Narciso e Boccadoro, ragione ed istinto,spirito e sensi, lucidità ed oblio.Queste sono le dicotomie che dominano dalla prima all'ultima pagina l'opera di Hermann Hesse. Anche se si ha la sensazione che la maggiorparte del romanzo sia incentrata sulle avventure di Boccadoro in realtà Narciso ovvero la ragione è sempre presente, è presente quando Boccadoro è scioccato per aver tolto la vita ad un uomo, è presente quando Boccadoro si vergogna del suo bivaccare e gozzovigliare in preda agli istinti più primordiali, quando si infuria e si disgusta per la natura ingiusta della vita. Qualunque nefandezza compia Boccadoro prova sempre vergogna verso se stesso quando sovviene nella sua mente l'immagine del suo amico Narciso. E anche alla fine della sua vicenda, quando sembra ormai volersi abbandonare ai bagordi della gioventù è la ragione che riporta Boccadoro al convento dal suo amico per spirare l'ultimo respiro.Narciso si fa sedurre dalla vitalità e sensualità dell'istinto ma preferisce osservare ed inebriarsi,rendendosi conto dell'esistenza di un altro modo di vivere opposto al suo ma rimanendo legato alla certezza del proprio senno e della propria tranquillità.Se si riflette sul significato più profondo di questo racconto ci si rende conto che l'autore ha voluto umanizzare nelle figure di Narciso e Boccadoro ciò che accade nella vita di ogni essere umano che durante l'età giovanile si fa guidare dall'istinto, facendo ogni cosa credendo di essere immortale, senza costruire nulla e che poi, una volta divenuto adulto si rende conto della sua vulnerabilità e cerca disperatamente una patria e dei riferimenti per la sua esistenza.