La pianista bambina
  • 9788856618150
  • Piemme
  • 2010

La pianista bambina

di Dawson Greg

Per cinquant'anni della sua vita, il 25 dicembre Greg ha festeggiato con la famiglia il Natale e il compleanno di sua madre. E neppure un giorno, per mezzo secolo, ha sospettato quale enorme segreto potesse nascondersi dietro le candeline soffiate, i regali e gli addobbi. Un segreto che sua madre, a più di ottant'anni, decide di svelare. Ed è così, all'improvviso, che la storia, la Grande Storia, entra nella vita di Greg, con un consunto spartito di Chopin che la donna, musicista di talento, conserva religiosamente. Il racconto inizia molto tempo prima, in Ucraina, dove la piccola Zhanna, sostenuta dal padre, un pasticciere di Minsk, studia pianoforte rivelando da subito un talento non comune. Ma quando, nel 1941, i tedeschi invadono l'Ucraina e moltissimi ebrei, compresa la sua famiglia, vengono deportati verso i campi di sterminio, il suo sogno di bambina si trasforma in incubo. "Ci hanno messi in colonna, diretti a nord. Sapevamo che ci avrebbero uccisi, perché a nord non c'era niente. Mio padre allora mi diede la sua giacca e mi disse: 'Non m'importa come, ma vivi'". Da quel giorno, Zhanna non sarà più Zhanna. Si chiamerà Anna, invece. Avrà un nuovo atto di nascita, un nuovo compleanno, una nuova religione. Solo quello spartito di Chopin nascosto sotto i vestiti a proteggerla dalla follia e dall'orrore del mondo, unico brandello di infanzia che le è rimasto. Fonte http://www.ibs.it/code/9788856605600/dawson-greg/pianista-bambina.html


Acquista su Amazon.it
Acquista su ibs.it

Commenti (2)

09/02/2012 - Gino
utente
La storia di questo libro prende vita grazie a Greg Dawson figlio di un’ebrea che dopo aver conosciuto la storia di sua madre, riesce a ricostruire e raccontare le stragi perpetrata agli ebrei degli anni ’30 in un Ucraina sotto l’assedio tedesco. Ci troviamo a Bloomington a ottanta chilometri a sud di Indianapolis, la capitale dello stato. Qui dove Hoagy Carmichael compose la famosa Staratisi, il premio Pulitzer Ernie Pyle ha studiato giornalismo, Alfred Kinsey ha scoperto il sesso e il dentifricio Crest ha sconfitto la carie dentale. Bloomington era in quegli anni un’oasi di cultura, tecnologia e pensiero progressista. Protagoniste assolute sono Zhanna e Frina, le due sorelle ebree che miracolosamente sfuggono alla strage. La guerra e i nazisti le avevano portato via tutto il resto, tutto tranne lo spartito che aveva infilato nella camicia alcuni attimi prima di abbandonare la sua casa sotto la minaccia delle armi. Per sei mesi lei e sua sorella avevano continuato a fuggire, a nascondersi e a sopravvivere. Gli ebrei di Kharkov venivano fatti marciare in colonne ordinate verso una destinazione ignota. I nazisti dicevano che li stavano portando in un campo di lavoro, ma il padre di Zhanna non ci credeva. Aveva corrotto una guardia e le sorelle erano scappate. Avevano trovato rifugio presso una famiglia di coraggiosi gentili che le avevano aiutate a darsi una nuova identità. Zhanna e Frina Arsanskaija avevano cessato di esistere. Si rivolgevano l’una all’altra usando solo i nomi fittizi, Anna e Marina. Erano arrivate fortunosamente a Kremenchug, una cittadina ucraina circa centoquaranta chilometri a sudest di Kiev, e per un po’ avevano vissuto nell’anonimato di un orfanotrofio. Poi un giorno il direttore le aveva sentite suonare Chopin su un vecchio pianoforte e la voce del loro precoce talento si era diffusa rapidamente. Erano state costrette a esibirsi per il direttore della scuola di musica della cittadina, che le aveva subito inserite in una compagnia di artisti che si esibiva nel teatro cittadino. Ben presto a Zhanna era stato chiesto di suonare da sola. Ma non avrebbe suonato per gli abitanti della città, la compagnia non era per loro. Serviva esclusivamente a far divertire le truppe naziste che occupavano Kremenchug. I soldati si annoiavano e avevano bisogno di qualche svago, a parte bere e gozzovigliare. Zhanna si sarebbe esibita per le stesse persone che avevano distrutto la sua famiglia e tutto ciò che conosceva. Ma non aveva scelta: rifiutarsi sarebbe servito solo a destare sospetti. Zhanna Ero nata indaffarata, divorata dalla curiosità. Non c’era mai il tempo sufficiente per andare in tutti i posti dove voleva andare. Il bazar, le spiagge, le chiese, i negozi, l’ospedale, il cimitero che sorgeva su un’alta collina che si affacciava sulla città. Ma il luogo che preferiva in assoluto era la farmacia, dove ammirava l’assortimento di flaconi di medicinali ed era affascinata dai farmacisti alle prese con la loro misteriosa arte. Il canto funebre l’attirava inesorabilmente. Per essere un’ebrea la cui famiglia non andava mai in sinagoga, Zhanna trascorreva un sacco di tempo in chiesa, e si accodava a ogni corteo funebre che vedeva. La musica era una calamita. La marcia funebre era sempre la stessa per tutti. Zhannať era il nome russo piů simile a Giovanna. Quando nacque Zhanna, nel 1927, sua madre non poteva sapere che il nome che aveva scelto sarebbe stato profetico, che Zhanna, come la sua omonima messa al rogo per eresia, un giorno avrebbe dovuto affrontare un nemico che faceva ricorso alla cremazione come strumento di guerra. Arrivò il giorno del debutto radiofonico Zhanna avrebbe suonato l’Invenzione a due voci n. 1 in do maggiore di Bach. A Berdyans’k la corrente elettrica andava e veniva continuamente. Zhanna rimase nel buio piů totale, ma la stazione rimase in onda. Doveva continuare a suonare! Suonò fino alla fine senza alcuna esitazione. Sapevamo che dovevamo andarcene prima che ci portassero via tutto. Gli Arsanskij decisero di trasferirsi a Kharkov, una grande città a circa quattrocento chilometri a nord di Berdyans’k. La sorella di Sara, Eve, viveva laggiů con suo marito, Semyon, e le loro due figlie, Tamara e Celia, le cugine di Zhanna. Laggiů ci sarebbe stato senz’altro più lavoro per Dimitri, che sperava che Zhanna e Frina venissero ammesse al prestigioso conservatorio cittadino. Nel conservatorio grazie al professor Luntz riuscirono ad ottenere a Mosca un’audizione privata con il professor Alexander Borisovic Goldenweiser. Per due giovanissime e sconosciute pianiste suonare per Goldenweiser era come per un giovane seminarista ottenere un’udienza con il papa. Zhanna era perfettamente consapevole della sua importanza. Le sorelle nel frattempo entrano nella Scuola 13 dove Zhanna conobbe Irina timida e studiosa, che si sentiva più a suo agio in compagnia di Tolstoj, Dostoevskij e Puskin, di Twain, Dreiser e Maupassant. (Forse il mio personaggio preferito) La scuola poco dopo venne trasformata in un centro di evacuazione per alloggiare i profughi che arrivavano dall’Ucraina occidentale. L’immaginazione di Irina era accesa dalle favole - russe, tedesche, francesi - dalla poesia di Puskin, dai racconti di Turgenev e di Cechov e dalle traduzioni di classici occidentali quali Tom Saivyer e Le avventure di Huckleberry Finn, Robinson Crusoe, I viaggi di Gulliver, L’isola del tesoro e L’ultimo dei Mohicani. Vediamo ora che l’oggetto più importante per la famiglia, l’unione, l’armonia, la passione viene deturpato dai soldati Il violino era come un membro della famiglia. Veniva suonato e ascoltato ogni giorno. Zhanna vediamo riuscirà a fuggire dalla lunga marcia e si troverà dopo tante peripezie finalmente in America dove avrà molte delusioni ma alla fine verrà ospitata da una famiglia benestante che gli dirà che la sorella si è riuscita a salvare e finalmente le due sorelle si rincontreranno e assisteranno sul filo delle emozioni al concerto Vladimir Horowitz a Bloomington. Un libro speciale, commovente, un inno alla vita che da il coraggio di vivere e sopravvivere da leggere sicuramente!

Leggi la recensione

14/02/2012 - sofia
utente
Leggere un libro come La pianista bambina di Greg Dawson non è semplicemente leggere un libro autobiografico sull'Olocausto,ma immergersi in un mondo fatto dell'amore per la musica, la grande musica per intenderci quella di Chopin, Mendelsson,Bach, Beethoven e dei loro grandi interpreti pianisti famosi .Greg Dawson narra la storia di sua madre pianista bambina prodigio e "...mi resi conto che mia madre era diversa dalle altre madri che abitavano nel nostro quartiere, nell'Indiana. Mi parlava in russo, oltre che in inglese, e ogni giorno suonava il pianoforte per ore. La sera a letto mi addormentavo ascoltando le note di Chopin, di Brahms o di Dvořák che provenivano dal soggiorno. Mia madre aveva la carnagione olivastra – una eredità delle orde mongole che avevano invaso e occupato alcune zone della Russia nel XII secolo – e la mia pelle color caffelatte mi distingueva dai mie compagni di giochi dalla carnagione candida"La nonna di Greg Sara viveva a "...mi resi conto che mia madre era diversa dalle altre madri che abitavano nel nostro quartiere, nell'Indiana. Mi parlava in russo, oltre che in inglese, e ogni giorno suonava il pianoforte per ore. La sera a letto mi addormentavo ascoltando le note di Chopin, di Brahms o di Dvořák che provenivano dal soggiorno. Mia madre aveva la carnagione olivastra – una eredità delle orde mongole che avevano invaso e occupato alcune zone della Russia nel XII secolo – e la mia pelle color caffelatte mi distingueva dai mie compagni di giochi dalla carnagione candida" La nonna di Greg Sara viveva a "...mi resi conto che mia madre era diversa dalle altre madri che abitavano nel nostro quartiere, nell'Indiana. Mi parlava in russo, oltre che in inglese, e ogni giorno suonava il pianoforte per ore. La sera a letto mi addormentavo ascoltando le note di Chopin, di Brahms o di Dvořák che provenivano dal soggiorno. Mia madre aveva la carnagione olivastra – una eredità delle orde mongole che avevano invaso e occupato alcune zone della Russia nel XII secolo – e la mia pelle color caffelatte mi distingueva dai mie compagni di giochi dalla carnagione candida"La nonna di Greg Sara Arŝanski viveva a Kharkov in Ucraina appassionata della storia di Giovanna D'Arco aveva dato alla sua prima figlia il nome di Zhanna che in russo corrispondeva al nome di Giovanna.Dopo due anni nasceva un'altra figlia alla quale veniva dato il nome di Frina. Il padre Dimitri, di origini ebree, era un caramellaio appassionato di musica,suonatore dilettante di violino, e trasferì alle due figlie la passione per la musica.Tutte e due le figlie erano estremamente dotate per il pianoforte tanto che ottennero una borsa di studio presso il prestigioso Conservatorio di Mosca.Purtroppo gli Arŝanski non poterono trasferirsi a Mosca e questo segnerà il loro destino quando i tedeschi invasero la Russia.Miracolosamente Zhanna e Frina riuscirono a sopravvivere alla strage che annientò tutta la loro famiglia e grazie alla loro bravura come pianiste si esibirono proprio davanti agli assassini dei loro genitori. Un libro intenso e commovente proprio perchè vero e che ci avvicina ad un'altra faccia dell'Olocausto come nel libro Avevamo spento anche la luna.Per due bambine attorniate da mostri l'unica salvezza e fortuna è stato il loro amore per la musica che le fece sopravvivere a tutto l'orrore che le circondava. Bellissimo! Da leggere!

Leggi la recensione