inferno
  • 9788804631446
  • mondadori
  • maggio 2013

inferno

di dan brown

volume unico


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Commenti (3)

24/05/2013 - Gino
utente
Dan Brown ritorna nelle scene editoriali con il suo sfavillante “Inferno”, che è incentrato sulla somma Divina Commedia di Dante, e attraverso la stessa che la storia sarà decriptata, troverà senso, ragion d’essere. Robert Langdon si sveglia in un letto di ospedale, ferito e smemorato: qualcuno ha tentato di ucciderlo. "I ricordi si materializzano lentamente, come bolle che risalgono in superficie dall'oscurità di un pozzo senza fondo". L'ultimo Dan Brown comincia dalla consapevolezza del protagonista di essere, chissà perché e come, a Firenze. "Vedo che comincia a ricordare" gli dice una dottoressa. No, risponde lo studioso di simbologia di Harvard, già protagonista degli ultimi romanzi dello scrittore, "ho riconosciuto Palazzo Vecchio". Langdon disorientato e confuso, si vedrà costretto a scappare, dopo vari tentativi di uccisione, inconsapevole che la sua ricerca riserba molto più sorprese di quanto lui stesso possa aspettarsi, e come in ogni accadimento ci sia un troupe che ragiona ad ogni passo da compiere, ad ogni gesto da mettere in campo, e che lui è protettore di un misterioso cilindro nascosto in un tubo di titanio con sigillo biometrico e all'interno materiali biologici pericolosi. Dentro ci sarebbe un piccolo proiettore con una versione della Mappa dell'Inferno di Sandro Botticelli che spedirà Langdon e la sua partner, l'atletica e intelligentissima dottoressa Sienna Brooks, in una serie di avventure a cui fanno sfondo alcune città italiane tra le quali, ovviamente, Firenze, per arrivare fino in Istanbul. Come l'Opus Dei nel Codice da Vinci, e in seguito i massoni nel Simbolo Perduto e la setta degli Illuminati di Angeli e Demoni, Langdon deve fronteggiare una organizzazione segreta: questa volta si tratta di un misterioso Consorzio, guidato da un ricco maltusiano, il cui obiettivo è ridurre di maniera drastica la crescita della popolazione mondiale. In Inferno, ispirandosi a Dante, Brown mette l’utilizzo della peste al centro della trama, rivisitandola in chiave di pandemia mondiale. Langdon e Sienna saranno costretti a scappare. Sulle loro tracce ci sono un'organizzazione criminale chiamata Consortium, un movimento detto Transumanesimo e lo scienziato Bertrand Zobrist. Da Dante dalla sua simbologia per passare all'arte, dalla tavola del Botticelli, al "cerca trova" dell'affresco sulla Battaglia di Marciano di Vasari nel Salone dei Cinquecento. Il libro ci pone nel corso della narrazione vari interrogativi: La maschera di Dante custodita nel Duomo apparteneva a Bertrand Zobrist il padre della manipolazione genetica della linea germinale, perché lui l’ha donata al Duomo? Perché Langdon e Busoni l’avevano trafugata? Chi è veramente Bertrand Zobrist? Qual è il luogo che lo stesso scienziato transumanista aveva ripreso nel video? Quale sarà la svolta mondiale con cui il mondo deve confrontarsi? Di nuovo Dan riesce con questo affascinante libro a tenere incollato alla pagina il lettore, tra continui colpi di scena, rivoltalmenti di fronte, eserciti che si mobilitano bloccando intere città, uccisioni che non sono quello che sembrano, malanni decisi a tavolino, fuga e passati che ritorneranno a galla per poi essere risoluzione del presente. Un tripudio di colpi di scena, di eventi inaspettati, di buchi neri che il lettore avrà il piacere di provar a districare; rivisitando la Commedia Dan pone l’attenzione su un aspetto fondamentale, quello dell’ignavia, del non saper decidere ne nel bene ne nel male, che è uno dei più grandi mali dell’universo, un po’ come l’indifferenza, “[…] I luoghi più caldi dell’Inferno sono riservati a coloro che in tempo di crisi morale si mantengono neutrali […] Nei momenti di pericolo, non esiste peccato più grande dell’inerzia”. Booktrailer: http://www.youtube.com/watch?feature=endscreen&NR=1&v=Clemt1Eflho Lavoro dei traduttori: http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=T1jBpAHumdI “Qualcuno dovrà combattere questa guerra” aveva concluso l’uomo “se non vogliamo che quell’inferno sia il nostro futuro. E’ matematico. L’umanità è sospesa in un purgatorio fatto di rinvii, titubanze e avidità personale…ma i cerchi infernali sono lì, proprio sotto i nostri piedi, in attesa di consumarci tutti.” “Se vogliamo più acqua potabile per ciascuno, dobbiamo avere meno persone sul pianeta. Se vogliamo abbattere le emissioni dannose dei veicoli, dobbiamo avere meno persone che usano l’auto. Se vogliamo che gli oceani si riempiano nuovamente di pesci, dobbiamo avere meno persone che mangiano pesce! […] La malattia è la sovrappopolazione.” «Mi creda, io so cosa significa sentirsi soli, e la peggior solitudine al mondo è l’isolamento che deriva dall’essere fraintesi. Può spingere le persone a perdere il contatto con la realtà.»

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02/06/2013 - brontolo
utente
Dan Brown ci ha preso gusto, ha imboccato un sentiero che non intende abbandonare: se non ci sono simboli da interpretare e codici da decifrare non è contento. E quindi quale spunto migliore se non la Divina Commedia? I diversi livelli di lettura dell’opera di Dante, letterale, allegorico, morale e anagogico, sono una fonte inesauribile per un autore come lui. Ed ecco quindi che la Commedia viene infilata, un po’ forzatamente, in una trama complessa, convulsa e alquanto astrusa, che lascia decisamente tiepidi e perplessi. Si potrebbe anche affermare che l’azione riempie gli spazi tra una lunga, dettagliata descrizione di Firenze e dei suoi monumenti prima e di Venezia poi. Indubbiamente un meraviglioso spot per i beni culturali italiani, ma tutto questo risulta alquanto prolisso e noioso all’interno di una trama che dovrebbe reggersi sul “thrilling” e non essere una specie di Lonely Planet in salsa gialla. Il tutto poi reso con una scrittura che si dilunga in particolari assolutamente inutili: il colore degli occhi dei protagonisti viene ripetuto sino alla nausea e frasi del tipo” ..scivolando sulle suole lisce dei mocassini presi in prestito…” non fanno che allungare il brodo fino alle 514 pagine finali, che si concludono con la parola “Stelle”, come le cantiche di Dante. Che poi ci siano personaggi che affermano di parlare poco inglese ma sanno riconoscere accenti newyorkesi o meno, sono dettagli che fanno sorridere. Credo poi che Brown vesta Brioni, perché il nome viene ripetuto parecchie volte: “ …il proiettore rimbalzava nel taschino della giacca Brioni…. “ oppure durante una rocambolesca fuga in moto la gente è “ perplessa nel vedere un uomo alto più di 1.80 mt su un trike in abito Brioni”. Certo, è ovvio che la gente vedendo una moto che passa a velocità sostenuta riconosca non solo l’altezza del passeggero, ma soprattutto la marca dell’abito che indossa. Tutte queste cose messe insieme rendono il libro decisamente evitabile, non bastasse già il prezzo a renderlo un vero lusso. Dan Brown ci ha preso gusto, io meno.

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31/08/2013 - palmaleona
utente
Credo che Dan Brown inizi ad essere un po' ripetitivo e a corto di idee. Gli elementi dei suoi libri sono sempre gli stessi: un mistero da svelare, la lotta contro il tempo, una affascinante compagna d'avventure, cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia. Speravo che con "Inferno" Brown si distaccasse dall'intreccio arcinoto e si avventurasse in qualcosa di nuovo, diverso. Ma niente da fare. L'unico motivo per il quale sono riuscita a terminare questo libro è stata la superba capacità descrittiva dell'autore di luoghi come Firenze, Venezia e Istanbul, effettivamente fa venire voglia di chiudere il libro e correre in un'agenzia per prenotare un viaggio in quei luoghi meravigliosi...magari Dan Brown ha un futuro come tour operator!!! Lo sconsiglio a tutti, specie a chi non ha letto più niente di questo scrittore dopo "Il codice da Vinci".

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