Fahrenheit 451
  • 9788804320258
  • Mondadori (Oscar Classici moderni, 16)
  • 01/03/1989

Fahrenheit 451

di Ray Bradbury

In un'allucinante società del futuro si cercano, per bruciarli, gli ultimi libri scampati a una distruzione sistematica e conservati illegalmente. Il romanzo più conosciuto del celebre scrittore americano di fantascienza.


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Commenti (3)

10/01/2012 - albireo52
10/04/2012 - Gino
utente
Il romanzo narra la storia di Montag, un vigile del fuoco, che come lavoro brucia i libri in quanto in quella società non è permesso leggere i libri. Il protagonista, man mano che la narrazione prosegue, cambia psicologicamente infatti, dopo essersi impossessato di alcuni libri, inizia a scoprirne la bellezza. Questo cambiamento avviene anche grazie a Clarisse, una ragazza che abita vicino a lui, che ragiona in maniera diversa dalla società; lei infatti aiuta Montag a osservare la raltà in maniera diversa e proprio da qui inizia il lungo cambiamento del "vigile del fuoco". Egli "scoprendo" i libri decide di farsi guidare nella lettura da Faber, un professore assieme al quale darà la svolta decisiva alla sua vita. Il capitano dei vigili del fuoco, Beatty, si accorge del cambiamento di Montag e, dopo la segnalazione di Mildred, vanno ad incendiare proprio casa sua; Montag, dopo aver bruciato la propria abitazione, uccide Beatty e il segugio meccanico, un robot in grado di scoprire tutte le persone in possesso di libri. Egli, dopo questo, è costretto a scappare proprio mentre scoppia una guerra e, sotto indicazione di Faber, raggiunge un gruppo di persone che amano la lettura come lui; questi però non posseggono i libri ma li imparano a memoria per impedire che vengano bruciati. Ho adorato la figura di Clarisse che da oggi diviene a pieno titolo uno dei miei personaggi letterari preferiti. Un libro evocativo, profetico, pura poesia per l’anima in cui il lettore non viene visto più come un diverso ma come un analizzatore attento della reatà, un filtro del mondo contro la distorsione delle idee e la spersonalizzazione. Non serve aggiungere altro <3 “E’ un bel lavoro, sapete. Il lunedì bruciare i luminari della poesia, il mercoledì Melville, il venerdì Whitman, ridurli in cenere e poi bruciare la cenere. E’ il nostro motto ufficiale.” “<<Ma perché non siete mai a scuola? Vi vedo ogni giorno, in giro, sempre vagabonda…>> <<Oh, non soffrono troppo della mia mancanza, credetemi>> rispose lei. <<Sono un temperamento asociale, dicono. Non mi mescolo con gli altri. Ed è strano, perché io sono piena di senso sociale, invece. Tutto dipende da che cosa s’intenda per senso sociale, non vi sembra? Per me significa parlare con voi di cose come queste.>> Si mise a far suonare delle noci cadute dall’albero del giardino davanti alla casa. <<O anche parlare di quanto è strano questo mondo. Stare con la gente è una cosa bellissima. Ma non mi sembra sociale riunire un mucchio di gente, per poi non lasciarla parlare, non vi sembra anche a voi? Un’ora di lezione davanti alla TV, un’ora di pallacanestro, o di baseball o di footing, un’altra ora di storia riassunta o di riproduzione di quadri celebri e poi ancora sport, ma, capite, non si fanno domande, o almeno quasi nessuno le fa; loro hanno già le risposte pronte, su misura, e ve le sparano contro in rapida successione, bang, bang, bang, e intanto noi stiamo sedute là per più di quattr’ore di lezione con proiezioni. Tutto ciò per me non è sociale. E’ tutt’acqua rovesciata a torrenti, risciacquatura è, mentre loro ci dicono che è vino quando non lo è. Ci riducono in condizioni così pietose, quando viene la sera, che non possiamo fare altro che andarcene a letto o rifugiarci in qualche Parco di divertimenti a canzonare o a provocare la gente.” “Stoneman e Black trassero ognuno il suo libretto del regolamento, che conteneva anche brevi episodi storici dei Vigili del fuoco americani, e glieli posero aperti sotto il naso, perché Montag, che pure li aveva già letti, potesse leggere: Si decise nel 1790, di dare alle fiamme, nelle Colonie, tutti quei libri che si rivelassero influenzati dagli inglesi. Primo incendiario: Benjamin Franklin. Regola N. 1: Rispondere alla chiamata d’allarme immediatamente. N. 2: Appiccare subito il fuoco. N. 3: Bruciare tutto scrupolosamente. N. 4: Tornare senza indugio in caserma. N. 5: Tenersi pronti nell’eventualità di altri allarmi. Tutti osservarono Montag. Questi non si mosse. Suonò l’allarme.” “Ci dev’essere qualcosa di speciale nei libri, delle cose che non possiamo immaginare, per convincere una donna a restare in una casa che brucia. E’ evidente!” <<Voi siete un romantico irrimediabile>> disse Faber. <<Sarebbe una cosa buffa, se non fosse tragica. Non sono i libri che vi mancano, ma alcune delle cose che un tempo erano nei libri. Le stesse cose cose potrebbero essere diffuse e proiettate da radio e televisori. Ma ciò non avviene. No, no, non sono affatto libri le cose che andate cercando. Prendetele dove ancora potete trovarle, in vecchi dischi, in vecchi film, e nei vecchi amici; cercatele nella natura e cercatele soprattutto in voi stesso. I libri erano soltanto una specie di veicolo, di ricettacolo in cui riponevamo tutte le cose che temevamo di poter dimenticare. Non c’è nulla di magico, nei libri; la magia sta solo in ciò che essi dicono, nel mondo in cui hanno cucito le pezze dell’Universo per mettere insieme così un mantello di cui rivestirci. Naturalmente, non potevate sapere tutto ciò, così come non potete ancora comprendere che cosa io intenda precisamente quando dico tutto ciò. Intuitivamente, non vi siete sbagliato, ed è questo che conta. Tre cose ci mancano: <<Numero uno: sapete perché libri come questo siano tanto importanti? Perché hanno sostanza. Che cosa significa in questo caso “sostanza”? Per me significa struttura, tessuto connettivo. Questo libro ha pori, ha caratteristiche sue proprie, è un libro che si potrebbe osservare al microscopio. Trovereste che c’è della vita sotto il vetrino, una vita che scorre come una fiumana in infinita profusione. Maggior numero di pori, maggior numero di particolarità della vita per centimetro quadrato avrete su un foglio di carta, e più sarete “letterario”. Questa è la mia definizione, ad ogni modo. Scoprire la particolarità. Particolarità nuove! I buoni scrittori toccano spesso la vita. I mediocri la sfiorano con una mano fuggevole. I cattivi scrittori la sforzano e l’abbandonano. <<Capite ora perché i libri sono odiati e temuti? Perché rivelano i pori sulla faccia della vita. La gente comoda vuole soltanto facce di luna piena, di cera, facce senza pori, senza peli, inespressive, Viviamo in un tempo in cui i fiori tentano di vivere sui fiori, invece di nutrirsi di buona pioggia e di fertile limo nero. Perfino i fuochi artificiali , nonostante tutta la loro eleganza, nascono dalla chimica della terra. Eppure, non so come, riusciamo a credere di poterci evolvere nutrendoci di fiori e di giochi pirotecnici, senza concludere il ciclo del ritorno alla realtà. Conoscete la leggenda di Ercole e Anteo, il lottatore gigantesco, dalla forza incredibile, finché fosse rimasto coi piedi sulla terra? Ma quando Anteo fu tenuto da Ercole sospeso nel vuoto, senza radici, egli perì facilmente. Se in questa leggenda non c’è un insegnamento per noi di questi tempi, in questa città, oggi, allora vuol dire che sono del tutto pazzo. Insomma, questa è la prima cosa delle tre che ci mancano. Sostanza tessuto di elementi vitali.>> <<E la seconda?>> <<Agio, tempo libero.>> <<Oh, ma noi abbiamo molte ore libere ogni giorno.>> <<Ore libere dal lavoro, sì. Ma tempo di pensare? Quando non guidate la macchina a più di cento allora, a un massimo in cui non potete pensare ad altro che al pericolo, allora ve ne state a giocare a carte o sedete in qualche salotto, dove non potete discutere col televisore a quattro pareti. Perché? Il televisore è “reale”, è immediato, ha dimensioni. Vi dice lui quello che dovete pensare, e ve lo dice con voce di tuono. Deve aver ragione, vi dite: sembra talmente che l’abbia! Vi spinge con tanta rapidità e irruenza alle sue conclusioni che la vostra mente non ha tempo di protestare, di dirsi: “Quante sciocchezze!”.>> <<Ma la “famiglia” è gente in carne ed ossa.>> <<Come, scusate?>> <<Mia moglie dice che i libri sono “reali”.>> <<E Dio sia lodato per questo. Li si può almeno chiudere, dire: “Aspetta un momento”. Potete farne ciò che volete. Ma a chi mai è riuscito a strapparsi dall’artiglio che v’imprigiona quando mettete piede nel salotto TV? Vi foggia secondo l’aspetto che esso più desidera! L’ambiente in cui vi chiude è reale come il mondo. Diviene e pertanto è la verità. I libri possono essere buttati con la ragione. Ma nonostante tutto quello che so e tutto il mio scetticismo, nono sono mai stato capace di discutere di un’orchestra sinfonica di cento elementi, a tutto colore, tre dimensioni, parte integrale, costitutiva di questi incredibili salotti. Come vedete, il mio salotto non è costituito che di quattro semplici pareti di calce e mattoni. Ed ecco.>> Mostrò a Montag due piccoli lampioni di gomma. <<Per le mie povere orecchie, quando sono sui bolidi della ferrovia sotterranea.>> <<Dentifricio Denham>> disse Montag, a occhi chiusi . <<Dove andremo a finire? I libri potranno esserci d’aiuto?>> La prima, come ho detto, è sostanza, identificazione della vita. La seconda, agio, tempo di pensare a questa identificazione, di assimilare la vita. La terza: diritto di agire in base a ciò che apprendiamo dall’influenza che le prime due possono esercitare su di noi. E non credo che un vecchio decrepito e un milite incendiario in rivolta possano fare molto, al punto in cui siamo…>> <<Io posso avere i libri.>> <<Correndo rischi enormi.>> <<Questo è il lato buono della morte: quando non si ha nulla da perdere, si può correre qualunque rischio.>> <<Ecco, ora>> disse il vecchio ridendo <<avete detto una cosa interessante senza mai averla letta!>>”

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14/07/2014 - simona72
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interessante romanzo futuristico di fantascienza... bello!!

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