L'amico immaginario
  • 9788809768475
  • Giunti
  • 2012

L'amico immaginario

di Matthew Dicks

Per Max vivere è una faccenda piuttosto complicata: va in tilt se deve scegliere tra due colori, non sopporta il minimo cambio di programma, detesta essere toccato, persino da sua madre che vorrebbe abbracciarlo molto di più. Del resto ha nove anni ed è un bambino autistico. Per fortuna c’è Budo, il suo invisibile e meraviglioso amico immaginario che non lo abbandona mai e da molto vicino ci racconta la sua storia. Finché un giorno accade qualcosa di terribile: Budo vede Max uscire nel cortile della scuola e sparire nell’auto della signora Patterson, la maestra di sostegno. Lo chiama, gli ordina di fermarsi, lo rincorre, ma è tutto inutile. L’auto sfreccia via e per la prima volta Budo è solo. Da quel momento, di Max non si hanno più notizie. E quando a scuola arriva la polizia per interrogare gli insegnanti, Budo è l’unico a sapere con certezza che la signora Patterson non sta dicendo la verità. Ma nessuno al mondo può sentire le sue parole, nessuno, tranne il suo amico scomparso... Dov’è finito Max? Che cosa può fare Budo per risolvere un mistero più grande di lui e riaverlo con sé? Mentre la tensione sale, la voce incantata e potentissima di Budo rapisce il lettore fino alla fine, travolgendolo di commozione e poesia. Un romanzo indimenticabile. Fonte:http://narrativa.giunti.it/novita/l-amico-immaginario/


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Commenti (5)

31/01/2013 - Lein
utente
Per Max vivere è una faccenda piuttosto complicata: va in tilt se deve scegliere tra due colori, non sopporta il minimo cambio di programma, detesta essere toccato, persino da sua madre che vorrebbe abbracciarlo molto di più. Del resto ha nove anni ed è un bambino autistico. Per fortuna c’è Budo, il suo invisibile e meraviglioso amico immaginario che non lo abbandona mai e da molto vicino ci racconta la sua storia. Finché un giorno accade qualcosa di terribile: Budo vede Max uscire nel cortile della scuola e sparire nell’auto della signora Patterson, la maestra di sostegno. Lo chiama, gli intima di fermarsi, lo rincorre, ma è tutto inutile. L’auto sfreccia via e per la prima volta Budo è solo. Da quel momento, di Max non si hanno più notizie.E quando a scuola arriva la pulizia per interrogare gli insegnanti, Budo è l’unico a sapere con certezza che la signora Patterson non sta dicendo la verità. Ma nessuno al mondo può sentire le sue parole, nessuno, tranne il suo amico scomparso… Dov’è finito Max? Che cosa può fare Budo per risolvere un mistero più grande di lui e riaverlo con sé? Mentre la tensione sale, la voce incantata e potente di Budo rapisce il lettore fino alla fine, travolgendolo di commozione e poesia. Un romanzo indimenticabile.” *** Regalo di Natale da parte della mia adorata sorella (ovvero la mia principale pusher di libri) a cui mi sono approcciata con un grosso carico di ansia. Mi succede sempre così quando la tematica è quella dell’autismo. Ad una come me – che fa l’educatrice di bambini con autismo da anni e lavora in un centro specializzato per l’autismo – vengono sempre i capelli bianchi quando trovo libri che trattano questo argomento: molto spesso infatti danno indicazioni fuorvianti, sono pieni di stereotipi e ridanno un’immagine delle persone con autismo completamente scorretta, tant’è che fino ad oggi avevo trovato un unico libro in grado di trattare l’argomento in modo adeguato e senza abbellimenti di sorta: Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte di Haddon. Per quanto riguarda questo libro però mi sono trovata di fronte ad una piacevole sorpresa: anche se l’idea di base è completamente scorretta (un bambino autistico non potrebbe mai avere un amico immaginario perché qualora avesse un’immaginazione così sviluppata semplicemente non potrebbe essere diagnosticato come tale), c’è da dire che tante delle caratteristiche dell’autismo sono state centrate in pieno e l’autore, in definitiva, riesce ad elaborare un quadro discretamente corretto che permette, anche a chi non ha nemmeno la più vaga idea di che cosa sia l’autismo, di iniziare a farsi una propria cultura in merito. Partendo da questa premessa mi sembra d’obbligo sottolineare come Dicks sia riuscito anche ad approfondire aspetti molto delicati correlati alla specificità dell’autismo, come ad esempio tutta la dinamica relazionale tra i genitori di Max, dibattuti tra la voglia di normalità e l’accettazione della diversità, e – ancora – tutto quello che riguarda il mondo della scuola e di quelle che Budo stesso definisce “vere maestre” o “finte maestre” (queste ultime incapaci di volere bene ai bambini e di guardarli per quello che realmente sono, bambini appunto). In realtà, oltre all’aspetto dell’autismo, l’autore è riuscito a dare risalto ad un’altra grande e dolorosa tematica: la morte. L’amico immaginario Budo è per tutto il romanzo combattuto tra il cercare di salvare il suo migliore amico Max – perché sarebbe la cosa giusta da fare – e il lasciare le cose come stanno perché solo in questo modo lui potrebbe garantirsi la sopravvivenza: se Max continua a credere in Budo lui non potrà mai scomparire, come invece ha già visto fare a tanti altri “amici immaginari”. Ma c’è di più: Budo si interroga continuamente su cosa ci possa essere “dopo”, su come ci si possa sentire una volta che si è cessato di esistere e, in tutto questo, continua ad essere tormentato dalla paura dettata dall’incognita e dal dubbio divorante. Esilaranti poi, in un romanzo dove lo stile di scrittura utilizzato è realmente ottimo e scorrevole, sono le descrizioni dei vari amici immaginari che Budo incontra per la sua strada: il bambino giallo, la sagoma bidimensionale, il cucchiaio, il fiocco rosa con gli occhi, ecc. Tra l’altro è interessante vedere come molto spesso questi “esseri” siano privi – a seconda dell’età loro amico immaginante – di orecchie, di sopracciglia, oppure siano caratterizzati da teste troppo grosse e mani minuscole: questo ci fa ben comprendere come in realtà l’autore non stia semplicemente scrivendo di bambini, ma che li conosca – con la loro psicologia annessa – anche molto bene: al termine della quarta di copertina leggo infatti che Dicks è un insegnante e questa cosa – a conti fatti – non mi ha sorpreso affatto. L’epilogo – che ovviamente non svelo – è commovente e lascia la consapevolezza – ma anche un po’ la classica malinconia – di aver letto quello che è a tutti gli effetti un buon libro. Sì, credo che già mi manchino Max e Budo, con tutte le loro bizzarrie e le loro insicurezze. Infine non credo che ci siano pecche particolari in quest’opera e anche se mi sarebbe piaciuto approfondire la personalità della “cattiva” – la signora Patterson – sono convinta che così facendo si sarebbe persa gran parte della magia racchiusa in queste pagine. Un libro assolutamente consigliato quindi, sia a chi ha voglia di sapere qualcosina in più sull’autismo, ma anche a chi cerca di ritrovare quella fantasia che caratterizza i bambini, prima che il resto del mondo li trascini e li inglobi a sé. VOTO: 4/5 *** “«La cosa che mi piace di più è che è coraggioso.» «E che cos’ha fatto di coraggioso?» «Mica una cosa sola» rispondo. «Tutto. Max è diverso da qualsiasi altra persona al mondo. Gli altri bambini lo prendono in giro per questo. La sua mamma cerca di farlo cambiare e il suo papà lo tratta come se fosse qualcun altro. Perfino le sue maestre lo trattano in modo diverso, e certe volte non sono neanche tanto gentili. Anche la signor Gosk. Lei è peretta, eppure anche lei lo tratta in modo particolare. Nessuno tratta Max come un bambino normale, ma tutti vorrebbero che fosse un bambino normale, invece di essere se stesso. E nonostante questo, Max continua ad alzarsi dal letto tutte le mattine e ad andare a scuola e al parco e pure alla fermata del bus.»”

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21/06/2013 - Stea
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Max e' un bimbo autistico e la sua storia ce la racconta Budo il suo amico immaginario. Per Max i piccoli imprevisti quotidiani sono una montagna da scalare, ma puo' contare su Budo che e' sempre con lui!....Fino a quando la sua insegnante di sostegno li separa. Budo vede l'auto con a bordo Max allontanarsi e non puo' fare niente per fermarla, quando si scopre che Max e' sparito solo Budo sa dove poterlo trovare ma non puo' dirlo agli altri umani perche' lui e' immaginario, inizia cosi' la sua avventura per salvare Max. Una storia che racconta il potere dell'amicizia e del'immaginazione!

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14/07/2014 - simona72
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la storia raccontata dal punto di vista dell'amico immaginario di un bambino autistico... ricorda "Il cane ucciso a mezzanotte" di Mark Heddon.. eppure originale...

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29/08/2014 - Savy
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Un libro stupendo. Un libro impeccabile. Dicks ha narrato in modo meraviglioso una vicenda toccante e dolcissima (spesso mi sono domandata se fosse stato veramente un adulto a scriverla...Dicks si è calato talmente bene in questo romanzo che a tratti poteva sembrare fosse stato scritto realmente da un bambino nove/dieci anni!); Budo, è quell'amico immaginario che tanti bambini e bambine hanno avuto nella loro infanzia, l'estensione del proprio 'io', il desiderio di essere diversi da quello che si è e che nella propria mente fa prendere forma un essere plasmato dalla propria fantasia ma che per certi versi rappresenta una parte di se, celata ma non completamente nascosta. La delicata storia di Max, viene narrata con molta maestria dall'autore, Max è autistico e nel suo comportamento ci sono molte sfumature particolari che vengono raccontate in maniera buffa, ironica, tenera e toccante, ma mai superficialmente. Si fa il tifo per Budo, si trattiene il fiato per Max, e la storia è così incalzante che ho fatto fatica a staccarmi dal libro, dovevo assolutamente finirlo e sapere cosa sarebbe successo a Max e a Budo. Ammiro moltissimo questo autore che ha saputo scrivere in modo superbo una storia bellissima. Un gran bel libro!!!

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16/12/2015 - Acrasia
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Ho trovato molto originale la storia raccontata dal punto di vista dell'amico immaginario che ci avvicina al mondo di Max immergendoci nella sua realtà, senza però mai interferire quasi a voler rispettare quegli invisibili confini che separano il bambino dal mondo che lo circonda. Ho apprezzato la delicatezza ma anche l'energia di Budo che cerca di proteggere ma anche di spronare Max, anche se a volte è limitato nel suo compito poiché esiste solo nella testa del bambino e di conseguenza si ritrova vittima del suo stesso creatore. A tratti commovente, è un romanzo che tocca sicuramente un argomento difficile senza essere irriverente cercando di sdrammatizzare con intenti a volte comici.

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