Caffè amaro
  • 9788807031830
  • feltrinelli
  • 2016

Caffè amaro

di simonetta agnello hornby

Gli occhi grandi e profondi a forma di mandorla, il volto dai tratti regolari, i folti capelli castani: la bellezza di Maria è di quelle che gettano una malìa su chi vi posi lo sguardo, proprio come accade a Pietro Sala - che se ne innamora a prima vista e chiede la sua mano senza curarsi della dote - e, in maniera meno evidente, all'amico Giosuè, che è stato cresciuto dal padre di lei e che Maria considera una sorta di fratello maggiore. Maria ha solo quindici anni, Pietro trentaquattro; lui è un facoltoso bonvivant che ama i viaggi, il gioco d'azzardo e le donne; lei proviene da una famiglia socialista di grandi ideali ma di mezzi limitati. Eppure, il matrimonio con Pietro si rivela una scelta felice: fuori dalle mura familiari, Maria scopre un senso più ampio dell'esistenza, una libertà di vivere che coincide con una profonda percezione del diritto al piacere e a piacere. Attraverso l'eros, a cui Pietro la inizia con sapida naturalezza, arriva per lei la conoscenza di sé e dei propri desideri, nonché l'apertura al bello e a un personalissimo sentimento della giustizia. Durante una vacanza a Tripoli, complice il deserto, Maria scopre anche di cosa è fatto il rapporto che, fino ad allora oscuramente, l'ha legata a Giosuè. Comincia una rovente storia d'amore che copre più di vent'anni di incontri, di separazioni, di convegni clandestini in attesa di una nuova pace.


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Commenti (1)

01/03/2017 - Matik2003
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"Noi due non possiamo dimenticarci, non è possibile: il nostro è un solo destino, o crudele, o felice." In una Sicilia afflitta da miseria, mafia e una classe dominante inetta e corrotta, dove pochi – fra questi il padre di Maria, avvocato socialista – osavano marciare in direzione ostinata e contraria, nascere donne significava, anche nelle famiglie più acculturate e benestanti, avere un solo scopo nella vita: trovare un marito, accudirlo, dotarlo di prole e vivere nell’obbedienza. Questo sembra anche il destino di Maria quando, bellissima e appena quindicenne, viene adocchiata da Pietro, nobilotto charmant, che se ne innamora a prima vista e la chiede, la pretende in moglie, anche senza dote. Maria conosce l’amore, soprattutto quello carnale, attraverso questa unione con un uomo ricco, colto, affascinante e molto più grande di lei. Ma col tempo impara a conoscerne anche i limiti, le gravi mancanze, le dipendenze. Mentre cresce in lei la consapevolezza di amare, da sempre, un altro: Giosuè, quello che ha sempre considerato un fratello acquisito. La trama, apparentemente melodrammatica, non deve trarre in inganno. Ciò che fa di Caffè amaro un gran romanzo, è altro: l’accurata ricostruzione storica, l’ambientazione famigliare e sociale, la cura e credibilità dei personaggi. Hornby evade dalla Sicilia, dove ancora una volta non può esimersi di ambientare le sue storie, per portarci in Africa, nelle colonie dove gli Italiani brava gente dicevano di portare civiltà e prosperità e perpetrarono invece crimini orrendi. Affronta il fascismo e le leggi razziali (Giosuè è ebreo). Un bellissimo romanzo, che ti appassiona, ti coinvolge e ti lascia completamente soddisfatto.

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