Commento al libro tratto dal libro stesso: «Dissi che molte immagini erano belle: anzi non solo erano belle, erano vere. C'era una verità che mi colpiva in certi angoli della strada, in certi primi piani di Laila. Ma stavano dentro al film come un mucchio di fotografie in una scatola: potevi fermarti a guardarne una e ignorare le altre, o sparpagliarle per terra inventando una trama tua, tanto una trama non c'era, c'erano solo la bellezza ed il caso. "E' un lavoro pieno di idee", dissi. "Di gusto estetico, di pensiero. E soprattutto di vita. Ma non va da nessuna parte. E questa cosa all'inizio ti affascina, poi ti disturba, alla fine ti annoia e ti fa incazzare. Al cinema la gente uscirebbe a metà del film".» Sofia si veste sempre di nero (che poi non è una cattiva idea, il nero snellisce), fa per tutto il libro la povera vittima pseudoincazzosa, non ha le tette e... mi sta sul culo, sommamente sul culo, ma il libro non è male e si fa leggere con facilità. Sofia non mi piace per niente perché è una persona egocentrica, un'attrice, una figlia unica, una che si lascia scorrere addosso le persone che ha intorno senza tentare mai di viverle perché, in fondo, non gliene proprio nulla degli altri e (forse) neppure di se stessa.