La lunga vita di Marianna Ucria
  • 9788817114110
  • Rizzoli
  • 1990

La lunga vita di Marianna Ucria

di Dacia Maraini

Marianna appartiene a una nobile famiglia palermitana del Settecento. Il suo destino dovrebbe essere quello di una qualsiasi giovane nobildonna ma la sua condizione di sordomuta la rende diversa: "Il silenzio si era impadronito di lei come una malattia o forse una vocazione". Le si schiudono così saperi ignoti: Marianna impara l'alfabeto, legge e scrive perché questi sono gli unici strumenti di comunicazione col mondo. Sviluppa una sensibilità acuta che la spinge a riflettere sulla condizione umana, su quella femminile, sulle ingiustizie di cui i più deboli sono vittime e di cui lei stessa è stata vittima. Eppure Marianna compirà i gesti di ogni donna, gioirà e soffrirà, conoscerà la passione. da http://www.ibs.it/code/9788817871891/maraini-dacia/lunga-vita-marianna.html


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Commenti (5)

21/06/2011 - palmaleona
utente
La Sicilia nella prima metà del Settecento, epoca splendida e miserabile, sapiente e ignorante. Una grande famiglia palermitana la cui storia è scandita dal susseguirsi di matrimoni, parti, impiccagioni, festini, cene, balli,uccisioni, tutti eccessi di una società avviata irreversibilmente al tramonto. E Marianna, una bambina destinata, come le sorelle e le cugine, a sposarsi e ad arricchire di nuovi eredi il casato, oppure a entrare in convento per sempre. Ma Marianna è speciale, è sordomuta, e se deve comunicare con il mondo che la circonda e nel quale vuole vivere, può farlo solo scrivendo, riversando nella pagina bianca i suoi pensieri e i suoi sentimenti. Questo la rende diversa? Forse. Ma la vita, la lunga vita di Marianna Ucrìa, sarà fatta dei gesti, delle gioie, delle fatiche, dei sapori e dei profumi di cui sono ricche le esistenze delle donne. Anche lei conoscerà gli affetti, i dolori, i dubbi di ogni figlia, di ogni madre. E quell'amore che incontrerà dopo anni di solitudine sentimentale, sarà un amore assoluto e sensuale, disperante e disperato, vissuto con la generosità che appartiene alle passioni giovani. Un romanzo indimenticabile che cattura il lettore in un mondo vivo di personaggi e situazioni sorprendenti, ma nello stesso tempo sigillato dal più inquietante dei silenzi che una mente femminile possa ospitare.

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02/09/2011 - Claudia
utente
Straordinario! E’ incredibile come questa scrittura ariosa, leggera sia nello stesso tempo intensa e profonda, talmente profonda da farmi entrare in simbiosi con Marianna e vivere con lei tutta la gamma di emozioni che attraversa la sua vita di donna. Ho sofferto con lei la mancanza di libertà, che il suo ruolo di nobildonna esigeva, l’incapacità di comunicare col mondo esterno che il suo handicap le imponeva (era sordomuta), la sua femminilità oltraggiate e abusata, ed infine ritrovata, la gioia e la passione della lettura e alla fine la fuga da un mondo in cui primeggia l’egoismo, l‘ipocrisia, la chiusura, la rigidità e la mancanza di spazio per le persone e i sentimenti. Marianna, una donna che ammiro per la capacità di guardare in se stessa, per il coraggio di essere donna fino in fondo, di avere le proprie idee e soprattutto il coraggio di lasciare il mondo conosciuto e famigliare per intraprendere un viaggio…che donna! Una frase mi ha colpito: “Uscire da un libro è come uscire dal meglio di sé. Passare dagli archi soffici e ariosi della mente alle goffaggini di un corpo accattone in cerca di qualunque cosa è comunque una resa.” Bellissimo questo libro!

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18/02/2012 - Gino
utente
Marianna Ucrìa è una bambina sordomuta nata da una ricca e potente famiglia Siciliana. E’ molto legata alla figura del padre, forse l’unico, a suo parere, che non la considera inferiore per la sua menomazione. Marianna non è nata sordomuta, ma tutti le vogliono far credere così, anche perché solo il padre, lo zio e il fratello più grande sono al corrente di quale trauma Marianna è stata vittima per diventare sordomuta. Il padre tenta svariate volte di farla assistere a scene forti in modo da provocarle uno shock per riacquistare nuovamente la parola, ma invano. Con il resto della famiglia, il rapporto è parecchio freddo poiché ella comunica solo con dei bigliettini e questo è molto spesso un procedimento troppo lungo e complicato per la sua famiglia che ha ben altro a cui pensare. Marianna forse “grazie al suo problema” diventa una ragazza molto colta e intelligente e si costruisce un suo mondo nei libri. A tredici anni viene data in sposa al vecchio zio Pietro, colui che le aveva causato il sordomutismo violentandola a 5 anni. Il rapporto tra Marianna e lo zio è molto distaccato, essendo lui un uomo freddo e indifferente. Da lui Marianna ha comunque 8 figli dei quali uno, signorotto, il preferito di Marianna morirà a 5 anni. Imprigionata in se stessa, Marianna affina in modo straordinario i propri sentimenti, l’intensità del volere, la profondità del comprendere: l’intuizione, la percezione, la memoria. Passa attraverso lutti ed esperienze di ogni tipo: da quelle matrimoniali a quelle coniugali, da doveri sociali ad avventure di cuore, prima con il giovane Saro, il fratello di una sua serva, e poi con Don Giacomo Camaleo. Ma alla fine Marianna vuole cambiare aria, viaggiare, e decide di partire per lasciarsi tutti i suoi problemi alle spalle. Insieme a Fila, la sua serva, risale l’Italia fermandosi prima a Napoli e poi definitivamente a Roma. Qui scopre un mondo diverso più libero e senza paletti e restrizioni, dove anche lei, con tutti i suoi problemi, riesce a vivere come gli altri senza essere considerata inferiore. Marianna Ucrìa, con il suo sordomutismo, rappresenta in tutto e per tutto il ruolo della donna siciliana del ‘700: ella infatti non può ascoltare e prendere reale e oggettiva coscienza della cose che accadono intorno lei, e allo stesso tempo non può nemmeno intervenire in modo incisivo dei discorsi e nelle decisioni più importanti. Ciò è quello che era impedito a qualunque donna dell’epoca anche se capace di udire e parlare. Ma Marianna nonostante le gravi difficoltà non si arrende, anzi cerca di andare avanti, di fare qualcosa in più per abbattere ,o almeno per cercare di abbattere, quelle barriere che la separano dalla vita “normale”. Soprattutto dopo la morte del marito-zio, Marianna si trova a dover prendere in mano le redini della famiglia e dell’organizzazione della società, ma in modo molto particolare. Non si accontenta infatti di delegare tutto ai suoi funzionari, ma vuole almeno vedere di persona ciò che accade nei suoi poderi, guardare il lavoro dei contadini e degli allevatori, diventare una donna rispettata e ammirata da tutti per la sua forza d’animo, e non solo compassionata per il suo handicap. Proprio grazie alla sua menomazione, Marianna sviluppa sensi in modo particolare, provando emozioni e sensazioni per noi quasi inimmaginabili, il vero amore, il dolore, la passione, la solitudine, la conoscenza. E’ quasi morbosa la sua passione per i libri, l’unico modo che ha per informarsi realmente su ciò che accade, per distinguersi dagli altri per qualcosa in più e non per qualcosa in meno; Marianna infatti a differenza delle donne dell’’epoca è colta istruita e questa è forse l’unica cosa che non la fa mai perdere d’’animo. "Il passato era una coda che aveva raggomitolato sotto le gonne e solo a momenti si faceva sentire. Il futuro era una nebulosa dentro a cui si intravedevano delle luci da giostra. E lei stava lì, mezza volpe e mezza sirena, per una volta priva di gravami di testa, in compagnia di gente che se ne infischiava della sua sordità e le parlava allegramente contorcendosi in smorfie generose e irresistibili."

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13/04/2012 - sofia
utente
Dacia Maraini scrittrice, poetessa, saggista, drammaturga e sceneggiatrice è annoverata fra i grandi della letteratura italiana conosciuti come "la generazione degli anni trenta".Trasferitasi nel '38 in Giappone con il padre e la madre furono internati in un campo di concentramento quando rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò e vennero liberati dagli americani.Si trasferì a Palermo dove conobbe l'aristocrazia siciliana. La madre infatti era Topazia Alliata, appartenente all'antico casato degli Alliata di Salaparuta.Dell'aristocrazia siciliana dirà ".....Io stavo dalla parte di mio padre che aveva dato un calcio alle sciocchezze di quei principi arroganti rifiutando una contea che pure gli spettava in quanto marito della figlia maggiore del duca che non lasciava eredi. Lui aveva preso per mano mia madre e se l’era portata a Fiesole a fare la fame, lontana dalle beghe di una famiglia impettita e ansiosa. […] E invece eccoli lì, mi sono cascati addosso tutti assieme, con un rumore di vecchie ossa, nel momento in cui ho deciso, dopo anni e anni di rinvii e di rifiuti, di parlare della Sicilia. Non di una Sicilia immaginaria, di una Sicilia letteraria, sognata, mitizzata. »Infatti ne La lunga vita di Marianna Ucrìa parlerà in termini negativi proprio di famiglie nobili della metà del settecento. Il libro lo definirei una "chicca" scritto in stile scorrevole, ma scavando magistralmente nel personaggio principale Marianna figlia sordomuta di una grande famiglia palermitana della prima metà del Settecento. Marianna comunica per mezzo di bigliettini e ha sviluppato notevolmente gli altri sensi.Marianna crede di essere "mutola" dalla nascita perchè è quello che le fanno credere però ha dei vaghi ricordi di rumori lontani lontani. Verrà a scoprire leggendo nel pensiero del fratello Carlo, ormai adulta, di essere diventata così dopo essere stata violentata dallo zio a sei anni lo stesso zio che poi era diventato suo marito come costumava allora. Per questo il padre quando era piccola la portò ad assistere ad una impiccagione sperando che il trauma le facesse ritornare la parola.Tutto il libro racconta in terza persona la vita di Marianna che nel silenzio in cui era immersa trovava sollievo nella lettura di libri anche filosofici e la cosa era vista con sospetto in una società dive le donne dovevano essere sottomesse al marito con un unico scopo “Sposare, figliare, fare sposare le figlie, farle figliare, e fare in modo che le figlie sposate facciano figliare le loro figlie che a loro volta si sposino e figlino…”Marianna alla morte del marito diventerà una donna libera e come lo saprete solo leggendo questo libro.

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14/07/2014 - simona72
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ambientato in Sicilia nell'800... la storia della vita di una ragazzina (e poi donna) forte! che subisce violenza, diventa sordomuta, ma vive la sua vita e le sue passioni.. bellissimo!! da leggere...

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