Prefazioni di Gianni Maritati Le esistenze di Felicita e Adele, le protagoniste di questo appassionante romanzo di Sandro Capodiferro, s’intrecciano come le eliche del DNA. Ad un primo impatto, è impossibile cogliere la classica distinzione tra vita e letteratura, realtà e finzione, idealità e concretezza. Ma è proprio questo il fascino del libro, bello e seducente fin dal titolo, poeticamente fantasy. Una storia doppia e duplice che ci immerge nell’universo di due donne in bilico fra razionalità e follia ma ugualmente fragili. Questo sdoppiamento dell’universo femminile permette all’autore di affilare le armi del suo sguardo introspettivo, affettuosamente complice. Specie in questo suo accompagnare le protagoniste dall’altra parte della vita: quella dimensione ardente e burrascosa che ti scuote dentro e ti mozza il fiato con il suo fascino pericoloso. Una dimensione che all’improvviso, ma inesorabilmente, è capace di scuotere anche la vita più solida e normale, più ancorata alle certezze della morale e della tradizione. Camminando sulle orme poetiche di Guido Gozzano, Felicita è la Felicità (dell’essere umano) che l’uragano di Dioniso immerge e sbaraglia, travolge e sconquassa. Puoi affaticarti per decenni a costruirti una esistenza morbida, laboriosa e tranquilla, tanto prima o poi devi fare i conti con la "tempesta" che ti fa fare naufragio sull’isola shakespiriana di Prospero. L’autore, sensibile come un’antenna dello spirito o un sismografo della coscienza, soffre con i suoi personaggi e li racconta con partecipazione. Usando, come punto di congiunzione fra i destini delle protagoniste, un libro. Un piccolo, semplice libro le cui parole diventano onde che si abbattono come materia dura sulla vita tranquilla di Felicita. Pagina dopo pagina, per Felicita la scoperta dell’altra diventa scoperta di sé. E il lettore viene coinvolto, anzi risucchiato in questo turbinio di autocoscienza, minato da dolorose rivelazioni. La "fine", lo lascerà sbalordito e conquistato da una narrazione che pazientemente e magicamente ricompone le tessere di un affresco o i fotogrammi di un film: avvolgente e avvincente.