La morte di Ivan Il'ic - Tre morti
  • 9788845912283
  • Adelphi
  • 1996

La morte di Ivan Il'ic - Tre morti

di Tolstoj Lev

Se si vuole avere il senso immediato, incontrovertibile della grandezza di Tolstoj già in poche pagine, basta aprire questo libro. Storia apparentemente delle più comuni – un personaggio mediocre e senza profilo scopre, dopo un banale incidente casalingo, di essere affetto da una malattia mortale –, la vicenda di Ivan Il’ič è forse l’opera dove, più che mai, la morte diventa presenza, interlocutore, addirittura potenza evocatrice di una nuova realtà. E questo prodigio narrativo si manifesta a noi con l’impassibile sicurezza di cui Tolstoj aveva il segreto. Come accadde per i Ricordi dal sottosuolo di Dostoevskij, Landolfi volle cimentarsi con un testo fra i più alti di Tolstoj – e ne risultò una traduzione memorabile. Insieme alla Morte di Ivan Il’ič, il lettore troverà qui le altre versioni landolfiane da Tolstoj: il racconto lungo Tre morti, Paleček il giullare e un fascio di racconti brevi. Quale envoi per esse, potranno valere alcune felici parole che Landolfi dedicò una volta a Tolstoj: «Di fatto sta che egli, per motivi che alla più serrata analisi restano e devono restare oscuri, in quasi ogni suo scritto ci colpisce al cuore; e ci lascia, è vero, senza consolazioni e come vuoti (indice d’una forza eppure anche d’una debolezza), ma da quella stessa disperazione, da quel lavacro ciascuno potrà trarre nuova energia per procedere ovvero per tracciarsi daccapo la propria via, meglio ancora se diversa dalla sua». https://www.adelphi.it/libro/9788845912283


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Commenti (1)

20/11/2018 - sofia
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Notizie sull'autore le trovi qui: https://www.ibs.it/libri/autori/Lev%20Tolstoj Descrizione:La morte di Ivan Il'ic:In un ufficio del Tribunale di San Pietroburgo, alcuni magistrati discutono di un importante caso giudiziario. Uno di loro, sfogliando il giornale, vede il necrologio di un collega, Ivan Il'ič Golovin, di 45 anni, che tutti sapevano essere gravemente malato. Dopo una serie di ipotesi su chi potrà occupare il posto lasciato vacante e vaghi propositi di andare a visitare il defunto, tornano al lavoro, contenti di essere ancora vivi. Il giudice Pëtr Ivanovič, amico di Ivan Il'ič fin dai tempi dell'Università, dopo pranzo si reca a far visita alla vedova, Prascovia Fëdorovna che lo intrattiene chiedendogli consigli sulla pensione di reversibilità. L'incontro con la famiglia del defunto non è particolarmente cordiale. Adempiuto quest'obbligo morale, si reca a casa di un collega per giocare a carte. Ivan Il'ič Golovin aveva studiato giurisprudenza ed era diventato giudice istruttore di una remota provincia. Dopo alcune avventure sentimentali con donne più mature di lui, si era sposato per convenienza con una ragazza altolocata da cui aveva avuto due figli. Diversi anni più tardi riesce ad ottenere il trasferimento nella capitale, una promozione e l'aumento di stipendio. Arredando la nuova casa a San Pietroburgo, cade da una scala urtando col fianco la maniglia della finestra. Il dolore cresce costantemente ed evolve in una misteriosa malattia a cui i medici non sanno dare un nome. Ivan Il'ič si trova ben presto di fronte ad un male incurabile. L'unico conforto gli viene dal servo Gerasim, un ragazzo di origini contadine, che non ha paura della morte e gli mostra compassione. Ivan inizia a fare un bilancio della sua vita e avverte sempre più distintamente di aver condotto una vita artificiale, dominata dall'interesse e da valori borghesi convenzionali. Verso la fine lo pervade una "strana forza" e non prova più odio per la moglie e il figlio. Nella morte trova la spiegazione dell'enigma della vita.https://it.wikipedia.org/wiki/La_morte_di_Ivan_Il%27i%C4%8D Tre morti:In autunno, presso una stazione di posta, si fermano una carrozza e un calesse: nella carrozza vi è una donna gravemente ammalata di tubercolosi, e la sua cameriera Matrëša; nel calesse, il marito della donna e il medico curante. La signora, che desidera andare in Italia nella convinzione che il clima mite debba giovare alla sua salute, si lamenta del marito il quale non l'ha ancora portata all'estero. Il medico curante dice al marito che la moglie è troppo grave perché possa affrontare un lungo viaggio e invita il marito a dimostrarsi fermo contro le pretese della moglie; il marito risponde al medico di non aver il coraggio di opporsi ai desideri della moglie, date le gravi condizioni di salute. Nella stazione di posta, in un'isba riservata ai vetturali, un vecchio postiglione sta male e sente avvicinarsi la morte; a un suo giovane collega che gli chiede in prestito gli stivali, il vecchio postiglione glieli regala purché in cambio, dopo la sua morte, il giovane metta una lapide sulla tomba. In primavera la donna tubercolotica muore, disperata, attorniata dai familiari e assistita da un sacerdote; un mese più tardi una cappella in pietra sarà innalzata sulla sua tomba. La fossa dove è stato sepolto il vecchio postiglione è, invece, priva di tutto. A chi lo rimprovera, il giovane che gli aveva promesso di mettere una lapide sulla sua tomba, promette che lo farà, dopo averne acquistato una in città; per il momento innalzerà sul tumulo una croce di legno. Si reca quindi nel bosco per tagliare un albero da utilizzare per costruire la croce. «L'albero ebbe un tremito da capo a piedi, s'inclinò e rapidamente si raddrizzò, tentennando spaurito sulle sue radici. Per un attimo tutto tornò silenzio: ma poi di nuovo l'albero s'inclinò, ci fu uno scricchiolio nel suo fusto: e, tra uno schiantarsi di rami e un piover di cimette, ruinò giù con la vetta sulla terra madre.» (Lev Tolstoj, Tre morti, traduzione di Tommaso Landolfi, Op cit.) Cosa ne penso io: Dopo aver letto i grandi capolavori di Tolstoj trovarsi di fronte a questi due racconti l'impressione è che il genio letterario si manifesta anche in poche pagine. Soprattutto il primo La morte di Ivan Il'ic è struggente perchè narra le varie fasi del protagonista che sa di essere condannato e ripensa a tutta la sua vita.Intorno i suoi famigliari fingono l'unico che lo assiste e lo assiste fino alla fine è il servo Gerasim L'ineluttabilità della morte pervade tutto il racconto mentre chi vive dimostra indifferenza sia i colleghi che i famigliari ipocriti che fingono un dolore solo il servo ha compassione e renderà gli ultimi istanti di Ivan Il'ic meno dolorosi.Un racconto triste ma scritto magistralmente come del resto Tre morti dove all'agonia della donna borghese piena di capricci e pretese si contrappone la morte silenziosa del vecchio vetturino e la fine di albero Bella Lettura che consiglio!

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