«L’arte della guerra è il testo più sopravalutato e sottovalutato dei nostri tempi. Sopravalutato perché lo si carica di aspettative taumaturgiche, salvifiche, provvidenziali: a sentire certi apologeti, basterebbe averne in saccoccia una copia per rinascere grandi strateghi. Somigliare all’acqua ecc. Sottovalutato perché è un libro di cui poca gente si è dimostrata in grado di apprendere qualcosa». Un libro che è un manuale di strategia, non solo attuato nelle battaglia, ma che può essere traslato per ogni situazione che richieda ingegno, astuzia, efficienza, attraverso un modo di agire che non è quello irruento e sgradevole delle lotte cruente, ma è un annullamento del pensiero altrui e del suo agire attraverso l’arte dell’attesa e dell’osservazione. “Nel suo celebre L’arte della guerra, scritto all’incirca 2500 anni fa, il grande pensatore cinese Sun Tzu spiegò che la guerra non è una mera questione di emergenza, bensì di conoscenza e strategia lungimirante. Si può dire lo stesso delle crisi che si manifestano oggi. Con ogni probabilità esse muteranno il tessuto globale del nostro futuro. Per questo abbiamo urgente bisogno di un “arte delle crisi”.”