La sposa di Auschwitz
  • 9788854146563
  • Netwon Compton
  • 2013

La sposa di Auschwitz

di Millie Werber; Eve Keller

Millie Werber ha quattordici anni quando i nazisti invadono la Polonia. La sua cittadina, Radom, viene trasformata in un ghetto e la fabbrica locale in un campo di concentramento. L'unico modo per avere salva la vita è lavorare come operaia per i tedeschi. Ma persino nell'orrore di un lager si può trovare l'amore: proprio qui, infatti, la ragazza conosce Heniek, ebreo costretto a collaborare con gli invasori. I due si scambiano le fedi e una promessa d'amore eterno. Il loro matrimonio, però, dura ben poco: Heniek viene tradito da un altro ebreo e fucilato dai nazisti. A Millie non resta che farsi forza e lottare a ogni costo per sopravvivere e per affrontare l'orrore di Auschwitz. Anni dopo, reduce dal lager e dalla terribile marcia della morte, per la Werber arriverà il momento di rifarsi una vita in America accanto a un altro uomo, il secondo marito, Jack. Eppure il ricordo di Heniek - il primo, grande amore - l'accompagnerà per sempre, proprio come l'anello che lui le aveva donato nel ghetto di Radom. La straordinaria vicenda di questa coraggiosa sopravvissuta ci svela cosa significava vivere nella Polonia occupata dai nazisti e come si possa trovare l'amore vero persino nell'inferno dell'Olocausto.


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Commenti (2)

08/08/2013 - Gino
utente
Questa è una storia dura, ma allo stesso tempo delicata, di una sopravvivenza, di un ritornare a scavare di nuovo in un passato che si vorrebbe tanto non aver vissuto. E’ la storia di Millie Werber che viene raccontata grazie all’aiuto di Eve Keller docente di Letteratura inglese e direttore del dipartimento di Anglistiva della Fordham University. Nel ’39 la Germania invase la Polonia, nel ’41 nella cittadina di Radom furono creati due ghetti e successivamente furono istituiti i campi di lavoro dove furono mandati milioni e milioni di ebrei. Millie contro la sua volontà viene arruolata in una fabbrica di produzione di armamenti fuori dal ghetto, la sua preoccupazione più grande oltre alle brutali condizioni lavorative, e che così facendo non avrebbe potuto rivedere più la sua famiglia. Ma perché proprio a lei? Non era meglio restare nel ghetto? A quindici anni conosce un poliziotto polacco che ha il compito di supervisionare gli ebrei, Heniek, che diventerà il suo amore, proprio in questi luoghi dove l’aridità e lo svilimento dei sentimenti è all’ordine del giorno loro due riescono a condividere ciò che non è solo un agire per interesse. Si può insieme riuscire a sopravvivere? Conoscere l’amore nei campi di concentramento è possibile, o è solo illusione? Un viaggio in Argentina viene offerto ad Heniek e la sua famiglia. Ma qual è la sua famiglia? E’ una trappola? Heniek così chiede a Millie di sposarlo e di partire con lui. Tutto questo progetto resterà solo un bel sogno, Heniek dopo pochi mesi muore, Millie con un po’ di fortuna e tenacia riesce a scampare ad altri massacri. Finisce la guerra, e le deportazioni insieme ai massacri, tutti i reduci dei campi cercano di prendere in mano la loro vita per ridargli un senso. Questo è un progetto comune a tutti i sopravvissuti che poi diviene condivisione tra Millie e Jack che partono per gli Usa in cerca di fortuna, desiderosi di insabbiare un passato e di vivere il presente. Tutto non può essere cancellato completamente, ma la forza di Millie può far comprendere come da ogni sventura ci si può riprendere, si può combattere, si può aiutare a non dimenticare pur cercando un presente diverso. Millie Werber ha dedicato questo intenso e sincero resoconto ai suoi figli, nipoti e pronipoti e ai suoi due grandi amori: uno sfiorito in un istante, l’altro rimasto in fiore per sessant’anni. “Adesso Auschwitz viene chiamata campo di sterminio, la fabbrica della morte. In un solo giorno furono uccise diecimila persone, in totale più di un milione. Sembrava il regno della morte: corpi scheletrici, occhi infossati, fumo nero delle ciminiere. E poi c’era il tanfo, il fetore causato da ciò che bruciava. Ad Auschwitz non cresceva nulla. Quel luogo era più arido di un deserto, come se la natura stessa sapesse che vi regnava la morte. Non c’erano alberi né cespugli, neanche un filo d’erba. Neanche una mosca. Niente. Auschwitz era la fine del mondo, il dominio della morte.”

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15/03/2014 - sofia
utente
Two rings è il titolo originale de La sposa di Auschwitz raccontato da Mille Weber in collaborazione con Eve Keller, insegnante di letteratura. Millie è polacca e aveva 14 anni quando i nazisti arrivano nel suo paese e trasformano una fabbrica in un campo di concentramento.Millie in mezzo all'orrore trova Heinek, (sorvegliante ebreo del campo di concentramento) e sarà amore. Millie non si ricorda se sia stata sposata per poche settimane o dei mesi perchè ha avuto una amnesia di ritorno però due anellini che lei riesce a portare con sè anche ad Auschwitz gli ricordano il suo primo amore .E' un libro toccante come tutte le testimonianze sulla Shoahdove Millie asserisce che ognuno di noi, in qualsiasi circostanza per quanto estrema possa essere può decidere come comportarsi, se essere buono oppure no, giusto oppure no, e questo dovremmo sempre tenerlo presente. Queste testimonianze dovrebbero essere lette da tutti per non dimenticare mai gli orrori vissuti da molti in prima persona. Consiglio!

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