La Fallaci mi ha sempre messo un po' di soggezione, è il suo primo libro che leggo e ne sono rimasta folgorata. Pensavo che la sua scrittura fosse sontuosa, solenne, con uno stile ampolloso... e invece è stato come parlare con una vecchia amica, ironica e pungente, con uno stile graffiante e incisivo, a volte provocatorio.
I personaggi sono descritti molto accuratamente, ognuno con le proprie peculiarità, anche se certamente quella che più colpisce è Caterina col suo carattere forte e ribelle.
Poi c'è la cassapanca che passa di generazione in generazione con il suo prezioso contenuto, a memoria di ciò che è stato e da cui tutto è cominciato.
Una bella saga familiare, non pesante e mai noiosa, proprio consigliato.
A me, la Fallaci, piace. mi stimola domande e mi costringe a pensare; che sia d'accordo con lei o meno.
ma Un cappello non è un libro che fa riflettere: è "solo" un romanzo, la saga della sua famiglia.
Per intenderci, immaginate di leggere una Allende o un Marquez all'italiana.
La Fallaci intreccia ricordi e racconti con realtà storica e minuziose ricerche; per il resto inventa (e anche bene).
A volte esagera con i dettagli storici,ma indubbiamente, quando parla dei suoi arcavoli riesce ogni volta a incantare e ti ritrovi immersa con tutte le scarpe in quelle storie di uomini pii che sposano atee ribelli, fanciulle nobili e giovani che si innamorano di "pirati" impenitenti; madri che vedono i loro figli morire in mare o in guerra, mogli che tradiscono, mariti inetti...
e con maestria di scrittrice e pensatrice qual era riesce a condire il tutto parlando di politica, cultura, medicina, religione.
Parla anche di se stessa, ma non farà in tempo a scrivere della sua infanzia e dei suoi genitori, come avrebbe voluto, "distratta" da La rabbia e l'orgoglio e indebolita dal suo male.
molto interessanti anche le note a fine libro.