mi ha divertito, ma è durato troppo poco perchè si creasse la "dipendenza" che mi capita a volte di provare nei confronti dei protagonisti di un libro. vengono trattati molti argomenti interessanti, ma dire "trattati" è esagerato: vengono solo sfiorati. mosè/momo è un bambino solo, abbandonato da una madre e trascurato da un padre troppo preso dai propri fantasmi. ("il denaro è fatto per essere conservato, mica speso" perchè sembra che lo faccia anche con l'affetto e non solo coi soldi?) momo è solo un bambino che cerca di essere grande: va a prostitute, ma regala loro pupazzetti e una di 22 anni gli sembra vecchia! :) "con ibrahim e le puttane c'era più luce più calore" ecco che ho sentito tutta la solitudine di momo, la tristezza e la noia che prova a casa col padre. persino degli estranei sanno fare meglio di lui. gli insegnamenti di ibrahim quelle piccole perle di calma saggezza mi sono piaciute ("eduxìcato va bene. cordiale è meglio) e mi hanno commossa ( "e quello che non dai è perduto per sempre), ma ho sentito la mancanza di una vera trama e di un finale degno di essere chiamato tale