Scritto sul corpo, recensito da Gino

Un piccolo libro in cui Bennet si rivela, ci parla, una cronaca della sua vita adombrata da una scelta sessuale che ancora oggi può destare scalpore: l’omosessualità (beata ignoranza!) Nel leggere questa piccola confessione, vediamo Alan timido, ma affascinato dagli spogliatoi e dal quel mondo a cui lui non può partecipare, fatto di scoperte di corpi e passioni furenti, a causa della suo ritardo sviluppo che gli ha chiuso le porte d’accesso per una scoperta voluta. Dopo il servizio militare, lo troviamo scorrere e rincorrere quel suo uomo immaginario nelle strade buie e desolate, così come gli essere umani e le rette del destino che prescrivono una loro decisione: "gli esseri umani sono paralleli, mai convergenti - distinti, separati, ciascuno è cinto di mura e fossato, e così via all'infinito". Si arriva ad un Bennet, ormai cresciuto, sempre più affascinato da scrittori a tema, un assiduo lettore e che codifica con il suo sviluppo-chiave un mondo fatto di gelosie, predominazione, appariscenza, disprezzo per i più, non tralasciando casi di raro amore e condivisione. “Perciò non ho mai avuto rimpianti per quel periodo. Guardarsi allo specchio non sarà forse un incentivo alla riflessione, ma ciò che scopriamo in quella cornice potrebbe iniziarci alla saggezza. Un ragazzo si trova l'acne, una ragazza il seno piccolo, un'altra lo vede grande; un uccello piccolo può sembrare una disgrazia, ma anche uno extralarge può diventare motivo di imbarazzo. Siamo noi stessi a marchiarci, i nostri presunti difetti sono solo una delle molte discipline del cuore.”