Febbre
  • 9788860446060
  • Fandango Libri
  • 2019

Febbre

di Jonathan Bazzi

Vincitore del Premio Libro dell'anno di Fahrenheit di Radio tre come miglior libro 2019 della Piccola e Media Editoria. Jonathan ha 31 anni nel 2016, un giorno qualsiasi di gennaio gli viene la febbre e non va più via, una febbretta, costante, spossante, che lo ghiaccia quando esce, lo fa sudare di notte quasi nelle vene avesse acqua invece che sangue. Aspetta un mese, due, cerca di capire, fa analisi, ha pronta grazie alla rete un’infinità di autodiagnosi, pensa di avere una malattia incurabile, mortale, pensa di essere all’ultimo stadio. La sua paranoia continua fino al giorno in cui non arriva il test dell’HIV e la realtà si rivela: Jonathan è sieropositivo, non sta morendo, quasi è sollevato. A partire dal d-day che ha cambiato la sua vita con una diagnosi definitiva, l’autore ci accompagna indietro nel tempo, all’origine della sua storia, nella periferia in cui è cresciuto, Rozzano – o Rozzangeles –, il Bronx del Sud (di Milano), la terra di origine dei rapper, di Fedez e di Mahmood, il paese dei tossici, degli operai, delle famiglie venute dal Sud per lavori da poveri, dei tamarri, dei delinquenti, della gente seguita dagli assistenti sociali, dove le case sono alveari e gli affitti sono bassi, dove si parla un pidgin di milanese, siciliano e napoletano. Dai cui confini nessuno esce mai, nessuno studia, al massimo si fanno figli, si spaccia, si fa qualche furto e nel peggiore dei casi si muore. Figlio di genitori ragazzini che presto si separano, allevato da due coppie di nonni, cerca la sua personale via di salvezza e di riscatto, dalla predestinazione della periferia, dalla balbuzie, da tutte le cose sbagliate che incarna (colto, emotivo, omosessuale, ironico) e che lo rendono diverso. Un libro spiazzante, sincero e brutale, che costringerà le nostre emozioni a un coming out nei confronti della storia eccezionale di un ragazzo come tanti. Un esordio letterario atteso e potente.https://www.libreriauniversitaria.it/febbre-bazzi-jonathan-fandango-libri/libro/9788860446060


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Commenti (1)

20/06/2020 - sofia
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Libro autobiograficoJonathan Bazzi di se stesso dice"Superstite di un'infanzia trascorsa all'ombra della torre Telecom nella Rozzano degli anni '90, sono laureato in filosofia e vivo a Milano con Marius e due devon rex nati a san Valentino. Ho il culto di Simone Weil e Elsa Morante, amo gli incipit e l'imbarazzo della scelta."Jonathan ha 31 anni nel 2016, un giorno qualsiasi di gennaio gli viene la febbre e non va più via, una febbretta, costante, spossante, che lo ghiaccia quando esce, lo fa sudare di notte quasi nelle vene avesse acqua invece che sangue. Aspetta un mese, due, cerca di capire, fa analisi, ha pronta grazie alla rete un’infinità di autodiagnosi, pensa di avere una malattia incurabile, mortale, pensa di essere all’ultimo stadio. La sua paranoia continua fino al giorno in cui non arriva il test dell’HIV e la realtà si rivela: Jonathan è sieropositivo, non sta morendo, quasi è sollevato. A partire dal d-day che ha cambiato la sua vita con una diagnosi definitiva, l’autore ci accompagna indietro nel tempo, all’origine della sua storia, nella periferia in cui è cresciuto, Rozzano – o Rozzangeles –, il Bronx del Sud (di Milano), la terra di origine dei rapper, di Fedez e di Mahmood, il paese dei tossici, degli operai, delle famiglie venute dal Sud per lavori da poveri, dei tamarri, dei delinquenti, della gente seguita dagli assistenti sociali, dove le case sono alveari e gli affitti sono bassi, dove si parla un pidgin di milanese, siciliano e napoletano. Dai cui confini nessuno esce mai, nessuno studia, al massimo si fanno figli, si spaccia, si fa qualche furto e nel peggiore dei casi si muore. Figlio di genitori ragazzini che presto si separano, allevato da due coppie di nonni, cerca la sua personale via di salvezza e di riscatto, dalla predestinazione della periferia, dalla balbuzie, da tutte le cose sbagliate che incarna (colto, emotivo, omosessuale, ironico) e che lo rendono diverso. Un libro spiazzante, sincero e brutale, che costringerà le nostre emozioni a un coming out nei confronti della storia eccezionale di un ragazzo come tanti. Un esordio letterario atteso e potente. Finalista al Premio Strega 2020 - Finalista al Premio Giuseppe Berto 2019 - Vincitore del Premio Libro dell'anno 2019 di Fahrenheit Radio Rai Tre - Vincitore del Premio Bagutta Opera primaUn libro spiazzante, sincero e brutale, che costringerà le nostre emozioni a un coming out nei confronti della storia eccezionale di un ragazzo come tanti. Un esordio letterario atteso e potente.«La leggenda personale del'autore che, sull'onda del potere catalizzante della patologia, trova la forza di comporsi, di ridisegnarsi in un ordine che solo il senno di poi, e il presentimento del temuto finale -la morte- imprimono al suo svolgimento. Malattia e destino, un tema classico in letteratura» – Corriere della sera Piacevole sorpresa questo libro Un insolito raccontarsi da parte dii un gay conclamato. La febbre che lo ha colpito e restia ad andarsene lo allarma tanto che teme una malattia inguaribile.Quando gli arriva la diagnosi di essere positivo all'HIV è quasi sollevato "Incontro questo dottore con l’aria da sacerdote e immediatamente lui conosce un sacco di cose di me. Vengo ricondotto a una comunità, a una storia, una casistica. Il virus dell’HIV conferma che sei gay e che hai fatto sesso. Magari troppo, in modo promiscuo. Vabbè, mica solo i froci. Ma nell’immaginario comune. È quello che conta. Dica dottore, dica pure: io son pronto. Preferisco questo ad altro. L’HIV oggi si tiene sotto controllo, lo so, l’ho letto: star male e morire, un giorno, come tutti, si vedrà. Ma non ora, non subito, è questo che m’interessa. Lui però non sembra preparato alla mia reazione. Si aspettava un pianto, qualche smorfia, almeno un cenno di disperazione? Vuole di più? Puoi fare di meglio. Quando mi capita di raccontare alla gente, agli amici, al mio medico di famiglia, il modo in cui ho reagito alla diagnosi nessuno capisce come sia possibile. Perplessità, sguardi confusi. Sì nel momento in cui scopro di avere l’HIV io sono contento. Sollevato."Il romanzo alterna il racconto con il passato di Jonathan cresciuto coi nonni a Rozzano , una periferia di Milano, dopo la separazione dei suoi genitori. E' un ragazzino intelligente, ma diverso dagli altri anzi bullizzato per questo. La sua realtà la troverà lontano da Rozzano quando incontra Marius e si affeziona ai suoi gatti.non è semplice un romanzo autobiografico soprattutto quando si racconta un'esperienza così forte si rischia di cadere nel patetico. Jonathan invece ha saputo con il suo stile appassionarci alla sua storia e al suo vissuto.Uno scrittore che avrà un avvenire sicuramente. Consiglio la lettura.

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