Dopo il successo de La principessa di ghiaccio e Il predicatore, torna nelle librerie italiane Camilla Lackberg con il suo nuovo romanzo, intitolato Lo scalpellino. Il romanzo ancora una volta è ambientato a Fjallbacka, ci troviamo in compagnia di un pescatore di aragoste Frans Bengtsson che è intento nella sua pesca giornaliera, in mezzo al bottino e al recupero delle nasse però trova un giorno anche un corpo di una bambina senza vita. Chi è questa bambina? Cosa ci fa esanime in queste acque gelide? Chi può mai aver commesso un’atrocità del genere? Il pescatore avverte prontamente la polizia, subito arrivano sul posto gli agenti Patrik Heldstrom e Martin Molin, dopo svariati minuti Patrik sembra non avere dubbi, quel corpo non può essere altro che Sara Klinga. Grazie all’autopsia si scoprirà che la morte non è avvenuta per cause naturali, ma dietro ci sono sporchi atti di morte retti dalle fila di qualche crudele essere umano. Sì incomincia a scavare nel passato della famiglia: interrogatori su interrogatori, vecchie accuse e diatribe, false testimonianze, dei vecchi vicini oltremodo scomodi. La vicenda pian piano si sposta su ognuno dei personaggi, e solo attraverso un altro reato si riuscirà a far chiarezza della vicenda della piccola Sara. Il terzo capitolo della saga mi ha lasciato un po’ perplesso, tiepido, pochi colpi di scena, un po’ lento sicuramente meglio i precedenti, una cosa che ho apprezzato è il tratteggiamento della psicologia di Erika che è alla prese con la piccola Maja.