“La morale del branco” raccoglie i racconti scritti negli ultimi anni da Cassola. Si tratta di racconti su animali che vivono nelle attuali condizioni; di animali proiettati su uno sfondo apocalittico, dopo la scomparsa della razza umana, ipotesi che per fortuna finora non s’è verificata ma che purtroppo si verificherà molto presto, perdurando l’attuale incoscienza; di uomini vissuti in epoca lontanissima, o invece nel nostro tempo, pensosi di quello che può succedere o invece indifferenti a tutto ciò. L'unità del volume è rappresentata dalla convinzione di fondo di Cassola, che il mondo, conciato com’è, ne abbia ormai per pochissimo. Il che rende anche più patetica la condizione umana, rappresentata direttamente o attraverso la trasparente allegoria di un animale. Il lettore, lo sappiamo, è poco indulgente per i racconti: ad essi preferisce di gran lunga i romanzi. Ma noi speriamo che faccia un’eccezione per questa raccolta, data l'unità della sua ispirazione. È il pregio dei singoli brani, come quello che apre il volume, “Il dinosauro risvegliato”. Crediamo proprio che quella del racconto breve sia la misura più adatta a Cassola e che proprio in queste pagine egli ci abbia dato il meglio di sé. Egli è persuaso che si debba andare oltre il clima determinato dalla rivoluzione russa del 1917, clima che noi abbiamo sperimentato soprattutto dopo il 1945; e che, nello stesso tempo, si debbano utilizzare tutte le forze interessate al problema della pace, comprese quelle comuniste. Mai come oggi, insomma, sono indifferenti le connotazioni particolari, quali i differenti credo ideologici o il differente colore della pelle. Siamo tutti sulla stessa barca, e dobbiamo preoccuparci che non affondi. Siamo tutti condannati a morte, non singolarmente (singolarmente lo siamo sempre stati), ma tutti insieme. Dovrebbe quindi sorgere tra noi un sentimento di solidarietà molto più profondo. È il nuovo compito dell’arte: e “La morale del branco” è un tentativo di far sorgere questo sentimento, con mezzi che a prima vista possono sembrare quelli di sempre.