Sofia si veste sempre di nero
  • 9788875214401
  • Minimum Fax (Nichel; 57)
  • 01/09/2012

Sofia si veste sempre di nero

di Paolo Cognetti

"Sofia si veste sempre di nero" è la nuova prova narrativa di Paolo Cognetti, autore di "Manuale per ragazze di successo" e "Una cosa piccola che sta per esplodere". Nei suoi racconti, cesellati con la finezza di Carver e Salinger, ha saputo rappresentare con sorprendente intensità l'universo femminile. Ed è ancora una donna la protagonista del suo nuovo libro, un romanzo composto da dieci racconti autonomi che la accompagnano lungo trent'anni di storia: dall'infanzia in una famiglia borghese apparentemente normale, ma percorsa da sotterranee tensioni, all'adolescenza tormentata da disturbi psicologici, alla liberatoria scoperta del sesso e della passione per il teatro, al momento della maturità e dei bilanci. Con la sua scrittura precisa e intensa, che nasconde dietro l'apparente semplicità una straordinaria potenza emotiva, Cognetti ci regala il ritratto di un personaggio femminile indimenticabile: una donna torbida e inquieta, capace di sopravvivere alle proprie nevrosi e di sfruttare improvvisi attimi di illuminazione fino a trovare, faticosamente, la propria strada. Un libro avvincente in cui ciascun lettore troverà momenti di bellezza e di dolore, di ansia e di riscatto, che riconoscerà di aver vissuto anche sulla sua stessa pelle.


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Commenti (3)

15/03/2013 - Gino
utente
“Sofia si veste sempre di nero” è un romanzo composto da racconti, che narra della vita di Sofia all’apparenza donna strana, solitaria, enigmatica, un pesce fuor d’acqua dalla vita. Nel leggere i dieci racconti conosciamo le persone care a Sofia, dai genitori: lui ingegnere all’Alfa Romeo solo preso dal suo lavoro, lei ex pittrice ora casalinga depressa che passa le giornate al buio, conosciamo la zia Marta, sorella del padre che sarà la vera amica e salvezza si Sofia disoscurando quel nero ormai pervasivo. Un titolo che non si svela e che si lascia scoprire, titolo di uno dei racconti; il vestirsi di nero è una forma di protesta, un ossessione vivente, un malattia dell’anima, un pertubanza del corpo, riassume un’unica, sola e vera paura quella della morte. Morte però non intesa come morte esplicitamente fisica, ma morte delle situazioni, delle relazioni, del rimanere soli, del vedere che tutto svanisce effimeramente. Il suo unico talento è quello di capire la fine, il capolinea di ogni cosa, essere oltre all’avvenire. Dialogo con l’autore: http://vimeo.com/search?q=Minumum+fax "La ragazza aveva gli occhi strabici. E questo modo di guardarti la bocca mentre parlavi, come se intorno ci fosse un rumore d'inferno e lei dovesse leggerti le labbra per distinguere le parole. Aveva l'aria di una persona in pericolo. Guardava allo stesso tempo te e dietro di te. Ecco cosa colpiva al cuore gli uomini, la prima volta che la incontravano. Tu le parlavi e lei ti fissava le labbra come se da un momento all'altro potesse saltarti al collo e morderle, e quel morso salvarle la vita."

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17/03/2013 - Michelle
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Commento al libro tratto dal libro stesso: «Dissi che molte immagini erano belle: anzi non solo erano belle, erano vere. C'era una verità che mi colpiva in certi angoli della strada, in certi primi piani di Laila. Ma stavano dentro al film come un mucchio di fotografie in una scatola: potevi fermarti a guardarne una e ignorare le altre, o sparpagliarle per terra inventando una trama tua, tanto una trama non c'era, c'erano solo la bellezza ed il caso. "E' un lavoro pieno di idee", dissi. "Di gusto estetico, di pensiero. E soprattutto di vita. Ma non va da nessuna parte. E questa cosa all'inizio ti affascina, poi ti disturba, alla fine ti annoia e ti fa incazzare. Al cinema la gente uscirebbe a metà del film".» Sofia si veste sempre di nero (che poi non è una cattiva idea, il nero snellisce), fa per tutto il libro la povera vittima pseudoincazzosa, non ha le tette e... mi sta sul culo, sommamente sul culo, ma il libro non è male e si fa leggere con facilità. Sofia non mi piace per niente perché è una persona egocentrica, un'attrice, una figlia unica, una che si lascia scorrere addosso le persone che ha intorno senza tentare mai di viverle perché, in fondo, non gliene proprio nulla degli altri e (forse) neppure di se stessa.

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13/06/2013 - sofia
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Paolo Cognetti giovane autore milanese è stato in quella che definisce la sua prima vita alpinista e matematico e afferma che forse non ha mai smesso di essere nessuno dei due: Ora lavora nel cinema indipendente milanese come autore di documentari, sceneggiatore e montatore di cortometraggi, cuoco. Insieme a Giorgio Carella è fondatore della casa di produzione cameracar. Ha deciso di fare lo scrittore in un cinema parrocchiale, dopo la proiezione del film L'attimo fuggente, nel 1992.Ha scritto nel 2004 il suo primo libro, Manuale per ragazze di successo, e nel 2007 la sua seconda raccolta, Una cosa piccola che sta per esplodere.E' nella rosa dei 12 candidati al premio Strega con Sofia si veste sempre di nero. Scrive nel suo blog Capitano, mio capitano ""Ho cominciato a scrivere di Sofia nel gennaio del 2008,immaginando una raccolta di racconti su una ragazza della mia età. Sarebbero andati su e giù per la sua vita dagli anni Settanta in poi. Volevo che fossero il più possibile diversi tra loro: molto lunghi e molto brevi; scritti in prima, seconda e terza persona; al passato, al presente e se possibile anche al futuro. In uno la storia sarebbe durata vent’anni, in un altro un giorno solo; non sempre Sofia avrebbe occupato il centro della scena, ma anche nascosta dietro le quinte sarebbe stata la causa o l'effetto delle azioni altrui; e nel percorrere la sua vita mi sarei fermato spesso per tornare indietro, ricominciando da un altro punto di vista..." In effetti per il lettore è a volte spiazzante leggere questo libro che è si un insieme di racconti, tutti con protagonista Sofia o i suoi genitori, però la lettura scorre fluida. Ci si immerge non solo nella complessa personalità di Sofia, ma si ripercorre con l'autore uno stralcio della nostra storia comune soprattutto quando parla di Marta , la zia paterna di Sofia e del suo passato nell'Autonomia Operaia. Dieci racconti che possono benissimo essere i capitoli di una storia che si coglie senza un messo temporale, ma che hanno il loro culmine nell'ultimo racconto raccontato in prima persona.Ottima lettura e l'augurio che il Premio Strega faccia conoscere un ottimo autore al grande pubblico. Consigliato.

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