Questa è la storia di Arno e Sara due giovani ragazzi che vivono un rapporto alquanto difficile, potremmo dire a più riprese, a spezzoni, un mordi e fuggi che lento segnerà il suo destino. Lui violoncellista alla scala di Milano, lei mamma a tempo pieno, ah sì, la coppia ha tre bellissimi bambini Maria, Elia e Carlo, e tanto lavoro c’è da fare con tre figli che crescono e che hanno esigenze diverse. Il loro rapporto sembra protetto da ogni tipo di attacco, ma Sara ogni giorno che passa sembra sempre più distaccata, non felice, non appagata dalla vita che le impone come comportasi e agire. La loro storia ha avuto già dei precedenti, Sara è stata la prima ragazza di Arno, ai tempi delle giornate in spiaggia, della crescita individuale, del subbuglio che gli ormoni danno al corpo. Poi tutto finisce, le vite si separano e proprio quando tutto sembrava non avere più senso per Arno, Sara ritorna nella sua vita con estrema naturalezza, quasi che si fosse fermata un attimo in un bar, per poi essere ritornata, quasi come aver premuto il tasto play, dopo aver messo in pausa la loro storia, con indifferenza, con sapienza, con disciplina Sara si è ripreso il suo amore. Ma forse non è proprio quello che in realtà voleva? Dietro alle carezze, ai baci, alla sazietà dello scontro dei corpi, ci sono tante verità celate che Sara tiene nascoste, di cui Arno è all’oscuro completamente, tante bugie, tante assenze, tutto un passato riscritto e riveduto che non combacia con ciò che è accaduto effettivamente nella realtà. Già mentendo sulla condizione di Mina madre di Sara, sul buio degli passati con altri uomini, su quella parte del suo animo tenace, selvaggia, scalatrice di montagna che vedrà tutto sgretolarsi, affondare, morire in un ghiacciato mare che è il senso di colpa. In fondo Sara per questo scappa di casa improvvisamente poco prima del Natale, lasciando i figli, ma soprattutto Arno incredulo, che non riesce a spiegarsi il suo comportamento e ogni volta pensa che sia tutto frutto di uno brutto scherzo e che Sara stia per tornare: «[…] Sono sicuro che il tuo è uno scherzo, o forse un regalo: volevi farmi sperimentare un pomeriggio con i bambini, una giornata a casa…non è male, sai? Hai fatto bene a obbligarmi a provare. Magari d’ora in poi il lunedì, che non lavoro quasi mai, sto io con loro, e tu ti prendi una pausa, vai al cinema, a una mostra. Oppure pranziamo tutti insieme. Faccio per telefonarti e dirtelo, quel che ho deciso, voglio ringraziarti per avermelo fatto capire, ma preferisco non rischiare di non trovarti davanti a Carlo. Tanto sono sicurissimo che prima delle sei, quando terminerà la lezione di violino ed Elia rientrerà dalla piscina, sarai tornata anche tu. Bene gli scherzi e i regali, ma non faresti mai agitare i bambini, sono sempre stati il tuo primo pensiero, anche troppo». In fondo Sara è la versione ideale di Katrina, sua eroina di fumetti; troppo scossa dai traumi che la vita gli ha presentato. Arno attraverso le sue ricerche verrà a conoscenza del passato di Sara, e ne resterà stupito, anche sentendosi in colpa per certi suoi comportamenti, riuscirà l’amore a riaffiorare e infiammare di nuovo gli animi dei due giovani innamorati?
“Massimo, queste sono chiacchiere. Stronzate. Io ci sono sempre stato. Sono trent’anni che ci sono. Ogni giorno. Da tredici anni vivo con lei, faccio l’amore con lei, litigo con lei, mi annoio con lei, faccio i conti con dei soldi con lei, parlo di cosa fanno i bambini, di chi compra il pane, di chi prende il gatto dal terrazzo prima di dormire, trovo i suoi assorbenti in bagno, i suoi capelli nella doccia, la spazzatura fuori dal secchio perché non sta attenta quando la butta…E’ questo l’amore, Massimo, l’esserci. L’amore è il mio. Non un bacio non dato, una scopata mancata. E’ il mio l’amore, sono io il suo uomo, non sei tu. E non potevi esserlo, perché non lo sei stato. Sono io che l’aspetto, anche se mi ha detto un mare di balle, anche se si è innamorata di te e ti ha strusciato il culo sul cazzo, ti ha pensato la notte, ha dubitato di me. Io la amo lo stesso. La amo comunque, perché ho deciso di amarla. Io l’ho voluta, l’ho scelta, anche se non la conoscevo, hai ragione che non la conoscevo, se avessi saputo com’era forse non l’avrei scelta. Che importanza ha? L’ho fatto. Io ci sono, non tu. Tu sei in Sardegna, sei a Tempio, sei in vacanza con le tue donne. Ci sono io vicino a lei. E lei deve tornare da me, stare con me, vivere con me, perché solo io la amo davvero. Non voi, con le vostre chiacchiere. E non dirmi voi chi!”
“Il dolore è insensato. Come l’amore.”
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