Torna McBride, sempre duro, cinico, spietato, non solo per la scelta di un linguaggio che non fa sconti, ma anche e soprattutto nella scelta dei temi. Il libro parla del rapimento di due protagoniste di un reality- show , una giovane madre con la figlia. Nel raccontare la storia, l'autore non risparmia dure critiche al sistema che crea dal nulla dei personaggi cha vanno a colpire l'immaginario collettivo, scatendando false speranze,invidie, gelosie, tentativi di emulazione e soprattutto alimentano un gran giro di soldi.Non c'è buonismo nei libri di McBride e nemmeno un tentativo di abbellire fatti o personaggi : buoni e cattivi sono descritti con le loro debolezze, paure, errori e fragilità. e il lieto fine non è mai "completo", spesso anzi è solo un sogno, un desiderio.Anche le forse di polizia non vengono risparmiate. I tutori dell'ordine non sono quegli esseri perfetti ed invincibili che si trovano in molti libri : errori, omissioni, operazioni fallite per incompentenza , tutto viene descritto con grande realismo. Un libro che prende ritmo sin dalle prime pagine, catapultando dentro la storia e portando sino alla fine senza dare segni di cedimento. I due protagonisti principali sono una vecchia conoscenza per i lettori di McBride; io trovo irresistibile soprattutto il comissario STeel, una donna cinica, dura,ironica,capace , leale , tosta e anche volgare come poche altre : indimenticabile!