Storia della bambina perduta. L'amica geniale
  • 9788866325512
  • E/O
  • 2014

Storia della bambina perduta. L'amica geniale

di Elena Ferrante

"Storia della bambina perduta" è il quarto e ultimo volume dell'"Amica geniale". Le due protagoniste Lina (o Lila) ed Elena (o Lenù) sono ormai adulte, con alle spalle delle vite piene di avvenimenti, scoperte, cadute e "rinascite". Ambedue hanno lottato per uscire dal rione natale, una prigione di conformismo, violenze e legami difficili da spezzare. Elena è diventata una scrittrice affermata, ha lasciato Napoli, si è sposata e poi separata, ha avuto due figlie e ora torna a Napoli per inseguire un amore giovanile che si è di nuovo materializzato nella sua nuova vita. Lila è rimasta a Napoli, più invischiata nei rapporti familiari e camorristici, ma si è inventata una sorprendente carriera di imprenditrice informatica ed esercita più che mai il suo affascinante e carismatico ruolo di leader nascosta ma reale del rione (cosa che la porterà tra l'altro allo scontro con i potenti fratelli Solara). Ma il romanzo è soprattutto la storia di un rapporto di amicizia, dove le due donne, veri e propri poli opposti di una stessa forza, si scontrano e s'incontrano, s'influenzano a vicenda, si allontanano e poi si ritrovano, si invidiano e si ammirano. Attraverso nuove prove che la vita pone loro davanti, scoprono in se stesse e nell'altra sempre nuovi aspetti delle loro personalità e del loro legame d'amicizia. Intanto la storia d'Italia e del mondo si srotola sullo sfondo e anche con questa le due donne e la loro amicizia si dovranno confrontare... Fonte http://www.ibs.it/code/9788866325512/ferrante-elena/storia-della-bambina.html


Acquista su Amazon.it
Acquista su ibs.it

Commenti (3)

25/04/2015 - sofia
utente
Concorrente Premio Strega 2015. E' il quarto volume della quadrilogia L'amica geniale di Elena Ferrante.Senza soffermarmi sulla ormai trita questione di chi si celi dietro a questo nome definito da molti "nom de plume"Storia di una bambina perduta ci rivela per la quarta volta la scrittura potente di un'autrice che ha fatto molta strada rispetto al suo I giorni dell'abbandono che ho letto incuriosita sullo stile di Elena Ferrante. Lei ha saputo cogliere il sottile gioco di un'amicizia come quella di Lenù, che si affranca dal sordido rione napoletano diventando una scrittrice di successo, e Lila , l'amica geniale che non si è mai mossa da quel rione, non ha studiato, ma rivela un'intelligenza aperta e caparbia. Il quarto volume parlerà ancora di questo rapporto conflittuale che molto mi ha affascinato nei primi tre volumi, ma è molto di più perchè narra anche fatti politici, narra la corruzione imperante non solo a Napoli, ma in tutta Italia e per questo può essere definito il più storico della quadrilogia. Personalmente io avrei preferito che parlasse di più delle due protagoniste, ma forse il fascino di questo ultimo e abbastanza lungo episodio è proprio il contesto storico. La grandezza di uno scrittore è quella di far risaltare tutti i personaggi della storia e in questo Elena Ferrante si dimostra geniale come Lila anche se penso che il suo alter ego sia Linù, la scrittrice con l'ansia di cambiare la sua vita e il mondo.Una lettura a volte non facile, ma sempre appagante come tutta la serie e che di cui consiglio la lettura!

Leggi la recensione

26/01/2016 - Matik2003
utente
Quando ho finito questo libro, il quarto ed ultimo della saga dell'Amica Geniale, mi sono sentita persa, ho pensato: "Ed ora, che faccio senza Lila e Lenù?", lo so può sembrare esagerato ed assurdo, ma quando ti appassioni ad una storia bella, scritta con maestria, poi è difficile farne a meno, resti come sospesa, pensi ora troverò nuove letture che possano coinvolgermi allo stesso modo e farmi sentire soddisfatta? La Ferrante non ha mai avuto un cedimento nel raccontarci la storia delle due amiche, pagina dopo pagina, non c'è mai stato un momento nel quale mi sia annoiata od abbia pensato -la sta tirando troppo per le lunghe-, tutto è perfettamente perfetto, oltre a Lila e Lenù, c'è anche la storia dell'Italia dagli anni 50 fino ai giorni nostri, mi hanno impressionato le pagine che ripercorrono le ore terribili di quella maledetta domenica del 23 novembre 1980 quando tutto il meridione fu scosso dal terremoto che distrusse tanti piccoli paesi dell'Irpinia, gli anni bui del terrorismo, la piaga della droga, i movimenti femministi, i ruggenti anni della democrazia cristiana, la scalata dei socialisti, gli agguati di camorra, le brigate rosse e poi Napoli: una città bellissima, dai mille contrasti estremi, che Lenù e Lila amano ed odiano nella stessa identica maniera. "Essere nati in questa città serve a una cosa sola: sapere da sempre, quasi per istinto, ciò che oggi tra mille distinguo cominciano a sostenere tutti: il sogno di progresso senza limiti è in realtà un incubo pieno di ferocia e di morte." "Storia della bambina perduta" continua a raccontare di Lila e Lenù, che si avvicinano di nuovo, riallacciano il rapporto di amicizia che si era allontanato, ma mai spezzato, Lenù capisce ed aiuta la mamma con la quale aveva sempre avuto un rapporto difficile, Lila, invece, sarà costretta ad affrontare un dolore, dal quale non è possibile riprendersi mai più, continuerà a viveve, ma senza viver più realmente. "Io ero io (Lenù) e proprio per questo motivo potevo farle spazio in me darle una forma resistente. Lei invece non voleva essere lei (Lila), quindi non sapeva fare lo stesso. La tragedia di Tina, il fisico debilitato, il cervello allo sbando certamente concorrevano alle sue crisi. Ma il malessere che chiamava smarginatura aveva quella ragione di fondo." Passione, odio, amore,amicizia, invidia, tradiementi, indifferenza, arrivismo e tanto altro, il libro è un condensato di sentimenti, di vita vissuta, Lila rimarrà sempre la più forte colei che conduce, ma sarà Lenù a spiccare il volo, quella che farà le scelte difficile, ad affermarsi e con la sua pazienza e amore a tenere saldo il rapporto di amicizia tra le due ed alla fine tutto ritornarà al principio dalle due piccole bambine che persero le bambole nella cantina di Don Achille.... "Ogni rapporto intenso tra essere umani è pieno di tagliole e se si vuole che duri bisogna imparare a schivarle. Lo feci anche in quella circostanza e alla fine mi sembrò di essermi solo imbattuta in un'ennesima prova di quanto fosse splendida e tenebrosa la nostra amicizia, di quanto fosse stato lungo e complicato il dolore di Lila, di come esso durasse ancora e sarebbe sempre durato." Concludo con l'ultima frase del libro e consigliando la lettura di questa splendida storia: "A differenza che nei racconti, la vita vera, quando è passata, si sporge non sulla chiarezza ma sull'oscurità. Ho pensato: ora che Lila si è fatta vedere così nitidamente, devo rassegnarmi a non vederla più."

Leggi la recensione

26/01/2016 - Matik2003
utente
"....è buona regola non pretendere chissà che ma godersi il possibile." Quando ho finito questo libro, il quarto ed ultimo della saga dell'Amica Geniale, mi sono sentita persa, ho pensato: "Ed ora, che faccio senza Lila e Lenù?", lo so può sembrare esagerato ed assurdo, ma quando ti appassioni ad una storia bella, scritta con maestria, poi è difficile farne a meno, resti come sospesa, pensi ora troverò nuove letture che possano coinvolgermi allo stesso modo e farmi sentire soddisfatta? La Ferrante non ha mai avuto un cedimento nel raccontarci la storia delle due amiche, pagina dopo pagina, non c'è mai stato un momento nel quale mi sia annoiata od abbia pensato -la sta tirando troppo per le lunghe-, tutto è perfettamente perfetto, oltre a Lila e Lenù, c'è anche la storia dell'Italia dagli anni 50 fino ai giorni nostri, mi hanno impressionato le pagine che ripercorrono le ore terribili di quella maledetta domenica del 23 novembre 1980 quando tutto il meridione fu scosso dal terremoto che distrusse tanti piccoli paesi dell'Irpinia, gli anni bui del terrorismo, la piaga della droga, i movimenti femministi, i ruggenti anni della democrazia cristiana, la scalata dei socialisti, gli agguati di camorra, le brigate rosse e poi Napoli: una città bellissima, dai mille contrasti estremi, che Lenù e Lila amano ed odiano nella stessa identica maniera. "Essere nati in questa città serve a una cosa sola: sapere da sempre, quasi per istinto, ciò che oggi tra mille distinguo cominciano a sostenere tutti: il sogno di progresso senza limiti è in realtà un incubo pieno di ferocia e di morte." "Storia della bambina perduta" continua a raccontare di Lila e Lenù, che si avvicinano di nuovo, riallacciano il rapporto di amicizia che si era allontanato, ma mai spezzato, Lenù capisce ed aiuta la mamma con la quale aveva sempre avuto un rapporto difficile, Lila, invece, sarà costretta ad affrontare un dolore, dal quale non è possibile riprendersi mai più, continuerà a viveve, ma senza viver più realmente. "Io ero io (Lenù) e proprio per questo motivo potevo farle spazio in me darle una forma resistente. Lei invece non voleva essere lei (Lila), quindi non sapeva fare lo stesso. La tragedia di Tina, il fisico debilitato, il cervello allo sbando certamente concorrevano alle sue crisi. Ma il malessere che chiamava smarginatura aveva quella ragione di fondo." Passione, odio, amore,amicizia, invidia, tradiementi, indifferenza, arrivismo e tanto altro, il libro è un condensato di sentimenti, di vita vissuta, Lila rimarrà sempre la più forte colei che conduce, ma sarà Lenù a spiccare il volo, quella che farà le scelte difficile, ad affermarsi e con la sua pazienza e amore a tenere saldo il rapporto di amicizia tra le due ed alla fine tutto ritornarà al principio dalle due piccole bambine che persero le bambole nella cantina di Don Achille.... "Ogni rapporto intenso tra essere umani è pieno di tagliole e se si vuole che duri bisogna imparare a schivarle. Lo feci anche in quella circostanza e alla fine mi sembrò di essermi solo imbattuta in un'ennesima prova di quanto fosse splendida e tenebrosa la nostra amicizia, di quanto fosse stato lungo e complicato il dolore di Lila, di come esso durasse ancora e sarebbe sempre durato." Concludo con l'ultima frase del libro e consigliando la lettura di questa splendida storia: "A differenza che nei racconti, la vita vera, quando è passata, si sporge non sulla chiarezza ma sull'oscurità. Ho pensato: ora che Lila si è fatta vedere così nitidamente, devo rassegnarmi a non vederla più."

Leggi la recensione

Immagine non disponibile

I giorni dell'abbandono

Vai al libro

Immagine non disponibile

L'amica geniale

Vai al libro

Immagine non disponibile

Storia del nuovo cognome

Vai al libro

Immagine non disponibile

Storia di chi fugge e di chi resta.L'amica geniale

Vai al libro

Immagine non disponibile

La figlia oscura

Vai al libro

Immagine non disponibile

L'amica geniale

Vai al libro

Immagine non disponibile

Storia della bambina perduta. L'amica geniale

Vai al libro