Nucleo Zero
  • 349801630X
  • Mondadori
  • 1981

Nucleo Zero

di Luce D'Eramo

Luce d’Eramo racconta l’esperienza del terrorismo rosso degli anni settanta: il romanzo comincia come un thriller, con una banda che sta per realizzare una rapina in banca a Roma. Quando quel tipo di criminalità si salda all’estremismo politico, il romanzo si trasforma poi in un affresco socio-politico di quegli anni, che culmina nel sequestro di un uomo politico, linea narrativa che riflette il rapimento di Aldo Moro avvenuto pochi anni prima. Nella seconda parte l’autrice tenta di sfondare la claustrofobia della minuscola stanza in cui l’uomo è tenuto prigioniero ed entra nei suoi processi mentali, analizzando con grande finezza la psicologia di chi è costretto a vivere in una simile situazione estrema.


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Commenti (1)

28/06/2011 - sofia
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Luce D'Eramo pseudonimo di Lucetta Mangione è una scrittrice che non viene citata molto spesso ed è un peccato perchè era una donna coltissima e con una vita avventurosa. Diventò famosa con il libro autobiografico Deviazione dove racconta di essere volontariamente andata a Dachau e da dove è riuscita a fuggire.Fervente antifascista ha una produzione letteraria multiforme che spazia dalla saggistica alla fantascienza.Nucleo zero scritto nel 1981 dopo il rapimento di Aldo Moro potrebbe essere definito un thriller per la suspence che sa dare agli avvenimenti. A me è piaciuto soprattutto per il sottile gioco psicologico dei personaggi.Siamo negli anni Ottanta, Nucleo Zero è il nome di un gruppo terroristico che ha come scopo la rivoluzione anticapitalistica: “...avevamo fondato le Bande comuniste, antimilitariste, legalitarie, di combattenti contro il capitale e contro la proprietà in difesa della vita umana e così via. Però in quattro anni erano riusciti a dar vita in tutto al solo Nucleo Zero: otto operatori e due riciclati.” Il protagonista è Giovanni Dettore, ex professore di filosofia, che dopo aver preso parte alle scorribande armate delle Colonne rosse (chiaramente riconoscibili come Brigate rosse) aveva riunito un gruppo di insospettabili idealisti marxisti, con i quali mettere a punto le rapine necessarie a finanziare le attività del gruppo. Organizzazione perfetta e copertura insospettabile di ogni componente del gruppo, ma le esigenze del gruppo annulla le esistenze dei singoli. E' talmente realistico che è stato chiesto all'autrice se ne aveva fatto parte “ho vissuto a lungo con loro” ammise, naturalmente solo con l’immaginazione.E poi c'è il rapimento dell'industriale Perrino chiuso nella “prigione del popolo”, rapimento che culminerà con la morte dell’ostaggio.Il racconto della prigionia è toccante e rivela le doti della scrittrice.“Chi si attribuisce il carisma del riscatto altrui è già un potenziale oppressore. Si è rivoluzionari soltanto sulla propria pelle, quando si cessa di sottostare. Ma essere rivoluzionari in prima persona non significa fare la rivoluzione. Ce ne corre. Significa esclusivamente saggiare in anteprima gli strumenti a disposizione della sovversione di massa e tentare di creare quel minimo di condizioni materiali alternative, perchè chi non accetta di fare la bestia da soma in questa società non sia costretto a ribaltare nel terrorismo”. da Nucleo Zero di Luce D'Eramo. Da leggere!

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