Luce d’Eramo racconta l’esperienza del terrorismo rosso degli anni settanta: il romanzo comincia come un thriller, con una banda che sta per realizzare una rapina in banca a Roma. Quando quel tipo di criminalità si salda all’estremismo politico, il romanzo si trasforma poi in un affresco socio-politico di quegli anni, che culmina nel sequestro di un uomo politico, linea narrativa che riflette il rapimento di Aldo Moro avvenuto pochi anni prima. Nella seconda parte l’autrice tenta di sfondare la claustrofobia della minuscola stanza in cui l’uomo è tenuto prigioniero ed entra nei suoi processi mentali, analizzando con grande finezza la psicologia di chi è costretto a vivere in una simile situazione estrema.