È un rumore incessante quello che fa l’acqua dell’oceano solcato dalla nave, sul ponte fa freddo e, dopo innumerevoli giorni di navigazione, Alcina è stanca e impaziente. È il 1948, ha trentatré anni, un passato da partigiana, il ricordo della morte dei suoi cari inchiodato al cuore e il peso della guerra aggrovigliato nella mente; è partita dall’Umbria alla volta dell’Argentina per sposare Spaltero, unico amore della sua vita, di undici anni più giovane, anch’egli umbro e fautore della Resistenza. Alcina sta affrontando la traversata dell’Atlantico con il cuore in gola, è assalita dalla memoria del passato, ma anche dall’emozione per il suo prossimo futuro; con sé non ha nulla se non la lettera con cui Spaltero le ha chiesto di raggiungerlo; il suo unico compagno di viaggio è un cane, Vinciguerra...