Questo libro è meraviglioso nella sua particolarità. Protagonista è una donna che nel corso di una tranquilla gita in montagna, resta inspiegabilmente isolata dal mondo. Durante la notte è sorta una misteriosa “parete” (da qui penso ne derivi anche il titolo) che si è posta come barriera tra la sua vita, e la vita degli altri. Così la donna comincia a scrivere una sorta di cronaca della sua vita. Lei dovrà imparare a ripartire da sé stessa, dalla sua intimità, dal suo vivere per sé, ormai lei è sola, non ha più uomini che le danno compagnia, non ha più oggetti che la collegano con il mondo, c’è solo lei e il suo senso del divenire. Lei che si scoprirà pian piano, lei che acuirà il suo rapporto con la natura, quasi a divenire una Ninfa, prossima alla sua trasmutazione, rapporto che si evince e che entrerà a far parte della sua nuova famiglia quello con: un cane, una gatta, e una mucca. Entrambi diverranno coscienti di quanto ognuno è materia dell’altro, ognuno non può vivere se non vive l’altro, come una sorta di ecosistema, come una catena, ricorda un po’ il concetto del circolo naturale della natura, tutto procede meccanicamente, e nulla può essere cambiato, ogni alterazione del corso naturale potrebbe portare un disastro. La donna avrà modo di salvarsi attraverso questa perdizione, sembra quasi buffo, ma solo così la donna riuscirà a riflettere sulla sua storia, e sul rapporto con i suoi familiari, e con il mondo. La parete è quello che noi tutti ci portiamo dentro, che forse abbiamo troppe volte paura di affrontare, e che forse è proprio oltre essa che dovremmo spingerci. E’ un viaggio, forse senza ritorno, o forse di durata breve. E’ una partenza, ma troppe volte l’uomo ha paura di partire, soprattutto quando c’è l’ignoto che disegna le geometrie del percorso.