Matilde Serao fu una figura di spicco nel giornalismo e nella scena letteraria italiane a cavallo tra Otto e Novecento. Fondatrice e direttrice di diversi quotidiani (tra cui «II Mattino» e «II Giorno»), trovò comunque il tempo per pubblicare decine di romanzi e centinaia di racconti, i più celebri dei quali riuniti ne Il ventre di Napoli. Espulsa dal convento di clausura del suor Orsola Benincasa a causa di una legge statale, suor Giovanna, quasi sessantenne, è costretta a reintegrarsi "nel mondo" dopo circa quarant'anni di vita claustrale. Semplice e ingenua, sperimenta così povertà e umiliazioni, tra personaggi che vivono di espedienti, egoismi e furberie, nel ventre di una Napoli superbamente sordida, quanto pittoresca e indimenticabile.E' un libro triste L'ala di folla che si reca come ad uno spettacolo a vedere le suore, chiamate le sepolte vive, che vengono scacciate dal loro convento. I commenti che non hanno nulla di caricatevole, ma solo di curiosità. Sono tutte vecchie a parte due timide novizie, Suor Giovanna ha sessantanni ed è ala stessa che le ha rubato il fidanzato. Ogni suora riceve 1000 lire con la speranza che venga loro restituita anche la dote portata all'entrata del convento. Il denaro fa si che la sorella la accolga in casa, ma una volta finito per Suor Giovanna c'è solo lo spettro della povertà davanti.Una sorella egoista assieme ai figli. Non hanno pietà dell'anima semplice di Suor Giovanna che si ritroverà fra gli ultimi in un pranzo offerto dalla carità degli altri.Triste storia che mi ha fatto riflettere sulle povertà del giorno d'oggi i pensionati per esempio che presi a rovistare nelle immondizie o addirittura rubare per sbarcare il lunario. In un'epoca di black friday ai poveri nessuno pensa come allora. Da leggere!