Quando si parla di noir sicuramente si potrebbe parlare dei libri di Massimo Carlotto. In L'oscura immensità della morte ci trascina in una storia sordida dove non c'è redenzione.L'ambiente è sempre il veneto che Massimo conosce bene e che ha analizzato nel suo libro Nord Est con tutte le sfaccettature di intrighi e corruzioni. Qui ci porta nel campo della vendetta e di cosa puà portare un uomo in apparenza normale quando viene attaccato nei suoi affetti più cari.Il rapinatore Raffaello Beggiato sta scontando l'ergastolo per aver rapito, durante una rapina, una donna e un bambino di otto anni e, avendo perso la testa, averli uccisi a bruciapelo. Invano gli chiedono il nome del suo complice, per l'onore tipico dei delinquenti, si rifiuta sempre di darlo.Ora è affetto di un cancro maligno e l'avvocato gli consiglia di chiedere la grazia. Ma per ottenerla abbisogna del perdono del padre e marito delle vittime Silvano Contin.Parte da qui la storia intricata quanto mai e dove la vittima si trasformerà in carnefice. Come lo saprete leggendo questo libro che Carlotto ha trasformato in una profonda analisi della parola "dolore" e della parola "perdono". Come sempre Carlotto è incisivo, a volte brutale sempre noir nel senso stretto del termine. Il suo è un romanzo che resta dentro che scava nei sentimenti e dopo averlo letto si perde anche il senso della parola "vittima" . Assolutamente da leggere!