Sotto la ruota: Il racconto è ambientato nel Württemberg, in Germania meridionale, dove il giovane Hans Giebenrath sta crescendo. Il ragazzo è poco descritto, tutto ciò che si sa per certo è la sua magrezza e l'impegno per lo studio.Il libro inizia descrivendo il giovane che studia per entrare nel seminario evangelico di Maulbronn. Il giovane riesce ad accedere alla scuola con facilità, sapendo che lo studio è il suo futuro. La fierezza del padre compensa la mancanza della madre, ma per quanto importante non è lui il personaggio chiave per il ragazzo. Infatti con l'arrivo in seminario Hans scopre un'amicizia unica, quella di Hermann Heilner. I ragazzi sono molto contrapposti come comportamento. Il comportamento di Heilner gli costa punizioni e allontanamenti da parte di tutti, anche di Hans. Ma di fronte alla morte di uno studente del seminario i due tornano amici. La loro amicizia, infatti, suggellata dal bacio improvviso di Hermann, torna a scaldarsi: forse è proprio la paura della morte che fa tornare Hans sui propri passi. Ma il comportamento di Heilner rimane pessimo, tanto da contaminare Hans, che smette di studiare, fino a che tutti e due i ragazzi vengono rimandati a casa: Hermann per il comportamento, Hans dietro la bugia della salute per il non studio. Così, svergognato, il giovane Giebenrath torna nel suo paese. Non potendo permettersi di tornare a scuola, Hans si ritrova costretto a scegliere un lavoro. I bei luoghi paesani e le campagne descritte da Hesse sembrano quasi consolare il giovane. Ma la delusione amorosa provocata da un ragazza di città di passaggio, Emma, sconfortano quel che rimane dell'ego del ragazzo. Knulp: Finito di leggere Knulp di Hermann Hesse.Scritto in due riprese, tra il 1908 e il 1915, il racconto "Tre storie dalla vita di Knulp" annuncia con tratti nitidi e sottili l'eterno protagonista di tutta l'opera di Hesse: il vagabondo.Viandante senza patria alla ricerca di una patria, portatore di un impegno morale volto a liberare le possibilità vitali che ogni codice reprime, instancabile messaggero di libertà e di felicità tesa al sogno dell'impossibile, Knulp sa che per ritrovarsi si deve avere il coraggio di perdersi, di vivere lo smarrimento con esultanza e la gioia come presagio dell'ombra e del nulla, sa che il destino di precarietà a cui è consegnato l'uomo, "il più fragile figlio del creato", deve essere scandagliato sino a rinvenire la ragione stessa dell'essere e dell'esistere. L'ultima estate di Klingsor: Finito di leggere L'ultima estate di Klingsor di Hermann Hesse.Si tratta di un romanzo tra i più intensi scritti dal grande autore tedesco. E' in parte autobiografico e ci insegna a vivere intensamente, a inebriarci del mondo che ci circonda, a bere alla fonte della conoscenza con eterna, inesauribile arsura. Per Hermann Hesse esiste una sola grande anima che abita tutto l'universo e tutte le sue creature. Dunque c'è del divino in tutto quello che ci circonda. L'arte della pittura diventa occasione irripetibile di conoscenza.Di sè Hesse disse: “Non che mi consideri un pittore, ma dipingere è meraviglioso. Non ti restano le dita nere d'inchiostro, come quando si scrive, ma rosse e blu". Lo scrittore cominciò a dipingere su invito del suo medico che gli consigliò la pittura per uscire da una seria depressione. L'acquerello la tecnica preferita; dall'esperienza con la pittura disse di aver imparato a scoprire i colori delle cose. Se credete di sapere di che colore è il cielo, provate a guardarlo per due sere consecutive al tramonto... Klein e Wagner: Finito di leggere Klein e Wagner di Hermann Hesse.Federico Klein, buon impiegato, onesto padre di famiglia, quarantenne, ci si presenta mentre viaggia in treno, documenti falsi in tasca, tanto denaro rubato in azienda, piena confusione mentale. Si trova in Italia. È lontano da ciò che è stata la sua vita, è lontano dalla sua patria. Finalmente ha cambiato quel cognome che tanto odiava da bambino. Ciò significa, forse, che ha cessato d'essere bambino, di “lasciarsi guidare dagli altri”.Oppure, più semplicemente, che è in pieno delirio, e ha dimenticato cosa gli è accaduto. Scende dal treno, come in una fiaba, e si ritrova in albergo. Si riposa, e poi indaga su sé stesso guardandosi allo specchio. Ha un viso nuovo. “Non era il suo viso, il viso buono, il tacito e rassegnato viso di Federico Klein. Era il viso di un segnato dal destino, stampigliato con un segno nuovo, più vecchio e più giovane del precedente.In testa ha un nome, Wagner. E non è soltanto per via del grande musicista, idolatrato in gioventù e poi trascurato, addirittura rinnegato, come simbolo di tutti i sogni, le ambizioni e i grandi ideali traditi; è perchè c'è stato un Wagner che ha ucciso tutta la sua famiglia, come Klein aveva pensato di fare, in un mostruoso accesso di disordine mentale. Wagner è “il nome collettivo per tutto quello che era stato oppresso, colato a fondo, non giunto a meta nell'ex funzionario Federico Klein”.Si può riassumere il libro citando questo passo: "Si, era stato giovane anche lui, e non un ragazzetto come tutti gli altri, aveva coltivato sogni di grandezza, esigendo molto dalla vita e da sé stesso. Ma da allora, nient'altro che polvere e fardelli, una lunga strada, calura e ginocchia stanche, polvere e fardelli: solo nel cuore, che si stava inaridendo, osava persistere una certa nostalgia, addormentata, invecchiata. Questa era la sua vita."