Le stanze di lavanda
  • 9788856615173
  • Piemme
  • 2010

Le stanze di lavanda

di Ondine Khayat, Paola Lanterna (Trad.)

Le stanze di lavanda: Il romanzo di un'infanzia armena. "Sono nata ricca, ma ho visto la mia fortuna involarsi come uno stormo d'uccelli. Soltanto i miei ricordi mi appartengono, sono tante fragili tracce impresse dentro di me. Certi giorni, il sole le illumina; certe notti, rimangono intrappolate in una tempesta di ghiaccio. Vivevamo a Marache, in Turchia, al confine con la Siria. E lì che sono venuta al mondo nel 1901. Mio nonno, Joseph Kerkorian, era armeno. Un uomo importante e saggio, solido come una roccia. Se, dopo l'inferno che ho conosciuto, dentro di me è rimasta una particella di fiducia nell'umanità, è grazie a lui. Avevamo una casa magnifica, e un immenso giardino dai fiori di mille colori. Sono stata amata da mio padre, dalla mamma dai baci di lavanda, dalla sorellina Marie, dal mio impetuoso fratello Pierre e da Prescott, il nostro gatto armeno con un nome da lord inglese. E da Gii, il piccolo orfano ribelle che un giorno, sotto il salice piangente, mi ha dato il mio primo bacio. Erano giorni immensi, eppure non potevano contenerci tutti. Nell'aprile 1915, il governo turco ha preso la decisione che ha precipitato le nostre vite nell'orrore: gli armeni dovevano sparire. Può un cuore dilaniato continuare a battere? E un giardino devastato dare nuovi fiori? Come posso donare ancora, proprio io, a cui hanno tolto tutto? Ascolta Joraya, mia adorata nipote, il racconto di una vita mille volte dispersa." Fonte http://www.ibs.it/code/9788856615173/khayat-ondine/stanze-lavanda-romanzo.html


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Commenti (1)

20/06/2014 - sofia
utente
Il titolo esatto di questo libro è Le stanze di lavanda. Il romanzo di un'infanzia armena. di Ondine Khayat. Giustamente nella descrizione del libro è stato messo un brano che più di tutti descrive il tema del romanzo: "Sono nata ricca, ma ho visto la mia fortuna involarsi come uno stormo d'uccelli. Soltanto i miei ricordi mi appartengono, sono tante fragili tracce impresse dentro di me. Certi giorni, il sole le illumina; certe notti, rimangono intrappolate in una tempesta di ghiaccio. Vivevamo a Marache, in Turchia, al confine con la Siria. E lì che sono venuta al mondo nel 1901. Mio nonno, Joseph Kerkorian, era armeno. Un uomo importante e saggio, solido come una roccia. Se, dopo l'inferno che ho conosciuto, dentro di me è rimasta una particella di fiducia nell'umanità, è grazie a lui. Avevamo una casa magnifica, e un immenso giardino dai fiori di mille colori. Sono stata amata da mio padre, dalla mamma dai baci di lavanda, dalla sorellina Marie, dal mio impetuoso fratello Pierre e da Prescott, il nostro gatto armeno con un nome da lord inglese. E da Gii, il piccolo orfano ribelle che un giorno, sotto il salice piangente, mi ha dato il mio primo bacio. Erano giorni immensi, eppure non potevano contenerci tutti. Nell'aprile 1915, il governo turco ha preso la decisione che ha precipitato le nostre vite nell'orrore: gli armeni dovevano sparire. Può un cuore dilaniato continuare a battere? E un giardino devastato dare nuovi fiori? Come posso donare ancora, proprio io, a cui hanno tolto tutto? Ascolta Joraya, mia adorata nipote, il racconto di una vita mille volte dispersa."Una nonna che per anni ha taciuto alla nipote quello che ha passato perchè il dolore le aveva scavato dentro al cuore. E' riuscita a trasmettere poesia ed emozioni struggenti creando un romanzo indimenticabile che ricorderò sempre.Difficile essere poetici descrivendo l'orrore che una ragazzina armena ha provato nel lasciare la sua casa incendiata con tutti i suoi cari dentro e soprattutto l'odissea che l'esodo degli armeni ha scavato nel suo intimo. E' riuscita nell'intento. Questo romanzo meriterebbe una grande risonanza perchè sia per lo stile che per la storia che racconta dovrebbe essere letto da tutti. Leggetelo!

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