Cinquantuno poesie
  • 9788804415923
  • Mondadori (I miti. Poesia, 5)
  • 01/01/1996

Cinquantuno poesie

di Emily Dickinson


Acquista su Amazon.it
Acquista su ibs.it

Commenti (1)

28/08/2012 - Gino
utente
Emily Elizabeth Dickinson è stata una poetessa statunitense. È considerata tra i maggiori lirici del XIX secolo. Nacque da una famiglia molto in vista, conosciuta per il sostegno fornito alle istituzioni scolastiche locali. Suo nonno, Samuel Fowler Dickinson, era uno dei fondatori dell'Amherst College, mentre il padre ricopriva la funzione di legale e tesoriere dell'Istituto; inoltre, ricopriva importanti incarichi presso il Tribunale Generale del Massachusetts, il Senato dello Stato e la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. Con piacere ho letto questa raccolta di poesie che mi sono piaciute chi più chi meno, noto un estrema sinteticità nello scrivere, che arriva dritta al punto, parla di cose secondo a lei care, inserendoci magari anche sue vecchi avvenimenti, diciamo tutto sommato è stato carino immergersi nel suo mondo ma non tanto da stupirmi e dire oh cavolo, preferisco la Szymborska se proprio devo fare un confronto. Le poesie che mi sono piaciute di più sono state: <b>La mattina dopo il dolore</b> “La mattina dopo il dolore spesso accade così – sorpassa tutte le precedenti – per giubilo totale – come se la natura fosse incurante e ammucchiasse i suoi fiori – e per dar maggiore evidenza alla gioia fissasse la sua vittima – Gli uccelli declamano i loro motivi – pronunciando ciascuna parola come martelli - sapessero che cadono quali litanie di piombo qua e là - su una creatura – modificherebbero il tripudio per adattarlo a una tonalità di crocifisso – una chiave del Calvario” <b>Non era la morte, perché stavo in piedi</b> “Non era la morte, perché stavo in piedi, e tutti i morti sono coricati non era notte, perché tutte le campane sbraitavano per dire mezzogiorno. Non era gelo, perché sulla carne sentivo scirocchi - strisciare né fuoco - perché già i miei piedi di marmo potevano raffreddare un altare – Eppure sapeva di tutti questi, le figure che ho vedute disposte in ordine, per la sepoltura, mi ricordavano la mia – Come se la mia vita fosse schiacciata e adattata a un telaio, e non potesse respirare senza una chiave, ed era come mezzanotte, un po' – quando tutto ciò che ticchetta - è fermo e lo spazio fissa tutt'attorno – o geli crudeli - le prime mattine d'autunno, si riprendono l'aia ma soprattutto come il caos - sterminato – freddo senza una possibilità, o un legno – e nemmeno un sentore di terra – per giustificare - la disperazione.”

Leggi la recensione

Immagine non disponibile

Silenzi

Vai al libro

Immagine non disponibile

Poesie. Testo inglese a fronte

Vai al libro

Immagine non disponibile

Dietro la porta

Vai al libro

Immagine non disponibile

Cinquantuno poesie

Vai al libro

Immagine non disponibile

Lettere (1845-1886)

Vai al libro