Le vergini suicide
  • 880445993X
  • A. Mondadori
  • 1999

Le vergini suicide

di Jeffrey Eugenides

Un narratore "collettivo", voce di un gruppo di coetanei maschi, rievoca a vent'anni di distanza la vicenda delle cinque sorelle Lisbon, oggetto proibito della loro adolescenza, avvolte in un'aura di mistero che la tragica fine comune - si sono tutte tolte la vita nel breve spazio di un anno - ha fissato per sempre. Nella memoria di questi antichi, tenacissimi spasimanti, esse divengono il simbolo di una possibilità remota e perduta: l'irruzione di un fremito ignoto nel mondo tranquillo, ordinario, opprimente dell'America suburbana degli anni Settanta. Il libro segna l'esordio folgorante di uno scrittore poco più che trentenne, ma già padrone di uno stile e di un universo letterario affatto personali.


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Commenti (3)

12/03/2012 - sofia
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Siamo negli anni ’70. In una cittadina del nord degli Stati Uniti la famiglia Lisbon viene colpita da un grave lutto: la figlia più giovane, Cecilia, di soli tredici anni, si suicida. In poco più di una anno le quattro sorelle seguiranno il suo esempio, di fronte agli sguardi impotenti e innamorati di alcuni coetanei che, a distanza di vent’anni, ancora tenteranno di dare una spiegazione alla tragedia. Un libro particolare Le vergine suicide di Jeffrey Eugenides.A differenza del romanzo Middlesex la voce narrante è corale sono i ragazzi ormai uomini che raccontano la vita nel tranquillo quartiere abitato dalla middle class americana. qui vive la famiglia Lisbon con le figlie Cecilia, Lux, Bonnie, Mary e Therése che hanno tra i 13 e i 17 anni.Tutti i ragazzi ne sono innamorati e vorrebbero frequentarle e tutto il quartiere è attirato inspiegabilmente da questa famiglia spiandone tutti i movimenti. La casa delle sorelle Lisbon appare, all’interno della roccaforte, come la torre più impenetrabile. Una casa spenta e fredda quanto un orfanotrofio religioso, retta da una madre che permette alle proprie figlie di uscire solo per andare a scuola (dove peraltro sono sotto gli occhi del padre, professore) e in chiesa, sempre infagottate in abiti informi; una madre che vieta loro feste, trucco, amici maschi (persino il giardiniere deve abbeverarsi dalla fontanella esterna, essendogli stato negato l’accesso al salotto-tepidarium in cui le sorelle si scambiano chiacchiere, sogni e confidenze, in così stretta simbiosi da avere mestrui sincronizzati). La madre dirige tutto come un direttore d'orchestra e il padre ne subisce il carattere autoritario.Una strana malattia si insinua in questa famiglia senza che nessuno muova un dito per aiutarli. La prima ad ammalarsi è Cecilia la figlia tredicenne che cerca di uccidersi tagliandosi le vene.La piccola Cecilia Lisbon dirà, al medico che, dopo averla salvata dal primo tentativo di suicidio, paternalmente le ricorda che non può sapere ancora “quanto è brutta la vita”: “Dottore, è evidente che lei non è mai stato una ragazza di tredici anni”.Ci riproverà e segnerà la caduta della famiglia. Piano piano come gli olmi del quartiere che soffrono di una strana malattia e vengono abbattuti anche le ragazze Lisbon si avvieranno ad una scelta terribile.I ragazzi osservano da lontano recuperando oggetti delle ragazze e conservandoli come cimeli.Cercheranno di salvarle, ma sarà troppo tardi...Una storia feroce e crudele anche se raccontata con una sottile vena umoristica, con frasi poetiche e descrizioni accurate.Alla fine sorge la domanda Perchè? ma forse la cappa oppressiva instaurata dalla madre non poteva che portare a questo e soprattutto la curiosità senza nessun slancio di aiutare una famiglia chiaramente malata al suo interno ha fatto la sua parte.Lettura molto interessante! Riletto dopo anni non ho che da aggiungere poco. Il libro è incombente nel senso che fin dalle prime pagine si avverte che la famiglia delle sorelle Lisbon è una famiglia malata. Forse una cosa inspiegabile è la curiosità della gente giustificabile invece il desiderio dei ragazzi di conoscere più intimamente le sorelle Il proibito nei giovani ha sempre il suo fascino.“Provare dolore è naturale. Superarlo è una questione di scelta”Le vergini suicide di Jeffrey Eugenides La mattina che si uccise anche l’ultima figlia dei Lisbon (stavolta toccava a Mary: sonniferi, come Therese) i due infermieri del pronto soccorso entrarono in casa sapendo con esattezza dove si trovavano il cassetto dei coltelli, il forno a gas e la trave del seminterrato a cui si poteva annodare una corda.

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18/03/2012 - dannyy
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Leggere Le vergini suicide è come assistere ad un reality-tv: descrizioni di ambienti e situazioni, opinioni e giudizi che vorticano intorno alla breve e "mortale" vita di 5 ragazze, nell'America perbenista e benpensante degli anni '70. Si parte da un dato di fatto esplicitato subito all'inizio della storia -il suicidio delle ragazze- per poi andare a ritroso nel tempo e "sbirciare" il possibile e fare congetture sul "perchè" ed il "come" sia potuto accadere, attraverso un'unica voce narrante maschile. Morbosamente narrante. Interessante lo stile narrativo scelto, queste unità di persone con un'unica voce, una storia che mi ha dato tristezza ma non è però riuscita sufficientemente a coinvolgermi.

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09/06/2015 - -Federica-
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Per essere un romanzo di cui si conosce già la fine, direi che niente viene tolto al desiderio di continuare a leggere. Il tema, delicatissimo, viene trattato con semplicità tramite i ricordi dei compagni coetanei delle protagoniste. L'unica pecca, secondo me, è che a volte viene dato troppo spazio a descrizioni che nulla aggiungono alla storia.

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