Elsa Morante è nata a Roma nel 1913. Imparò a leggere e a scrivere da sola senza bisogno di frequentare le scuole medie ed elementari. Iniziò ben presto a comporre le sue prime poesie e fiabe; più grande s’iscrisse al liceo classico dove sostenne risultati tanto positivi da permetterle di frequentare l'università. Non ottenne però la laurea perché troppo occupata dall'attività letteraria, avendo cominciato a scrivere novelle e racconti pubblicati su riviste femminili. Nel 1941 uscì la sua prima raccolta di novelle "Il gioco segreto" e nello stesso anno si sposò con lo scrittore Alberto Moravia, con il quale, però si separò nel 1962. Il suo primo romanzo, "Menzogna e sortilegio", fu pubblicato nel 1948 e ricevette il Premio Viareggio, nel 1957 la Morante ricevette il “Premio strega” grazie a "L'isola di Arturo", successivamente scrisse anche un libro di poesie (Alibi), un libro di racconti (Lo scialle Andaluso) ed una raccolta di poesie e prose (Il mondo salvato dai ragazzini). Nel 1974 compose la sua più famosa opera: "La storia" e il suo ultimo suo romanzo, "Aracolei", risale al 1982, dopodiché Elsa morì a Roma tre anni dopo.La prima frase del romanzo è tutto un programma "Uno dei miei primi vanti era stato il mio nome"Il nome Arturo è stato associato prima a una stella la più rapida e radiosa della figura di Boote nel cielo boreale e poi ad un re dell'antichità.Arturo Gerace è il protagonista di questo libro è lui che narra la sua storia in prima persona è un giovane di quattordici, che fa della sua isola un mondo incantato.L'isola è quella di Procida, ma nel racconto di Arturo diventa lo spazio immaginario in cui si muove un ragazzino che descrive se stesso con una statura superava di poco il metro, ma fiero dei suoi occhi neri e dei bei capelli mori, che tagliava solo per non sembrare una ragazza, sempre spettinati e d’estate addirittura incrostati di sale. Diventerà un bellissimo sedicenne che fa girare la testa alle ragazze.Da piccolo era cresciuto con la sua balia Silvestro, perché la madre era morta nel metterlo alla luce e il padre era sempre lontano dall’isola per compiere chi sa quali viaggi avventurosi. Così Arturo, allattato con latte di capra, dovette abituarsi presto ad essere grande ed a badare a se stesso, l’unico inseparabile amico che aveva era un cane femmina di nome Immacolatella.E' innamorato del padre Wilheim sempre in giro e disattento a bisogni del figlio quando porterà a casa una moglie presa nei bassifondi napoletani Arturo prima ne sarà gelosissimo poi se ne innamorerà.L'isola è vista dal piccolo Arturo come un mondo popolato da personaggi immaginari poi la vedrà come una prigione come il penitenziario che troneggiava minaccioso e che ospitava pericolosi criminali.La Casa dei Guaglioni, con vista sul penitenziario, era la dimora del protagonista: non apparteneva al patrimonio della stirpe Gerace, ma era stata regalata a Wilhelm da un vecchio amico molto ricco di nome Romeo l’Amalfitano. Il castello Gerace, così scherzosamente chiamato da Arturo, era assai immenso, costruito sull’alto di un monticello, in mezzo ad un terreno incolto; la facciata principale volgeva al paese mentre a destra c’era una piccola scala che congiungeva con il piano carrozzabile, dietro, infine, si stendeva una larga spianata, giù dalla quale il terreno diventava scosceso e impervio e attraverso una lunga frana si arrivava ad una spiaggetta dalla forma triangolare dov’era attraccata la Torpediniera delle Antille, la barca di Arturo.Nessuno comandava Arturo per cui quando il padre si risposa è come un cavallino che ha bisogno di essere domato.Il valore di questo libro è l'atmosfera quasi onirica, i sentimenti forti del piccolo e poi cresciuto Arturo, la venerazione per il padre che man mano diventa delusione. Un romanzo che dice più di quello che viene scritto e che fra le righe fa intendere un dramma.Lo giudico un libro bellissimo dove l'autrice ha saputo cogliere i sogni infantili del protagonista che man mano maturano nei desideri e le pulsioni di un adolescente per poi diventare decisioni da adulto quando decide di lasciare l'isola per andare soldato. Linguaggio semplice coinvolgente che trascina il lettore dentro la vita di Arturo ragazzino solo che crescendo diventa un adulto cosciente. Consigliato!