Il circo della notte
  • 9788817055031
  • Rizzoli
  • 2012

Il circo della notte

di Erin Morgenstern

Londra, 1886: il circo compare all'improvviso, senza annunci. Gli spettacoli cominciano al calar della notte e finiscono all'alba, quando il cancello chiude i battenti e i tendoni bianchi e neri spariscono alla vista. È "Le Cirque des Rêves", il circo dei sogni, il luogo dove realtà e immaginazione si fondono e la mente umana dispiega l'infinito ventaglio delle sue potenzialità, seguito da un esercito di appassionati disposti a tutto per vedere le sue straordinarie attrazioni: acrobati volanti, contorsioniste, l'albero dei desideri, il giardino di ghiaccio... Ma dietro le quinte due maghi, da sempre rivali, si sfidano per il tramite di due giovani allievi scelti e addestrati al solo scopo di stupire e umiliare l'avversario. Contro ogni regola e ogni aspettativa i due giovani, Celia e Marco si scoprono attratti l'uno dall'altra: il loro amore è una corrente di elettricità più forte di qualsiasi magia, che minaccia di travolgere i piani dei loro maestri e di distruggere il delicato equilibrio di forze a cui il circo deve la sua stessa esistenza. www.lafeltrinelli.it


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Commenti (1)

10/09/2012 - Gino
utente
Protagonisti sono Celia e Marco, due ragazzi nati per essere contrapposti da un unico fine: la sfida. Sì conosceranno, e sì scopriranno pian piano, il lettore inizialmente resta perplesso per i continui salti temporali e cambi di registro, poi diventa cosciente che il vero protagonista è il circo o meglio “Cirques des Rêves” (Circo dei sogni) dove tutto può accadere. La storia è incentrata proprio sul circo e su i suoi misteri, come: il tendone della favole, l’illusionista, il labirinto, la giostra, il giardino di ghiaccio, la caratterizzazione dei personaggi è marginale e mai approfondita, sembra che l’umanità voglia essere espressa in maniera distaccata per dare anche più forza al circo vero solista. Lo scontro tra i due ragazzi è stancante e a tratti noioso, per fortuna che si incontrano altri personaggi come: Bailey, Poppet, Tsukiko personaggio che ha catturato la mia attenzione fin da subito, forse per il suo ruolo. Un esordio buono, che però mi è sembrato un po’ furbetto, nel senso che l’autrice sembra dispensare termini di alto grado con lo scopo forse di elevarne la forma, ma non è così, ci sono libri e libri, e questo è un libro che ti trasporta a metà, personalmente per me poco, ho trovato difficile immedesimarmi nella narrazione ed essere protagonista nella storia, dite alla Rizzoli di non fare enormi flop, e di non presentarlo come il nuovo Harry Potter, maddai non scherziamo, stiamo parlando di differenze abissali, adesso solo perché c’è un po’ di magia tiriamo fuori dal cappello tutta la famiglia hogwartsiana? Nono non ci sto, carino ma niente di più! Sembrava quasi che stava per decollare come uomini cannone, che poi distrattamente sbagliano il colpo e ritornano lentamente su ciò che è terrestre. “Le storie sono cambiate mio caro ragazzo [...]. Niente più battaglie fra bene e male, niente più mostri da sterminare, nessuna fanciulla da salvare. Per quello che ne so io, le fanciulle sono per la maggior parte in grado di salvarsi da sole, almeno quelle che valgono qualcosa. Non esistono più le semplici favole,con ideali e belve e lieto fine. Gli ideali mancano di un caro intento e di risolutezza. Le belve assumono forme differenti ed è difficile riconoscerle per ciò che sono realmente. E non esistono più veri e propri finali, lieti o meno lieti. Le cose vanno avanti, si sovrappongono, si confondono, la tua storia è parte della storia di tua sorella che è parte di molte altre storie, e nessuno sa dire dove potranno condurre. La complessità del bene e del male va ben oltre una principessa e un drago, o un lupo e una bambina col cappuccetto rosso. E il lupo non agisce esattamente come dovrebbero agire i lupi? Anche se forse ne esiste soltanto uno capace di travestirsi da nonna pur di trastullarsi con la preda.”

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