Il gattopardo
  • 9788807810282
  • Feltrinelli
  • 2009

Il gattopardo

di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Don Fabrizio, principe di Salina, all'arrivo dei Garibaldini, sente inevitaile il declino e la rovina della sua classe. Approva il matrimonio del nipote Tancredi, senza più risorse economiche, con la figlia, che porta con sé una ricca dote, di Calogero Sedara, un astuto borghese. Don Fabrizio rifiuta però il seggio al Senato che gli viene offerto, ormai disincantato e pessimista sulla possibile sopravvivenza di una civiltà in decadenza e propone al suo posto proprio il borghese Calogero Sedara. Fonte http://www.lafeltrinelli.it/products/9788807810282/Il_gattopardo/Giuseppe_Tomasi_di_Lampedusa.html


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Commenti (3)

05/03/2012 - sofia
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Un brano "In Sicilia non importa far male o far bene: il peccato che noi siciliani non perdoniamo mai è semplicemente quello di "fare". Siamo vecchi, Chevalley, vecchissimi. Sono venticinque secoli almeno che portiamo sulle spalle il peso di magnifiche civiltà eterogenee, tutte venute da fuori già complete e perfezionate, nessuna germogliata da noi stessi, nessuna a cui abbiamo dato il "la"; noi siamo dei bianchi quanto lo è lei, Chevalley, e quanto la regina d'Inghilterra; eppure da duemilacinquecento anni siamo colonia. Non lo dico per lagnarmi: è in gran parte colpa nostra; ma siamo stanchi e svuotati lo stesso" Il gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.Don Fabrizio è principe, principe di Salina ed il romanzo è tutto imperniato su di lui e sulla sua casata durante un periodo storico eccellente che vede lo sbarco dei Mille nell'intento di riunire la Sicilia nel nascente regno d'Italia.Il brano che ho trascritto si riferisce all'episodio in cui si chiede al Principe di diventare senatore per il suo nome illustre. Il romanzo che da molti viene definito storico in effetti ha più le caratteristiche di romanzo psicologico decadente appunto per le molte riflessioni che il Principe fa sulla situazione siciliana. Il suo grande cruccio è la sensazione che tutto sta cambiando anche se il nipote Tancredi che si unisce ai garibaldini afferma"Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi"Il nipote è il pupillo squattrinato di Don Fabrizio quello che lui vorrebbe come figlio e che per bisogno pur illudendo la cugina preferisce sposare Angelica figlia di un arricchito possidente.La lettura non è delle più avvincenti a mio parere molto più avvincente il film dove forse si è molto sottolineato l'innamoramento del vecchio principe per la futura sposa del nipote.Importante leggerlo perchè dà il quadro della società siciliana dell'800 e l'avanzare di un nuovo establishement.Personaggi ben caratterizzati oltre al Principe ,Tancredi, il gesuita padre spirituale della famiglia e le tre figlie che alla morte del padre si illuderanno di essere ancora antiche principesse. La mia è stata una rilettura ma non credo che lo rileggerò ancora però lo consiglio a chi vuole avere una conoscenza della società siciliana quando i principi erano ancora tali"Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti gattopardi, sciacalli e pecore, continueremo a crederci il sale della terra"

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29/12/2012 - Matik2003
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Un Principe: Don Fabrizio "Il Gattopardo", un nipote Tancredi e la bellissima Angelica! Un grandissimo ritratto di una famiglia siciliana all'inizio della sua decadenza, l'arrivo delle truppe Garibaldine e l'Italia unificata sotto un nuovo Re. In questo periodo è collocato questo splendido romanzo che ci racconta le gesta del Principe Salina, viene analizzato il suo modo di pensare verso il nuovo che avanza, lui rispettato, amato, temuto ed al quale si deve comunque e sempre obbedire adesso è costretto a subire la venuta di nuove persone da corteggiare ed con le quali si deve solidarizzare e confrontare. Un popolo siciliano, che è difficile da assoggettare alle nuove regole "Vengono per insegnarci le buone creanze ma non lo potranno fare, perchè noi siamo gli dèi." Meravigliose sono le descrizioni dello scrittore dei sontuosi ambienti dei palazzi dove questi ricchi vivevano circondati da un'immensa aurea di potenza verso il resto del popolo e dove loro svolgevano la vita di tutti i giorni e nei quali davano dei grandi ricevimenti con balli splendidi, mentre all'esterno tutto stava cambiando loro continuavano a vivere secondo i loro canoni e le loro eterne convinzioni di prestigio. Il capitolo VII dove avviene la morte del Principe è molto toccante, con grande efficacia lo scrittore ci rappresenta "la morte" con le sembianze di una bellissima donna! Un libro da leggere sempre e comunque, consigliatissimo!

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27/03/2014 - Rosa Mazzarrino
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Una scrittura virtuosa e raffinata. Brani intensi che meritano di essere letti e riletti, descrizioni paesaggistiche, richiami artistici, atmosfere tipiche siciliane dal clima alle tradizioni. Uno spaccato storico che in molti punti però può apparire terribilmente attuale. Merita senz'altro di essere considerato un capolavoro.

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