte le razioni di cibo provenienti dall'esterno per poter ricattare gli altri malati e ottenere potere e altri vantaggi, compresi rapporti sessuali con le donne. Proprio durante uno di questi stupri collettivi, la moglie del medico uccide il capo dei "ciechi malvagi". Nel tentativo di rendere inoffensivi questi ultimi, un'altra donna dà fuoco ad un mucchio di coperte nella loro camerata, ma il fuoco si diffonde e finisce per avvolgere tutto l'edificio. Molti ciechi muoiono, ma una parte di loro (tra questi, il gruppo della moglie del medico), riesce a uscire all'aria aperta. All'esterno dell'ex manicomio, la moglie del medico vedrà i risultati dell'epidemia. Morti per le strade, la città in totale abbandono, gruppi di ciechi che occupano le case altrui e lottano l'uno contro l'altro per assicurarsi del cibo. Mentre il gruppo della moglie del medico cerca di organizzare la vita del gruppo, tutti i ciechi guariscono inspiegabilmente, senza alcuna ragione apparente, proprio come all'inizio della vicenda era sopraggiunta l'epidemia. Il tema fondamentale del romanzo è quello dell'indifferenza, che esplode con il dilagare della cecità, ma che era già presente prima degli avvenimenti in questione. Lo stesso scrittore, nel discorso fatto in seguito all'assegnazione del Premio Nobel, ha sottolineato come la società contemporanea sia cieca poiché si è perso il senso di solidarietà fra le persone. Saramago per la mancanza di punteggiatura e l’assenza dei nomi che vengono identificati tramite espressioni impersonali che non ho apprezzato molto ma che comunque non mi distolgono dal dire che Saramago non è per tutti!Inoltre ho apprezzato molto l’uso di proverbi. “La coscienza morale, che tanti dissennati hanno offeso e molti di più rinnegato, esiste ed è esistita sempre, non è una invenzione dei filosofi del Quaternario, quando l’anima non era ancora che un progetto confuso. Con l’andare del tempo, più le attività di convivenza e gli scambi genetici, abbiamo finito col ficcare la coscienza nel colore del sangue e nel sale delle lacrime e, come se non bastasse, degli occhi abbiamo fatto una sorta di specchi rivolti all’interno, con il risultato che, spesso, ci mostrano senza riserva ciò che stavamo cercando di negare con la bocca”. “Abbiamo tutti i nostri momenti di debolezza, per fortuna siamo ancora capaci di piangere, il pianto spesse volte è una salvezza, ci sono circostanze in cui moriremmo se non piangessimo”.

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09/07/2012 - Ametista
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Il termine cecità fa pensare all’oscurità assoluta, al buio delle tenebre; ma la cecità di cui parla Saramago è bianca. Bianca come una densissima nebbia che ammanta ogni cosa, una luce che illumina dall'interno finchè pian piano diffondendosi all'esterno, ridarà la

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22/11/2012 - Sara Pavan
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Saramago, con il suo modo

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