Si può scrivere un saggio usando la tecnica del romanzo? Cioè facendo in modo che siano dei personaggi di fantasia e non l'autore, a esporre i temi e le problematiche da affrontare?... Detto in termini televisivi, può un documentario avere la struttura di una fiction? La risposta è sì. Specialmente quando gli argomenti sono molti, e richiederebbero più di un libro. Inoltre, dal punto di vista di chi legge, la forma narrativa è più divertente di quella della saggistica: una sceneggiatura d'avventura è generalmente più godibile di un trattato. Da questa convinzione è scaturito "L'Uomo Nuovo". Nel 2002 mi venne voglia di scrivere un giallo. Un bell'intrigo internazionale. Da qualche anno avevo anche intenzione di metter giù dei saggi che facessero impietosa pulizia di un cumulo di bufale (Priorato di Sion, Rosacroce, Rennes-le-Château, 'facce' su Marte...) e di menzogne (Massoneria, omicidio Moro, Torri Gemelle, Echelon, petrolio, guerra in Iraq...) su cui la gente si appassiona e si arrovella da sempre, alla ricerca di una verità che i ciarlatani da un lato e i governanti dall'altro sono avvezzi a celare con pari abilità. A inizio 2005, sfinito, entrai in tipografia con un voluminoso manoscritto: parafrasando il veterinario del famoso spot di un amaro, «era stata dura, ma ce l'avevo fatta». Una serie di "documentari" erano diventati un unico "film d'azione". Avevo riunito narrativa e saggistica in un solo elettrizzante libro. Questo. Che ad anni dall'uscita, pur snobbato dall'editoria ufficiale italiana, continua a conquistare proseliti ed è arrivato alla seconda edizione. Un'opera che, non potendo essere distribuita nelle librerie italiane, grazie al web riesce comunque a trovare posto nella libreria più importante. La tua.