La montagna dell'anima
  • 9788817025027
  • BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
  • 2008

La montagna dell'anima

di Xingjian Gao

La montagna dell'anima: L'opera più nota del premio Nobel per la letteratura 2000. È il racconto, in gran parte autobiografico, di un lungo viaggio nella Cina del sud-ovest, compiuto da uno scrittore perseguitato dal regime e al quale, per errore, è stato diagnosticato un cancro. Il viaggio è dunque l'occasione di un bilancio esistenziale e fonte inesauribile di nuove esperienze. E il libro diviene romanzo picaresco in cui si intrecciano avventure di feroci briganti e tristi storie di fanciulle suicide per amore, saggio enciclopedico sugli animali e le piante della foresta, sugli usi delle popolazioni tribali, sulla storia classica e contemporanea, riflessione politica sulla Cina comunista, ricerca filosofica, storia d'amore...


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Commenti (1)

12/05/2019 - sofia
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XINGJIAN GAO nasce all'indomani dell'invasione giapponese della Cina. Terminate le scuole superiori, si iscrive all'Istituto di Lingue Straniere di Pechino e si laurea in francese. Durante la Rivoluzione Culturale viene rinchiuso in un campo di rieducazione ed è costretto a distruggere molte sue opere inedite. Inizia a pubblicare nel 1979 e gli viene anche concesso di viaggiare all'estero. Si reca così in Francia e in Italia. Tra le varie opere pubblicate in Cina fino al 1986 fanno particolarmente scalpore i suoi lavori teatrali e dopo la rappresentazione de L'altra riva, verrà vietata la messa in scena delle sue opere. Dopo un lungo viaggio attraverso la Cina, decide di andare in Francia nazione a cui richiederà l'asilo politico. Con la strage di piazza Tien'anmen del 1989 e la pubblicazione di La fuga, opera ispirata a quei fatti, viene vietata la pubblicazione e la diffusione delle opere dello scrittore che viene dichiarato "persona non gradita" in Cina. Oltre che scrittore, Gao Xingjian è anche un affermato pittore. Ottiene nel 2000 il Premio Nobel per la Letteratura, primo scrittore cinese a ottenere l'ambito riconoscimento. La montagna dellì'anima L'opera più nota del premio Nobel per la letteratura 2000. È il racconto, in gran parte autobiografico, di un lungo viaggio nella Cina del sud-ovest, compiuto da uno scrittore perseguitato dal regime e al quale, per errore, è stato diagnosticato un cancro. Il viaggio è dunque l'occasione di un bilancio esistenziale e fonte inesauribile di nuove esperienze. E il libro diviene romanzo picaresco in cui si intrecciano avventure di feroci briganti e tristi storie di fanciulle suicide per amore, saggio enciclopedico sugli animali e le piante della foresta, sugli usi delle popolazioni tribali, sulla storia classica e contemporanea, riflessione politica sulla Cina comunista, ricerca filosofica, storia d'amore... Non è un libro di facile lettura se non per le descrizioni del paesaggio che sono veramente poetiche. Leggendo questo libro ho pensato aLa montagna incantata di Thomas Mann. Il viaggio del protagonista attraverso villaggi ancorati ancora a superstizioni antiche e quindi lontani dalla rivoluzione culturale cinese. Quando sente parlare de la montagna dell'anima è preso dal desiderio di conoscere che cosa cela questa montagna. Si fa accompagnare da una donna conosciuta per caso nel villaggio in cui si era fermato nel suo lungo viaggio per sfuggire alle autorità e naturalmente fra i due sorge un attaccamento , forse amore, come mi son fatta il paragone , il protagonista avesse incontrato come Dante la sua Beatrice. Mancano, per poterlo capire meglio, note con riferimenti a credenze e a opere che per noi sono impossibili da capire. L'unica cosa che ho apprezzato sono le descrizioni sarà che a me piacciono molto le parole che si fanno panorami che la mente può capire e molto meno concetti che solo l'autore può comprendere. "La realtà esiste solo nell’esperienza, o meglio nell’esperienza del singolo individuo, e tuttavia nel momento in cui viene trasmessa ad altri si trasfigura, si fa racconto. E’ impossibile dimostrare ciò che è reale, e in fondo non ce n’è alcun bisogno: lasciamo il compito ai filosofi. Ciò che conta è la vita. Reale sono io, seduto davanti al focolare, in questa stanza annerita di olio e di fumo mentre guardo le fiamme danzare nei suoi occhi. Reale sono io come reali sono le sensazioni che provo in quest’attimo, e che non possono comunicare a nessuno. Fuori i verdi monti sono velati dalla spessa coltre di nebbia che li avvolge e il rapido scrosciare delle acque di un torrente risuona nel tuo cuore. E questo basta."

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