Il circolo Dante
  • 9788817873031
  • Rizzoli
  • 01/09/2003

Il circolo Dante

di Matthew Pearl

Boston, 1865. In un'America appena uscita dalla guerra civile, un gruppo di letterati, tra i quali il poeta Longfellow, lavora alla traduzione inglese della "Divina Commedia". Il comitato direttivo dell'università di Harvard, di ferrei principi protestanti e conservatori, cerca di ostacolare la diffusione delle superstizioni "papiste" di Dante, ma quando la città viene insanguinata da una serie di efferati delitti, i membri del Circolo Dante saranno gli unici in grado di scoprire il colpevole. Sembra infatti che l'assassino si ispiri alle torture e alle pene descritte nell'"Inferno" per martoriare le sue vittime.


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Commenti (3)

01/02/2012 - brontolo
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noioso e pesante..moooolto noioso e pesante

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01/02/2012 - shermie
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Anche se per capirne il senso l'ho dovuto iniziare due volte....alla fine è un bel libro

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19/09/2012 - Gino
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Nel 1865, Henry Wadsworth Longfellow, il primo poeta statunitense a raggiungere una rinomanza davvero internazionale, fondò un circolo per la traduzione di Dante nella sua casa a Cambridge, Massachusetts. I poeti James Russell Lowell e Oliver Wendell Holmes, lo storico George Washington Greene e l’editore James T. Fields lo aiutarono a completare la prima traduzione integrale americana della Divina Commedia. Gli intellettuali sì scontrarono sia con il conservatorismo letterario, che sosteneva la posizione dominante del greco e del latino in ambito accademico, sia con il nativismo culturale, che cercava di limitare la letteratura americana alle opere nazionali – un movimento promosso ma non sempre capeggiato da Ralph Waldo Emerson, amico del gruppo di Longfellow, Lowell e Charles Eliot Norton. Benché prima di allora alcuni studiosi americani avessero dimostrato una certa familiarità con Dante – acquisita perlopiù attraverso le traduzioni britanniche della Commedia -, il pubblico profano non conosceva quasi per nulla la poesia del fiorentino. Il fatto che, a quanto sembra, il testo italiano del poema non sia comparso in America fino al 1867 (l’anno in cui fu pubblicata la traduzione di Longfellow) riflette il ruolo svolto dal circolo nell’alimentare l’interesse verso l’Alighieri all’interno del Paese […]”. Così recitano parte delle note storiche del romanzo che attraverso l’opera di Dante costruisce una storia fatta di omicidi, corruzione, razzismo, conseguenti al dopoguerra; ogni omicidio avviene poco prima che il circolo traduca il canto corrispondente secondo la legge del contrappasso (il giudice Healey era stato punito come ignavo, Elisha Talbot come simoniaco e Phineas Jennison come seminatore di scismi) . Se la prima parte è molto lenta, successivamente sì riprende anche se sì perde nella descrizione delle vita di tanti personaggi, non mi ha entusiasmato tantissimo se non nel rileggere stralci danteschi che mi ricordano e ci ricordano “Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura!” Sì il cammino terreno e duro e impervio e non ditemi che voi nel corso della dura esistenza non vi siete mai smarriti. “[…] Secondo lui, la poesia raggiungeva il proprio obiettivo quando riusciva a sintetizzare in un unico verso la vaga filosofia che fluttuava in tutte le menti umane, per renderla utile e portatile, pronta per l’uso.”

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