Il leopardo

E' il quinto libro che leggo di Jo Nesbo Il leopardo direi che supera di gran lunga gli altri episodi della serie del commissario Harry Hole ricco di suspence e variegato negli episodi che ci catturano per oltre settecento pagine.Harry all'inizio si trova ad Hong Kong immerso nelle sue dipendenze causate dal dolore di aver perduto definitivamente l'amata Rakel. Verrà fatto rintracciare dal suo capo dell'anti crimine e con la scusa che il padre è grave riportato ad Oslo per indagare su una serie di delitti efferati.Il personaggio di Harry Hole debole per la sua dipendenza dall'alcol ed ora perfino dall'oppio è nel suo lavoro forte e determinato ed attira sempre nel lettore la sua capacità di vincere le sue paure anche se apparentemente tutti lo danno come un perdente. L'unica cosa che però tutti gli riconoscono sono le sue capacità investigative che verranno messe a dura prova dal killer che verrà chiamato "il Cavaliere".Molti i riferimenti agli altri libri tra cui L'uomo di neve.La lettura unisce tutto quello che l'appassionato di thriller ama l'impossibilità di indovinare il colpevole fino alle ultime pagine, l'efferrattezza dei delitti, le capacità del protagonista nelle indagini e nelle sottigliezze del suo antagonista come sempre un suo collega non proprio immacolato.In più ne Il leopardo l'antagonismo trascinerà tutta la squadra dell'anti crimine che rischia di essere sostituita da un organismo parallelo la Kripos e il suo perfido capo Michael Bellmann inoltre lo strano strumento di morte usato dal killer vi dirò solo un nome La sfera di Leopoldo. La conoscete? No? allora dovete leggere Il leopardo... "Si era svegliata. Batté le palpebre nell'oscurità impenetrabile. Spalancò la bocca e respirò con il naso. Batté di nuovo le palpebre. Sentì scorrere una lacrima, la sentì sciogliere il sale lasciato da altre lacrime. La saliva non le scendeva più in gola, il cavo orale era secco e duro. La pressione interna tendeva le guance. Era come se il corpo estraneo che aveva in bocca fosse sul punto di farle esplodere la testa. Ma che cos'era, che cos'era? Il primo pensiero concepito al risveglio era stato che avrebbe voluto sprofondare di nuovo. Sprofondare in quell'avvolgente abisso buio e caldo. L'effetto dell'iniezione che l'uomo le aveva fatto non era ancora finito, ma lei sapeva che il dolore incombeva, lo capiva dai lenti, sordi colpi che scandivano le pulsazioni e dal flusso spasmodico del sangue nel cervello. Lui dov'era? Era proprio alle sue spalle? Trattenne il respiro, rimase in ascolto. Non udì nulla, però ne percepiva la presenza. Come un leopardo."

Decisamente il più faticoso dei libri della saga di Harry Hole che ho letto finora. La narrazione è spesso rallentata da prolissità, descrizioni che nulla aggiungono alla trama e digressioni troppo slegate tra di loro. Il libro sarebbe stato più apprezzabile senza l'eccessiva ridondanza e l'uso di clichè che iniziano a conferire alla trama il sapore di qualcosa di già assaporato. Il finale è deludente e la figura di Harry Hole inizia ad essere troppo scontata...aspetto di leggere il libro successivo per confermare o smentire le deludenti sensazioni che ho avuto con questo.