Alice nel Paese delle Meraviglie

Il vero nome dello scrittore Lewis Carroll è Charles Lutwidge Dodgson, nato a Daresbury nel 1832, morto a Guildford nel 1898. Oltre ad essere uno scrittore, è stato un importante matematico ed un fotografo. A lui è stato dedicato un premio per la letteratura per i ragazzi il “Lewis Carroll Shelf Award”.Per chi come me ha visto il film della Walt Disney di Alice nel paese delle meraviglie leggere il libro e il suo seguito Alice attraverso lo specchio è una sorpresa.leggendo ci immergiamo in un sogno. latmosfera onirica è pervasa da numerosi non sense nella tipica natura dell'epoca vittoriana. Come spiega l'autore all'inizio le avventure di Alice nacquero in un soleggiato pomeriggio mentre era in barca sul Tamigi con le sue tre bambine per recarsi a Godstow. Annoiate le bambine chiesero una fiaba che solo successivamente diventò libro.La storia più strampalata che ci sia inizia con Alice annoiata che vede passare un coniglio bianco vestito di tutto punto che lei rincorre ritrovandosi in un mondo stravagante. In questo posto non c’è cosa che non possa accadere, non c’è magia che non si possa vedere realizzata, gli animali parlano, si trasformano, scompaiono improvvisamente.Anche Alice subirà continue trasformazioni diventando o troppo grande o troppo piccola e incontrerà personaggi inverosimili come il bruco, il cappellaio matto, il gatto che sorride e appare e scompare. Parteciperà ad una festa di non compleanno e troverà la terribile Regina di cuori che la condannerà alla decapitazione.Il libro diventa così non una fiaba ma il parallelo della vita dove gli animali si muovono nella frenesia di arrivare chissà dove come nella realtà in cui la smania di fare alla fine porta al nulla. Certamente l'ho giudicato non un libro per bambini ai quali potrebbe apparire quasi spaventoso per certi passaggi, ma un nonsense che porta a meditare sull'inutilità di certi atteggiamenti nel mondo reale. Una lettura che consiglio a tutti perchè con la maturità di adulti questa fiaba ci porta a meditare sull'inutilità di molti atteggiamenti anche nel mondo d'oggi.