Miele
  • 9788806214050
  • Einaudi
  • 2012

Miele

di McEwan Ian

La prima voce narrante femminile di McEwan dall'epoca di "Espiazione", Serena Frome, è una figlia degli anni Sessanta senza slogan né rivoluzioni, una figlia borghese cresciuta dal padre vescovo entro i confini protetti di una cattedrale, lontana dalle inquietudini politiche e sociali che sferzano la Gran Bretagna dei primi anni Settanta. La sua iniziazione al mondo si compie attraverso un amante maturo, docente di storia e amico personale del ministro dell'Interno, che a Serena insegna ad accostare il giusto vino al giusto cibo e a contemperare la baldanzosa lettura di Solzenicyn con quella approfondita di Churchill, e che, prima di sparire misteriosamente dalla sua vita, le spezza il cuore e le regala un mestiere: un incarico all'MI5. Che cosa possono volere ai piani alti della prestigiosa agenzia d'intelligence britannica da una bionda ragazza di buona famiglia con una mediocre preparazione matematica faticosamente rimediata a Cambridge e una prodigiosa, ancorché superficiale, rapidità di lettura? Farne una pedina nella cosiddetta "guerra fredda culturale": Serena parteciperà all'operazione "Miele", con la quale l'agenzia intende finanziare occultamente scrittori ritenuti affini alla causa dell'Occidente trasformandoli in inconsapevoli agenti della propaganda anticomunista. Il candidato ideale è individuato in Tom Haley, promettente autore di alcuni apprezzati racconti e di qualche articolo critico nei confronti del blocco sovietico. Fonte http://www.ibs.it/code/9788806214050/mcewan-ian/miele.html


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Commenti (2)

15/01/2013 - sofia
utente
Caratterizzato da una trama alquanto complessa Miele è un romanzo di Ian McEwan che dimostra tutta la sua abilità narrativa ed unisce in modo elegante la dinamica di una spy storie ad una appassionante storia d'amore.Non è però così semplice definire Miele che come il titolo è denso e ricco di risvolti che vanno da una chiara autobiografia dell'autore da giovane nel personaggio dello scrittore Tom Haley a una profonda riflessione sulla letteratura, sulla finzione narrativa e sulla realtà, sul rapporto che lega autore e lettore. La voce narrante è di Srena Frome bella, bionda laureata in matematica spinta dalla madre e spia per amore.Infatti il suo amante attempato Tony Canning, docente di storia e amico intimo del ministro dell'Interno, la spinge a fare domanda al MI5.Così Serena otterrà un posto al MI5 e ben presto le sarà offerto un incarico più delicato: partecipare all'operazione "Miele", diventando una pedina della cosiddetta "guerra fredda culturale" con la quale il MI5 intende finanziare occultamente scrittori ritenuti affini alla causa dell'Occidente trasformandoli in inconsapevoli agenti della propaganda anticomunista. Il compito di Serena sarà quello di seguire Tom Haley, promettente autore di alcuni apprezzati racconti e di qualche articolo critico nei confronti del blocco sovietico.Quando fra loro nascerà l'amore però le cose si complicheranno.Tom e Serena - uno scrittore e una spia: due persone che hanno sicuramente familiarità con la menzogna - finiranno vittime di un reciproco inganno e così si svelerà la loro vera identità: uno scrittore e il suo personaggio. Attraverso questo intreccio di identità, McEwan diventa personaggio del suo stesso romanzo.Non è un romanzo facile da seguire eppure avvince il lettore in questa storia complicata e geniale.Una bella lettura come sempre quando si tratta di McEwan uno scrittore davvero straordinario!Da leggere!

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29/12/2013 - Gino
utente
Miele è un romanzo dello scrittore inglese Ian McEwan, pubblicato in Gran Bretagna il 21 agosto 2012, è stato tradotto e pubblicato in Italia nella seconda metà dello stesso anno da Einaudi. La storia inizia nei primi mesi del 1970 in Inghilterra. Serena Frome, la figlia di un vescovo anglicano, mostra un talento per la matematica e viene ammessa all'Università di Cambridge. Lei avrebbe voluto iscriversi a lettere, ma la madre la costringe a studiare matematica. Una laurea con voti mediocri premia comunque i suoi sforzi, il professor Tony Canning, di quarant'anni più anziano di lei, la sceglie come amante e la introduce nell'ambiente del MI5. Qui il lavoro è di basso livello, ma Serena ha la possibilità di partecipare a un nuovo programma segreto - nome in codice "Sweet Tooth" - tradotto Miele, in realtà significa una forte ghiottoneria soprattutto per i dolci. Per contrastare la propaganda comunista, durante la guerra fredda, l'agenzia vuole offrire assistenza finanziaria a giovani scrittori, accademici e giornalisti che abbiano un indirizzo antisovietico. A Serena, avida lettrice, viene affidato il compito di vagliare la produzione di un giovane scrittore, Thomas Haley. Serena è immediatamente presa dai racconti pubblicati da Haley. Lo raggiunge presso l'Università del Sussex, per offrirgli una borsa di studio dall'immaginaria Fondazione Freedom International. Ben presto i due iniziano una storia d'amore, ma le cose a poco a poco si complicano. Serena scopre che il professor Canning (che, a quanto pare, ha interrotto la loro relazione solo perché sapeva che stava morendo di cancro) era in realtà una spia sovietica, e lei è stata assunta dal MI5, perché l'agenzia ha voluto tenere d'occhio Canning, attraverso la sua protetta. Il primo romanzo di Haley, ottiene un grande successo di critica, i due ragazzi sembrano innamorati e tutto procede per il meglio. Fino a quando un collega di Serena, rifiutato, svela la trama della Fondazione, svergognando sulla stampa il giovane scrittore e la sua amante, che lavora per i servizi segreti. L'intero programma Sweet Tooth è minacciato, Serena perde il lavoro ed è certa di aver perso anche l'amore di Haley ma... con un colpo di teatro, McEwan ribalta completamente la scena, lasciando aperto uno spiraglio per il lieto fine. Molto bello, mi piaciuta molto la finzione nella finzione, quel senso di riflessività che permea tutto il libro, è quell’intrecciarsi di identità che vedono come co-personaggio anche l’autore stesso. “Le mie esigenze erano elementari. Non badavo granché a tematiche o felicità di stile, e saltavo le descrizioni minute di tempo atmosferico, paesaggi e interni. Volevo personaggi in cui potessi credere, e volevo provare curiosità per ciò che avrebbero vissuto. In genere prediligevo quando la gente si innamorava e disamorava, ma nemmeno disdegnavo che si cimentasse con altro. Per quanto triviale, mi piaceva che prima della fine qualcuno dicesse «Sposami». I romanzi senza personaggi femminili erano un deserto privo di vita. Per Conrad non avevo alcuna considerazione, come per gran parte dei racconti di Kipling e Hemingway. Né mi impressionava la reputazione. Leggevo qualunque cosa mi capitasse a tiro. Romanzi a sensazione, alta letteratura e tutto ciò che stava nel mezzo: a ognuno riservavo lo stesso rude trattamento".

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