La bestia umana
  • 9788817120821
  • BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
  • 1976

La bestia umana

di Emile Zola

La "Lison", palpitante creatura ferroviaria che respira, soffia, sbuffa e con voracità ingurgita grandi quantità di carbone; Jacques Lantier, macchinista della linea Parigi-Le Havre, che in lei ritrova la dolcezza e la docilità di una moglie. Sono i protagonisti del diciassettesimo romanzo del ciclo dei Rougon-Macquart che Zola concepì come terreno sperimentale per le teorie deterministiche. La locomotiva diventa scena di un tremendo delitto, di cupe passioni di amore e vendetta che faranno emergere in Lantier quella malvagità cui lo predestinano le tare ereditarie. Ed è sullo sfondo di questa fatalità del sangue che si staglia l'epopea dei due veri protagonisti: la locomotiva, mostro figlio di modernità e progresso, e l'eroe romantico, combattuto tra bene e male, volontà e fato.


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Commenti (1)

24/07/2019 - sofia
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Non c’è che dire, è una bella invenzione [la ferrovia], si sanno più cose… Ma le bestie feroci restano bestie feroci, e avranno un bell’inventare meccanismi ancora più perfetti; nell’ombra vi saranno sempre delle bestie feroci. Émile Zola Una citazione che è la chiave di tutto il romanzo. Edito nel 1890 narra le passioni violente che si scatenano nell'uomo. I protagonisti oltre alla locomotiva della quale Zola parla come se fosse un essere umano, troviamo una coppia sposata, Séverine e Roubaud, il macchinista Jacques Lantier e il brutale cavapietre Cabuche. Tutto il romanzo si svolge all’interno della ferrovia francese, tra Parigi e Le Havre.Tema del romanzo è il delitto scaturito dalla mente malata di Jacques, che ha l'impulso di ccidere una donna o dalla gelosia retrospettiva di Roubaud che uccide il seduttore anziano della moglie."Da cinque anni che abitavano lì, quanti treni avevano visti passare nella furia della velocità, in ogni ora del giorno e della notte, col bello e col cattivo tempo. Pareva che tutti sparissero in quel vento che li portava, e mai uno che avesse rallentato la corsa: li guardavano fuggire, perdersi, sparire prima di aver potuto sapere qualcosa sul loro conto. Sfilava il mondo intero a tutto vapore, senza che essi riuscissero a conoscere altra cosa se non delle facce intraviste in un lampo, facce che non dovevano mai più rivedere, talvolta facce che divenivano familiari, a forza di ritrovarsele in giorni prestabiliti, ma che per essi restavano senza nome"La ferrovia intesa come il mezzo meccanico che porta l'uomo all'alienazione al non riconoscersi più come l'artefice ma il succube della sua invenzione. La bestia umana che sta dentro all'uomo viene intesa anche come una sessualità spinta all'estremo. Severine ai rapporti perversi col suo vecchio tutore approderà ad un sentimento puro verso Jacques e ci si abbandona mentre il marito si abbrutisce sempre di più.Un'atmosfera cupa quasi Dostojewskiana su tutto il romanzo atmosfera che troveremo in un altro romanzo Teresa Rakin Da leggere!

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