paura
  • 9788845926341
  • Adelphi
  • 2011

paura

di Stefan Zweig

Irene Wagner, bella viennese della migliore borghesia e moglie di un noto penalista, sta scendendo rapida le scale di una casa non sua dopo aver fatto visita all'amante, un giovane pianista. Ma lì, su un pianerottolo, il fato la attende sotto le spoglie di una sordida ricattatrice. Quella donna sa tutto di lei. E Irene cede, e paga. Da quel momento comincia l'incubo: le richieste di denaro aumentano vertiginosamente, e lo sguardo indagatore del marito, l'avvocato Wagner, ormai la atterrisce – certo sospetta qualcosa, forse ha subodorato l'inganno. E quello che le ha fatto notare un giorno, come per caso, raccontandole delle sue esperienze professionali, è atrocemente vero: il colpevole soffre più per la paura di essere scoperto, per l'ansia di dover nascondere il delitto, che non per il terrore del castigo – la pena, anzi, è catartica. Che fosse un tacito invito alla confessione? Maestro della suspense, Zweig pedina l'adultera, tormentata dalla ricattatrice non meno che da se stessa e divisa fra angoscia e rimorso; ne mette a nudo la psicologia, ne dipinge gli incubi, ne svela le riflessioni, tra passi falsi, decisioni sempre rinviate e scene isteriche all'amante, da lei ritenuto complice della ricattatrice: sino al coup de théâtre finale – del quale, per una volta, non sarà inopportuno dire che toglie il respiro.


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Commenti (1)

28/04/2012 - brontolo
utente
Romanzo breve o racconto lungo, definitelo come volete, tanto non è questo che importa. L'aspetto decisamente migliore del romanzo è l'accurata analisi dei sentimenti che agitano la protagonista, lo studio delle cause e delle conseguenze di un tradimento. La descrizione accurata delle angosce e delle paure che attanagliano l'animo della protagonista e l'attegiamento di chi la circonda. Una vita protetta ,felice, priva di pericoli non sempre è abbastanza. La noia della routine e la mancanza di stimoli fanno nascere il desiderio di scoprire l'avventura, il brivido dell'emozione rubata. Forte è il desiderio di vivere quello che si era solo sognato e su cui si era fantasticato, ritrovare quelle emozioni che si erano assopite nella tranquillità del matrimonio e della maternità. Per avere tutto questo bisogna però saper accettare il prezzo che ciò comporta :bisogna accettare il pericolo, l'angoscia che attanaglia nel timore di essere scoperti. Non è il timore della punizione che angoscia, quella in fondo sarebbe un sollievo,ma il terrore che il castello di bugie crolli. Ma proprio macerandosi nell’angoscia che disgrega la sua vita, la protagonista comincia a vedere le cose sotto un nuovo punto di vista, rivalutando la vita matrimoniale e la maternità, proprio quelle cose dalle quali stava fuggendo. Un processo di crescita e formazione a volte necessario per raggiungere la consapevolezza e la serenità, descritto con sensibilità e maestria.

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