Le ceneri di Angela
  • 9788845915611
  • Gli Adelphi
  • 2008 (6°edizione)

Le ceneri di Angela

di Frank McCourt

"Ripensando alla mia infanzia, mi chiedo come sono riuscito a sopravvivere. Naturalmente è stata un'infanzia infelice, sennò non ci sarebbe gusto. Ma un'infanzia infelice irlandese è peggio di un'infanzia infelice qualunque, e un'infanzia infelice irlandese e cattolica è peggio ancora". Uno dei romanzi degli ultimi anni più amati in tutto il mondo. (tratto da copertina "Le ceneri di Angela").


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Commenti (6)

18/02/2012 - sofia
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Riuscire a divertire il lettore narrando la propria storia, storia di una miseria nera della propria famiglia, non è certamente da tutti. Frank McKourt ne Le ceneri di Angela.Dirà "Ripensando alla mia infanzia, mi chiedo come sono riuscito a sopravvivere. Naturalmente è stata un'infanzia infelice, sennò non ci sarebbe gusto. Ma un'infanzia infelice irlandese è peggio di un'infanzia infelice qualunque, e un'infanzia infelice irlandese e cattolica è peggio ancora."Il libro narra la storia di se stesso Frankie, un ragazzino sensibile e intelligente che narra la sua infanzia con numerosi fratelli, un padre alcolizzato che si spende i soldi del sussidio nei pub che dall'America torna in Irlanda dove però nulla cambia e ricorrente sarà il sogno del piccolo Frankie il ritorno in America. La storia è sicuramente strappalacrime eppure l'autore riuscirà con il suo stile scoppiettante a strapparci non solo il sorriso, ma anche sane risate." Dietro di me Paddy Clohessy mugugna: - L'animaccia di Euclide...- Tu, sbraita Puntino, come ti chiami? -Clohessy, signor maestro- Ah, il piccolo cammina su una gamba sola. E mi diresti anche il tuo nome di battesimo? -Paddy- Paddy cosa? -Paddy, signor maestro- Bene, Paddy, e cos'è che stavi dicendo a McCourt? -Dicevo che dovremmo metterci in ginocchio e ringraziare Dio di averci mandato Euclide- Sì, figuriamoci, Clohessy. Vedo già la menzogna marcirti fra i denti. Cos'è che vedo, bambini? -La menzogna, signor maestro- E che cosa fa la menzoga, bambini? - Marcisce, signor maestro- Dove, bambini? -Fra i denti di Clohessy, signor maestro- Euclide, bambini, era greco. Che cos'è un greco, Clohessy? -Una specie di forestiero, signor maestro- Clohessy, sei un imbecille. Allora, Brendan, tu saprai sicuramente che cos'è un greco. -Si, signor maestro. Euclide era un greco-"Tutto si racchiude in questo romanzo autobiografico bambini allo sbando pieni di fame, ma con risorse per sopravvivere,la figura inetta del padre che non riesce a sconfigger e il suo vizio per l'alcol, una madre che lotta, ma che nello stesso tempo è rassegnata alla sua condizione di donna sottomessa,i preti boriosi, i maestri arroganti, l'atavico odio degli irlandesi per gli inglesi " e le cose tremende che ci hanno fatto per ottocento lunghi anni..." La storia si protrae fino ai suoi 19 anni di Francis, come un cammino verso la speranza di un’esistenza migliore.Da leggere!

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27/05/2012 - debnik
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Credo che nessuna recensione o commento possano descrivere questo libro meglio della quarta di copertina: "Ripensando alla mia infanzia, mi chiedo come sono riuscito a sopravvivere. Naturalmente è stata un'infanzia infelice, sennò non ci sarebbe gusto. Ma un'infanzia infelice irlandese è peggio di un'infanzia infelice qualunque, e un'infanzia infelice irlandese e cattolica è peggio ancora". In questo romanzo McCourt racconta la fame, il freddo, la povertà, le differenze di ceto, la morte di tre fratelli, il padre che si beveva la paga... Mi è venuto da fare un parallelo con Dickens. Anche lui nei suoi libri narra gli stessi temi ma lo fa in modo spesso ironico e non pesante. C'è sempre speranza nei suoi personaggi. Il lettore entra nella storia e, pur con tutta l'indignazione che riesce a far nascere, a chiusura del libro resta consapevole di aver letto una realtà lontana, una storia insomma. McCourt invece tocca corde diverse. Racconta senza mezzi termini, senza abbellimenti, senza ironia. A volte mi ritrovavo a chiudere il libro e chiedermi "ora cosa faccio da mangiare ai miei figli?" quasi avessi il timore di non avere il frigor pieno. O i soldi per la spesa. Mio figlio a volte mi chiede: "mamma, ma noi siamo poveri?". Ora, dopo questo libro gli risponderò: "no, perché abbiamo una casa, dei vestiti, del cibo e la possibilità di andare a scuola. Tutto il resto è superfluo". Insomma, non sono povera perché non posso comprare la Play Station3. Quello, è solo un bisogno indotto. Come tanti altri in questa società egoista pur nel suo convinto cattolicesimo.

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29/12/2012 - Matik2003
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viva l'irlanda! ritratto di un Irlanda povera vista con gli occhi di un bambino con tanta autoironia nonostante le grandissime difficoltà che la vita ogni giorno gli fa affrontare, ma alla fine vincerà andrà in America ed dicenterà uno scrittore affermato la storia vera dell'autore del libro da leggere interessante!

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29/04/2013 - Maria Branchitta
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L'ho letto alle scuole superiori su richiesta della prof e mi è piaciuto tantissimo. Lo stile ironico è la chiave del libro il quale senza di esso sarebbe solo un quadro triste. La descrizione dell'epoca storica e della vita che si conduceva è una fotografia che non sbiadisce. Bellissimo!

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19/01/2014 - Gino
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Le ceneri di Angela è un libro dello scrittore statunitense di origine irlandese Frank McCourt del 1996, pubblicato in Italia da Adelphi nel 1997. È stato tradotto in 30 lingue e ha venduto oltre 20 milioni di copie. Nel 1999 ne è stato tratto l'omonimo film per la regia di Alan Parker. Per questo libro, Frank McCourt ha vinto nel 1997 il Premio Pulitzer. Il libro è l'autobiografia romanzata dell'autore, cresciuto poveramente nell'Irlanda del primo dopoguerra, e ne segue lo sviluppo fino alla giovinezza. Dal risvolto di copertina: “Non capita spesso che la passione, condivisa da innumerevoli lettori, per il libro di uno sconosciuto si manifesti con tanta, travolgente, immediatezza. E dire che Frank McCourt, un sessantenne al suo esordio letterario, aveva previsto che Le ceneri di Angela sarebbe stato definito «come per lo più avviene con i libri irlandesi di memorie, “incantevole e lirico”» e che avrebbe avuto come unico esito un certo numero di «brevi e simpatiche recensioni». Ma che cosa incontriamo nelle pagine delle Ceneri di Angela? La storia di «un’infanzia infelice irlandese», il che «è peggio di un’infanzia infelice qualunque, e un’infanzia infelice irlandese e cattolica è peggio ancora». Siamo negli anni fra le due guerre e le travagliate vicende coinvolgono una famiglia così misera che può guardare dal basso alla povertà, fra un padre perennemente ebbro e vociferante contro il mondo e gli inglesi e i protestanti e una madre che sbrigativamente trascina la sua tribù verso la sopravvivenza. Materiale pregiato per ogni sorta di patetismo. E invece qui avviene uno stupendo rovesciamento. Tutto ci arriva attraverso gli occhi e la voce del protagonista mentre vive le sue avventure. Questo ragazzino indistruttibile, sfrontato, refrattario a ogni sentimentalismo, implacabile osservatore – come solo certi bambini sanno esserlo –, crea con le sue parole, con il suo ritmo, un prodigio di comicità e vitalità contagiose, dove tutte le atrocità, pur senza perdere nulla della loro spesso lugubre asprezza, diventano episodi e apparizioni di un viaggio battuto dal vento verso una terra promessa che sarà, nei sogni infantili di quegli anni come in quelli del Karl Rossmann di Kafka, l’America. Le ceneri di Angela è apparso per la prima volta nel 1996”. Bello, una storia di una famiglia, dell’Irlanda in piena povertà, si racconta della sventura, dei dolori, dei vizi, delle credenze, di amori, tutto per seguire un sogno, il sogno che anche tanti in italiani hanno sognato, sperato, e magari anche raggiunto. Quella terra della possibilità, una nuova vita, la riossigenazione del sangue: la libertà sperata, la libertà raggiunta. “Naturalmente è stata un'infanzia infelice, sennò non ci sarebbe gusto. Ma un'infanzia infelice irlandese è peggio di un'infanzia infelice qualunque, e un'infanzia infelice irlandese e cattolica è peggio ancora”.

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15/07/2014 - simona72
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la vera storia dell'infanzia poverissima e molto sofferta dell'autore, Frank Mc Court, in una cittadina irlandese piovosa e cattolica.. toccante

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