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22/09/2013 - JbKg
Il buon vino sta nella botte piccola. Può accadere anche nei libri. Questo, di primo acchito, mi ha attratto e respinto allo stesso modo. Attratto perché possiede un titolo che mi sembrava quasi un ossimoro (un killer sentimentale?). Respinto perché sono sempre stato un cultore dei libri grossi, e non capivo bene come in così poche pagine (nemmeno cento nell'edizione che ho letto ) si potesse sviluppare una solida trama. Quindi mi buttai su quest'opera non sapendo bene cosa aspettarmi, seppur il nome dell'autore mi desse delle buone speranze. La cosa che posso sicuramente dire di questo piacevolissimo volumetto è che lo spazio è ottimizzato benissimo. Distruggendo completamente i miei dubbi, Sepùlveda è riuscito in poco spazio a creare un ambiente e una vicenda entrambe ottime. Il nostro protagonista, un sicario di professione, ci rende partecipi del suo ultimo "lavoro" (che poi si dimostrerà, per vari motivi, l'ultimo di una prolifica carriera), raccontato, come suggerisce il titolo, in forma di diario. Il nostro killer rappresenta un'eccezione nella sua categoria, dato che è forse l'unico ad avere una relazione fissa con una donna, conosciuta tre anni prima (in genere, come ci dice lui stesso, quelli come lui sfamano il loro appetito sessuale con sveltine da una notte). Ma, forse le lunghe e ripetute separazioni tra i due (lui infatti non vuole che lei lo segua per i suoi incarichi), portano la ragazza a tradirlo per mettersi con un altro uomo, e questo proprio quando il nostro sicario riceve il suo ultimo incarico. Egli dovrà quindi riuscire a mettere da parte il peso del suo amore tradito per riuscire a portare a termine la sua ultima missione, che coinvolgerà la sua donna amata. L'unica pecca, secondo me, è il finale un po' prevedibile, che evito di raccontare per evitare di rovinare l'eventuale lettura del libro da parte di altri utenti. Libro che comunque, secondo me, avrebbe potuto avere altre mille pagine in più riuscendo ugualmente a non stancare il lettore.
