Due
  • 9788845924729
  • Adelphi
  • 2010

Due

di Irène Némirovsky

"Come avviene, nel matrimonio, il passaggio dall'amore all'amicizia? Quando si smette di tormentarsi a vicenda e si comincia finalmente a volersi bene?" Si chiede uno dei protagonisti, e la domanda costituirà il filo conduttore del libro. Il tempo riserverà una sorprendente rivelazione: che quell'"essere due" che del matrimonio costituisce l'essenza, conferiscono alla coppia una sorta di "invincibilità".


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Commenti (5)

16/10/2011 - dannyy
utente
Una storia a più voci, o meglio, a più anime. Che parlano di passione e amore, sofferenza e devozione, cambiamenti, amanti, figli, genitori, matrimonio e ancora di più... Un mondo intero di pensieri ed emozioni scorrono in questo romanzo ambientato alla fine degli anni '20, ma attualissimo nelle sue considerazioni. La scrittura è piacevole ed agile.

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01/01/2012 - emera
utente
Il giovane predilige la realtà; l'uomo maturo la subisce "Sono forse felice io? Eppure ho quello che desideravo. Ho avuto Antoine. Ma non lo amo più...O meglio, no, questo è un giudizio troppo categorico...tagliato con l'accetta...Gli voglio bene, è un buon compagno, la sua morte mi getterebbe nella disperazione, ma non ha più alcun potere su di me...Non ha più il potere di farmi soffrire, nè di darmi la felicità. Non mi sentivo infelice quando lui non c'era. Il suo ritorno mi ha dato un momento di gioia, ma solo un momento...La sua presenza mi rasserena...ma non ho più curiosità nei suoi confronti, né desiderio...quante lacrime, quante notti insonni per cercare di capirlo, di conoscerlo! E posso dire, adesso, di conoscerlo?Ahimè no, meno di prima! Lo sento ancora impenetrabile, a volte ostile...Ma non faccio niente per scoprire quello che vuole nascondermi. Antoine non mi interessa più. E questa mancanza di curiosità, questa passività hanno spento in me ogni fonte di sofferenza e di felicità. ... E adesso quante catene ci legano nostro malgrado, e ci legheranno per sempre! Come ci si affretta ad amare quando si è giovani! Quanta paura abbiamo di aspettare! Quanta fretta di fare una scelta definitiva, di indirizzare la nostra vita in quella o in questa direzione! Rinfacciamo all'esistenza quella parte di fatalità sulla quale non abbiamo alcuna possibilità di intervento. Essa, al contrario, è fin troppo docile, malleabile; assume troppo facilmente, non dico la forma, ma almeno l'aspetto caricaturale dei nostri desideri..." E dunque il matrimonio è necessariamente questo? Un punto di arrivo, quella pace dell'anima alla quale si giunge dopo "l'ebrezza triste e folle dell'amore" giovanile? Davvero si sopravvive solo passsando per la menzogna, l'adulterio, l'apparenza, la maschera? E accettare come inevitabile questa situazione, anzi auspicandola e compiacendosene? Pensa Antoine, alla fine del romanzo:"La donna che ho amato di più non è questa, ma, in punto di morte, rimpiangerò ciò che mi unisce a lei più di quanto non abbia rimpianto la passione. La passione sembra un dono di Dio, troppo bello per essere vero. Si sente che Lui ce la concede solo per un certo tempo; una cosa così, invece, è tutta conquistata a fatica, accumulata , distillata come un miele. E un giorno ci toccherà abbandonare anche questo. Che peccato..." E' il primo romanzo della Némirovsky che leggo e devo dire che mi ha lasciata spiazzata, segnata e con la voglia di leggere ancora questa autrice così giovane - è morta alla mia età - ma già così capace di comprendere a fondo i sentimenti e le passioni umane.

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12/12/2012 - Gino
utente
Mi ritrovo qui a parlare del secondo libro che leggo di Irène Némirovski, “Due” ultimo libro pubblicato da Adelphi dell’autrice. Una storia di guerra, d’amore, di vincita verso quella paura che entra e non vuole più lasciarti andare via. Attraverso il conoscersi prima le ritrosie e gli imbarazzi di un’adolescenza inibitiva, e dopo l’evolversi verso l’apertura e la conferma, quasi suggello attraverso il matrimonio del sentimento. Tutto è visto attraverso vari interrogativi, e attraverso due famiglie che fanno da centro alla vicenda e allo scambio amoroso, come la famiglia dei Segré di orgine ebraica, che subito mi ha fatto venire alla mente le vicende turbinose che hanno vista protagonista Irene destinata a morire nei campi di concentramento. Un libro evocativo, che ti fa riflettere, che si assorbe con un carattere multiforme tra rabbia per quello che non è stato e speranza per quello che forse arriverà.

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29/12/2012 - Matik2003
utente
"L'amore lo concepisco unicamente come qualcosa di assoluto, e deve racchiudere il sè, perfette, la fedeltà, la comprensione, l'amicizia." Questa frase tratta dal libro rispecchia in pieno la mia opinione sulla vita di coppia, la Nèmirovsky fa, invece, un ritratto molto più crudo del matrimonio che deve farci riflettere, nonostante sia stato scritto nel 1920 circa è un testo attualissimo che le giovani coppie dovrebbero leggere per capire le mille sfaccettature che proviamo quando un uomo ed una donna si incontrano e iniziano a vivere qualcosa di speciale. All'inizio è la passione quella che trascina la coppia ed è in quel momento che si vive la completa felicità intervallata da dolorosa sofferenza e angoscia dopo avvenuto il matrimonio tutto si riduce in abitudine, ci si adatta alla vita di tutti i giorni, con i figli che arrivano e gli amanti nascosti, però quei giorni in comune, ora dopo ora vissuti insieme alla fine ne fanno una cosa sola (due) "come due fiumi che hanno mescolato il loro corso". "La donna che ho amato di più non è questa, ma, in punto di morte, rimpiangerò ciò che mi unisce a lei più di quanto non abbia rimpianto la passione. La passione sembra un dono di Dio (troppo bello per essere vero). Si sente che Lui ce la concede solo per un certo tempo; una cosa così, invece, è tutta nostra....conquistata a fatica, accumulata lentamente, distillata come un miele. E un giorno ci toccherà abbandonarla, abbandonare anche questo. Che peccato....".

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22/08/2016 - sofia
utente
Leggere più libri di Irene Nemirowski sembra che le storie e i protagonisti si assonalizzando per esempio Due si nota la profonda analisi che l'autrice dà del periodo dopo la Grande Guerra, le passioni e la smania di vivere dei giovani scampati alla brutale convivenza nelle trincee agli assalti dove non essere colti a morte era pura fortuna. Logico che i sopravvissuti abbiano la smania di vivere la voglia di sensualità e il desiderio di ricavare piacere in ogni occasione. Questo è il filo conduttore anche se alla fine i protagonisti si chiederanno "Come avviene, nel matrimonio, il passaggio dall'amore all'amicizia? Quando si smette di tormentarsi a vicenda e si comincia finalmente a volersi bene?"e questo sarà il filo conduttore del libro. Ottima l'introspezione dei personaggi. Consigliato!

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